Cresce la tensione in Corea del Nord dopo l’ultima provocazione di Pyongyang.
Nonostante le aperture del nuovo presidente della Corea del Sud Moon Jae-in, il “brillante compagno” Kim Jong Un non ha intenzione di arretrare di un passo. Il regime nordcoreano fonda la sua stabilità sulla minaccia rappresentata dai nemici esterni, in particolare il governo imperialista degli Stati Uniti. Per questa ragione Kim Jong Un ritiene fondamentale continuare con il programma missilistico nucleare. L’ultima provocazione risale al 4 Luglio e riguarda il lancio di un missile intercontinentale a medio raggio che, dopo 40 minuti di viaggio, si è schiantato nelle acque del Mar del Giappone. Il comportamento del dittatore nordcoreano ha irritato le grandi potenze, in particolare gli Stati Uniti di Donald Trump, che considerano la minaccia nordcoreana una vera sfida alla propria egemonia nella regione. L’irritazione del Presidente americano si è concretizzata con una serie di tweet che chiamavano in causa la Cina, il più potente alleato del regime di Pyongyang. “La Cina fermi questo nonsenso una volta per tutte”, “Pechino agisca con decisione contro la Corea del Nord”, “Questo tizio (riferito al leader nordcoreano Kim Jong-un, ndr) non ha niente di meglio da fare della sua vita? Difficile credere che Corea del Sud e Giappone possano sopportare a lungo questa situazione”. Trump ha incontrato i leader di Corea del Sud e Giappone che si sono dichiarati molto preoccupati per la situazione. Il risultato di questo incontro è stata una vera e propria dimostrazione della volontà degli Stati Uniti di mantenere la propria influenza sulle terre dell’estremo Oriente e di mantenere salda la posizione dei suoi alleati storici nella regione: Corea del Sud e Giappone. Il comunicato congiunto dei tre Paesi infatti dichiara che gli Stati Uniti difenderanno con ogni mezzo i propri alleati, specificando che “con ogni mezzo” intendono “l’intero spettro delle capacità convenzionali e nucleari”. Trump sembra dunque non escludere l’impiego dell’atomica per porre fine alle provocazioni nordcoreane. Come si può dedurre dalle dichiarazioni del presidente americano, ciò che però preoccupa maggiormente non è tanto l’atomica (gli stessi Stati Uniti non ne escludono il suo utilizzo), ma la possibilità che la “follia” nordcoreana porti a grandi squilibri nella regione a sfavore degli Stati Uniti. Sono dunque gli equilibri geopolitici quelli che gli Stati Uniti sono primariamente interessati a difendere. La Corea del Nord è infatti il Paese più militarizzato al mondo: moltissimi abitanti sono arruolati nell’esercito, che conta 1.100.000 soldati (il 20 % della popolazione maschile tra i 17 e i 54 anni). Una minaccia da non sottovalutare.
Al momento la strategia che Stati Uniti, Corea del Sud e Giappone hanno adottato consiste nel “fare pressioni per l’immediata adozione di una nuova risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu con ulteriori sanzioni”. Hanno chiesto inoltre che vengano applicate dalla comunità internazionale, e in particolare dalla Cina, le sanzioni tuttora vigenti per un ulteriore giro di vite agli scambi con la Corea del Nord. L’economia nordcoreana, però potrebbe non reggere sotto i colpi di ulteriori sanzioni. La principale fonte di ricchezza del Paese è la regione di Kaesong, dove sono sperimentati modi di produzione capitalistici. La ricchezza di quest’area è dovuta soprattutto agli investimenti dei Paesi stranieri, in particolare la Corea del Sud. Il modello economico del “socialismo in un Paese solo”, infatti, specialmente se applicato ad un piccolo Paese come la Corea del Nord, non porta grandi benefici e alla lunga conduce il Paese alla stagnazione. Pyongyang ha perciò bisogno degli scambi con gli altri Paesi per impedire un vero e proprio collasso dell’economia, e questo è ancor più vero in un’economia capitalista. Per questa ragione l’applicazione di nuove sanzioni rischierebbe seriamente di portare il Paese al collasso, oppure potrebbe costringere il dittatore nordcoreano a qualche spregiudicata azione che ne farebbe un facile bersaglio per l’esercito americano che già si sta esercitando nella regione. La questione nordcoreana diventa ogni giorno più imprevedibile.
Redattore della Voce delle Lotte, nato a Napoli nel 1996. Laureato in Infermieristica presso l'Università "La Sapienza" di Roma, lavora come infermiere.