Cos’è l’energia primaria?

di Sirio Stivalegna

Nel precedente articolo abbiamo provato ad introdurre, in linea generale, l’argomento delle rinnovabili e le sue mistificazioni. L’ulteriore tentativo sarà quello di smontare ulteriormente il sensazionalismo, che viene propagandato dalla stampa borghese e da una certa sinistra, che vede un futuro roseo (o green) nel capitalismo, alimentato dalle energie rinnovabili. Ripetiamo, per chi non lo avesse capito, che il nostro intento non è allinearci alla stupida addizione “1+1=2 perché lo dice la borghesia” – un’analisi dell’ambientalismo tra il complottista e l’ultimatista che inneggia alla rivoluzione per ogni problema, senza tentare di chiarire gli aspetti centrali a chi dovrebbe fare la rivoluzione.

Scontato è dire che sia i media che i mezzi di produzione sono in mano alla borghesia, cioè alla classe dirigente. Questo connubio non può che assecondare le “scelte ecologiche” dell’ambientalista borghese, intento ad applicare inutili carica batterie solari ai propri cellulari, e dell’ambientalista primitivo che, come accennato nel precedente articolo, “avvia” la sua azienda agricola biologica sul proprio squallido terrazzo, pacificando in parte il senso di colpa (di radice religiosa) tipico dell’individuo medio del mondo occidentale.

Intento dell’opportunista, anche se sedicente marxista rivoluzionario, è invece accattivarsi questa larga fetta della sinistra “diffusa e confusa”, ma che non vuole accettare una vera politica anticapitalista. Un vero progetto anticapitalista che ribalti questo sistema economico, tanto distruttivo (gli sconvolgimenti climatici ne sono una prova) quanto illusorio, è necessario, perché la propaganda con stratagemmi, banali ma efficaci, può raggirare anche i più scafati “anticapitalisti”.

Compito del marxista non è propagandare una “dottrina” in sé, ma il metodo di analisi su cui si basa il marxismo. Nulla più. Ovviamente ripetere la lezioncina a memoria, a volte, è solo controproducente.

L’argomento delle energie rinnovabili ha evidenziato proprio questo aspetto: i comunisti oggi sanno poco o nulla o si rifanno su analisi non approfondite alle attuali tecnologie che anno dopo anno fanno balzi in avanti.

Ripeto: giusto affermare che i mezzi di produzione sono dei padroni, ma siamo capaci di farlo capire? E che strumenti usiamo per spiegarci? Sino ad oggi si sono utilizzate delle generalizzazioni o degli argomenti in continuo aggiornamento?

In tal senso iniziamo ad analizzare, per quanto possibile, la definizione di “energia primaria”. Nel primo articolo di questa serie era stato riportato che il 50% dell’energia primaria, in Italia, è prodotta da energie rinnovabili. Perché si utilizza il termine “energia primaria” e non “energia” solamente? Energia primaria è intesa quale potenziale energetico della fonte al suo stato naturale, a differenza di quella prodotta dalle centrali (quindi la risultante dello sfruttamento della fonte) è definita “energia secondaria”. Perché questa differenziazione di termini?

Ci siamo mai chiesti se l’energia prodotta, ad esempio, nella “vicina” centrale idroelettrica (fonte rinnovabile) arrivi intatta alle nostre abitazioni? L’energia prodotta dalle centrali (che siano idroelettriche, eoliche, fotovoltaiche ecc…) arriva alle nostre abitazioni perdendo potenza, perché si disperde. Perché? Perché in natura “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”(Legge della conservazione della massa di Lavoisier). Parte di questa energia primaria viene ceduta nell’ambiente come calore o, se non si tratta di energie “green”, in parte come emissioni di CO2 (anidride carbonica), senza poi considerare le polveri sottili.

Inoltre l’elettricità trasportata dagli elettrodotti, è soggetta a perdite di rete che possono variare tra il 4-10%. Quindi dalla materia prima, che sia il sole o l’acqua, l’energia primaria si trasforma in energia secondaria, poi energia finale ed energia utile. “Energia utile” è quella strettamente necessaria al macchinario o alla lampadina per funzionare.

In definitiva, l’energia che parte dalla centrale e raggiunge la nostra lampadina non è la stessa e si dissipa in funzione sia del grado tecnologico della rete su cui viene trasportata, che in funzione dell’evoluzione dell’impianto utilizzatore che può disperderne una parte, perché obsoleto o difettoso.

Ma senza entrare troppo nel tecnico, una cosa è certa: siamo arrivati alla conclusione che oggi il capitalismo sta semplicemente sostituendo le energie provenienti da combustibili fossili (carbone e petrolio) con quelle più “pulite” (sole, vento e acqua).

Una centrale nucleare sostituita semplicemente da delle mostruose pale eoliche (le cui torri possono raggiungere anche il centinaio di metri di altezza) o da una distesa di pannelli fotovoltaici su dei terreni adatti all’agricoltura (senza contare l’impatto sul paesaggio) può apparire una scelta definitivamente ecologica e risolutiva, e sembra mettere definitivamente in soffitta il carattere distruttivo che il capitalismo ha sul pianeta (anche se per sostituire la potenza generata da un impianto nucleare si dovrebbero o installare pannelli per intere vallate o forse dotare ogni abitazione privata di un impianto fotovoltaico).

Ma quindi tutto questo è collegato alla riduzione dell’effetto serra? Cioè cosa ha modificato il clima terrestre? L’effetto serra è causato dall’emissione dei seguenti 6 gas: Anidride Carbonica (C02), 3 Gas Fluorurati (HFC,PFC,SF6),Metano (CH4), Protossidi di Azoto (N20). Ed il principale colpevole è il CO2.

Quindi con l’abbattimento della C02 sarà possibile un miglioramento delle condizioni climatiche del pianeta. Ma a livello globale il 58% delle emissioni di CO2 sono causate dal riscaldamento degli edifici ed il 36% dai trasporti. In tal senso la UE, rileva nella Direttiva 2010/31/UE, “Gli edifici sono responsabili del 40% del consumo globale di energia dell’Unione”. Tale da avviare, anche in Italia, una “sensibilizzazione” del comparto edilizio al risparmio energetico. Proprio dal 2010 (primi anni della crisi) non si costruisce né si ristruttura. Si parla di ecologia alla fine di un ciclo decennale di edificazione senza sosta.

Pertanto da un lato si punta a risparmiare energia elettrica, quando però le caldaie delle singole abitazioni ed i trasporti sono alimentate a gas o altre tipologie di carburanti, fattori principali della produzione di C02.

Pensiamo quindi che le campagne ad esempio “m’illumino di meno” possano servire a qualcosa? Questa non è sensibilizzazione, ma solo propaganda.

Per questo che è giusto ritenere che la semplice sostituzione delle centrali a carbone con altre rinnovabili, indica l’atto di rimandare ad una data poco più lontana, ma indubbiamente certa, la distruzione del pianeta.

Necessario è produrre il necessario, pianificare la produzione delle merci come delle energie e conseguentemente rendere efficienti gli impianti e gli edifici. Un grande piano di ristrutturazione degli edifici, sia da un punto di vista del risparmio energetico che dal punto di vista della sicurezza sismica, può essere realizzato solo da un sistema che non garantisca più il profitto per pochi. Che metta al primo posto la salute ed il lavoro. Ma questo sistema non è quello in cui viviamo. Non è quello capitalista. Per questo che sosteniamo che tutte le conoscenze scientifiche debbano essere messe al servizio dell’umanità e non dei banchieri e capitalisti che, come oggi, continuano a lucrare su ogni ricerca scientifica e su ogni brevetto.

Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.