Non più tardi di tre settimane fa, la CGIL festeggiava con una manifestazione in piazza San Giovanni Bosco a Roma l’abolizione dei voucher, nel suo intervento la segretaria generale Susanna Camusso affermava: “Siamo qui per festeggiare la legge che abbiamo ottenuto. Possiamo dire che abbiamo vinto e che questa è una grande e straordinaria vittoria collettiva”. Un trionfalismo decisamente ingenuo e per molti versi grottesco, perché il governo non ha fatto altro che evitare il referendum per poter continuare l’opera di regolarizzazione dello sfruttamento, è il loro mestiere.
Le responsabilità del primo sindacato italiano sono pesantissime. Con un atteggiamento di totale arrendevolezza la CGIL sta disabituando i lavoratori alla lotta, la rinuncia a difendere persino i diritti più elementari non può che avere effetti nefasti.
La passività sindacale diventa passività operaia. Perché scioperare? Non stiamo prima a fare una raccolta firme? Sono queste le domande che già attraversano i pensieri dei lavoratori, non per loro negligenza bensì per mal abitudine. Diviene quindi vitale lo sviluppo di un sindacalismo di lotta, indipendente dai padroni e dai governi, capace di rompere con l’immobilismo delle burocrazie sindacali della CGIL, componente ormai legata a doppio filo con lo squallido servilismo di CISL e UIL. Gli sfruttati non hanno bisogno di vittorie di Pirro da celebrare.
di Roger
Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.