Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa dei lavoratori e delle lavoratrici Aci Informatica (in vertenza per difendere 600 posti di lavoro) riguardo il presidio davanti al Ministero delle infrastrutture svoltosi ieri. La giornata di lotta si è poi conclusa con un massiccio attacchinaggio per le strade di Roma.

Questa mattina le lavoratrici e i lavoratori di ACI Informatica sono giunti sotto il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti dopo un breve corteo molto partecipato e determinato.

Contemporaneamente un altro gruppo di lavoratrici e lavoratori è entrato al Ministero per chiedere conto dello “SCHEMA DI DECRETO LEGISLATIVO RECANTE LA RAZIONALIZZAZIONE DEI PROCESSI DI GESTIONE DEI DATI DI CIRCOLAZIONE E DI PROPRIETÀ DI AUTOVEICOLI, MOTOVEICOLI E RIMORCHI, FINALIZZATA AL RILASCIO DI UN DOCUMENTO UNICO AI SENSI DELL’ARTICOLO 8, COMMA 1, LETTERA D), DELLA LEGGE 7 AGOSTO 2015, N. 124” approvato dal Consiglio dei Ministri dello scorso 12 maggio e che all’articolo 4 dispone il licenziamento di oltre 600 lavoratrici e lavoratori di ACI Informatica e dell’indotto (pulizie, mensa, manutenzione, guardiania ecc.).

Questo anche perché in una precedente manifestazione del 9 maggio 2017, il MIT si era impegnato a incontrare le rappresentanze dei lavoratori e delle lavoratrici di ACI Informatica per confrontarsi sul decreto stesso. Attesa vana e inutile in quanto dal Ministero non è pervenuto nessun invito.

Abbiamo constatato ancora una volta che il Ministro Delrio e il suo Governo non hanno neppure il coraggio politico di confrontarsi con i lavoratori e le lavoratrici e si sono dunque rifiutati di incontrarci.

Nel precedente comunicato stampa di ieri avevamo preannunciato “da oggi sentirete parlare di noi ogni giorno finché la lotta non vincerà e ogni giorno il nostro grido sarà da esempio e richiamo all’unità e il riscatto di tutte le lavoratrici e i lavoratori.” Ecco l’iniziativa di oggi è stato solo il primo passo e preannunciamo che già domani avremo modo di incrementare il nostro livello di conflittualità.

Un Governo e un partito dominante nello stesso (il PD) che non hanno neppure il coraggio di confrontarsi e spiegare pubblicamente perché hanno scelto di legiferare un provvedimento che:

–       aumenta i costi per i cittadini smantellando l’unico presidio pubblico efficiente ed efficace, cioè il PRA gestito dall’ACI;

–       degrada i servizi per il cittadino, basti pensare allo smantellamento del servizio gratuito – ufficio a domicilio – che il PRA eroga ai cittadini svantaggiati per ragioni di invalidità o ricovero sanitario;

–       aumenta la spesa pubblica, dato che andranno rifatte le procedure informatiche, dovranno essere ricollocati gli oltre 2.900 dipendenti pubblici dell’ACI e trovati gli “ammortizzatori sociali” per gli oltre 600 licenziamenti di lavoratrici e lavoratori a contratto privato, che deriveranno dall’adozione del decreto;

–       prevede il licenziamento di 600 lavoratrici e lavoratori di ACI Informatica e del suo indotto (pulizie, mensa, guardiania, manutenzione ecc.).

Sono un Governo e un partito che non meritano alcun sostegno dai cittadini e le cittadine.

Un Governo e un partito che sono responsabili – solo a Roma – di 1.666 licenziamenti in Almaviva, 2.000 esuberi in Alitalia, 600 licenziamenti previsti in ACI Informatica, e migliaia di altri meno conosciuti, sono un Governo e un partito che devono essere spazzati via dalle lavoratrici e dai lavoratori.

Lo dichiariamo nuovamente e ogni giorno lo sosterremo con i fatti: il PD e il Governo dovranno riscrivere il decreto e cambiare le loro politiche sul lavoro altrimenti possono essere certi che le lavoratrici e i lavoratori di ACI Informatica non gli daranno tregua fino a che non avranno esaurito il dovere storico di liberare la classe lavoratrice da questi parassiti.

La RSU Aci Informatica – 16 maggio 2017