Di Redazione
Come ampiamente prevedibile Macron, il candidato banchiere più spudoratamente al servizio della UE, che a poche ore dagli exit poll aveva già iniziato a rassicurare i mercati dichiarando di voler rispettare gli impegni presi con la comunità europea e rafforzare i rapporti con essa, ha vinto. A poco è valso che la Le Pen avesse provato a tranquillizzare la propria borghesia dicendo chiaro e tondo che l’uscita dall’Europa fosse fuori dall’ordine del giorno del Front National, insomma, e il più giovane presidente francese della storia ha prevalso in Francia con dati inequivocabili: il 66% dei votanti lo hanno preferito a Le Pen (alle 2:30, dopo lo scrutinio del 98% dei voti).
Ma non tutto è oro quel che luccica e alle urne c’è stata bassa affluenza, in particolare la più bassa dal 1969, oltre alla quantità incredibilmente grande di schede bianche e nulle -il 12%-, rispetto alle precedenti tornate. Quest’ultimo è un dato tutto sommato positivo, che mostra come per una buona parte dei francesi il candidato di En Marche! fosse visto come un nemico e non rappresentasse un’alternativa particolarmente preferibile perfino rispetto all’estrema destra.
Come avevamo già detto per i lavoratori e le lavoratrici non cambia nulla, al ballottaggio la classe operaia non aveva motivo di votare il meno peggio, che in questo caso non avrebbe significato nient’altro che un candidato in completa continuità con il massacro operaio portato avanti da Hollande e dal Partito Socialista, sprofondato, come altre socialdemocrazie europee, in seguito al varo della Loi Travail, fortemente osteggiata da ampi strati sociali, dalla gioventù agli operai sindacalizzati. È proprio da quella lotta che bisogna ripartire per costruire la resistenza alle politiche lacrime e sangue che ha in serbo il nuovo presidente transalpino. La prospettiva dei rivoluzionari non cambia affatto, nessun avanzamento può essere conquistato alle urne, l’unica possibilità di vittoria è sulla strada, con picchetti, scioperi e cortei contro le borghesie europee e francesi.
Ni banquier ni raciste, ni patrie ni patron!