Riprendiamo, con questa quarta stesura di appunti, la riflessione sul libro “Materialismo ed empiriocriticismo”, di cui abbiamo già pubblicato la prima, la seconda, la terza e la quarta parte.
In questa opera Lenin smaschera progressivamente il carattere idealista dell’empiriocriticismo, cioè del machismo (dal fondatore di questa dottrina, Ernst Mach).
L’uomo pensa con il cervello?
A questa affermazione Bazarov risponde in maniera affermativa: “se la tesi di Plechanov che “la coscienza è uno stato interno della materia” fosse espressa in modo più soddisfacente, per esempio: “ogni processo psichico è funzione di un processo celebrale” né Mach né Avenarius lo contesterebbe.” Bazarov critica Plekhanov per criticare il materialismo. Ma perché non critica il pensiero di Engels o Feuerbach?
Ma passiamo all’empiriocriticismo: secondo Bazarov Avenarius non contesterebbe che il pensiero è una funzione del cervello. Ma non è la verità. Avenarius non solo contesta la tesi materialista, ma costruisce una teoria per confutarla. “Il nostro cervello non è la dimora, la sede, il creatore, lo strumento o l’organo, il portatore, il substrato del pensiero … il pensiero non è l’abitante o il sovrano del cervello … non è neppure un prodotto o funzione fisiologica …” “le rappresentazioni non sono funzioni del cervello”. Quindi per Avenarius le sensazioni non sono “funzioni psichiche del cervello” e il cervello non è l’organo del pensiero.
Engels invece fa affermazioni diametralmente opposte: “Pensiero e coscienza sono prodotti del cervello umano” (Antiduhring p.22). Mentre nel “Ludwig Feuerbach” leggiamo la seguente esposizione dei punti di vista di Feuerbach e Engels: “Il mondo materiale, percepibile dai sensi…è il solo mondo reale… la nostra coscienza ed il nostro pensiero…sono il prodotto di un organo materiale, corporeo, il cervello. La materia non è un prodotto dello spirito, ma lo spirito stesso non è altro che il più alto prodotto della materia. Questo è materialismo puro” (p.18).
Avenarius non può che non accettare questo punto di vista, definendolo “feticismo delle scienze naturali”. Egli ammette che le scienze si pongono spontaneamente, istintivamente dal punto di vista materialistico. Ammette di essere in assoluto disaccordo con la “psicologia dominante”. Questa psicologia dominante opera una introiezione, cioè inculca il pensiero nel cervello ossia le sensazioni in noi. Queste due parole “in noi”, sostiene Avenarius, contengono la premessa contestata dall’empiriocriticismo: “Questa inserzione delle cose viste nell’uomo è ciò che noi chiamiamo introiezione”(p.153 di Osservazioni). L’introiezione si distacca dalla concezione naturale del mondo dicendo : “In me” invece di dire “davanti a me” facendo della parte integrante dell’ambiente una parte integrante del pensiero. “Dall’ameccanico (parola nuova per sostituire psichico) l’introiezione fa qualcosa che si nasconde misteriosamente nel sistema nervoso centrale.”. Abbiamo qui la stessa mistificazione osservata nella difesa del realismo ingenuo da parte degli empiriocriticisti. Avenarius si sforza di apparire come uno che combatte gli idealisti: si deduce che , però, l’idealismo filosofico, di trasforma il mondo esterno in sensazioni, in rappresentazioni … Difende il realismo ingenuo, l’io e l’ambiente, senza introdurre il mondo esterno nel cervello dell’uomo. Qui il medesimo sofisma della “coordinazione fondamentale”. Avenarius quindi attaccando l’idealismo, difende lo stesso idealismo, perché il pensiero non una funzione del cervello:
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il cervello non è l’organo del pensiero;
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le sensazioni non sono una funzione del sistema nervoso;
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le sensazioni sono elementi psichici in una combinazione determinata e fisica in un’altra.
Con questa terminologia confusa pretendono i machisti di esprimere una nuova teoria.
E se i machisti russi (come Bogdanov) hanno visto nella nuova difesa dell’idealismo una confutazione di quest’ultimo, i filosofi di professione hanno apprezzato l’essenza delle idee di Avenarius.
Nel 1903 Bogdanov scriveva: “…L’essenza della ‘teoria dell’introiezione’ consiste in ciò che segue…le esperienze di un altro uomo sono situate nel suo corpo, introdotte (introiettate) nel suo organismo…L’introiezione serve di ‘spiegazione’ del dualismo tra spirito e corpo…”.
Bogdanov quindi crede realmente che l’introiezione sia diretta contro l’idealismo, ma in realtà è diretta contro il materialismo, perché l’introiezione nega:
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che il pensiero sia un funzione del cervello;
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che le sensazioni siano funzioni del sistema nervoso.
Il dualismo è così confutato con l’aiuto di argomenti idealistici, poiché la sensibilità e il pensiero non ci appaiono come fattori secondari, non come derivati dalla materia, ma sono considerati primordiali. Questo significa, come abbiamo precedentemente già definito, che l’immagine visiva dell’albero è una funzione della retina, ed è necessaria per Avenarius per rafforzare la sua teoria dei “legami indissolubili” dell’esperienza completa, che include il nostro IO e l’albero, cioè l’ambiente.
La dottrina dell’introiezione è la confutazione del materialismo, perché il materialismo elimina il dualismo tra spirito e corpo, lo spirito è secondario, è un’immagine del cervello. Mentre l’eliminazione idealistica del dualismo di spirito e corpo consiste in ciò:
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Lo spirito non è una funzione del corpo;
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Lo spirito è di conseguenza primordiale;
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L’ambiente e l’io esistono soltanto nel legame indissolubile degli stessi “complessi di elementi”.
Ma i filosofi di professione, come Wundt, non sono ingenui come i machisti russi.
L’idealista Wundt scrive: “Se l’empiriocriticismo rimprovera al materialismo volgare di esprimere attraverso espressioni come “il cervello ha” oppure “produce” il pensiero, un rapporto che non può essere constatato attraverso l’osservazione e la descrizione dei fatti, il riprovero è indubbiamente fondato … Dispiace solo che questa teoria dell’introiezione non sia per nulla legata alla dottrina della serie vitale indipendente … L’introiezione -dice Ewald- non è altro che una finzione necessaria all’empiriocriticismo per coprire i suoi errori….”
Il machista inglese Pearson non ha dubbio che l’uomo pensi con il cervello ma per giustificare il suo idealismo afferma “La coscienza non ha alcun senso al di là dei limiti del sistema nervoso simili al nostro: è illogico pensare che tutta la materia sia cosciente…ma è altrettanto illogico pensare che la coscienza e la volontà esistano al di fuori della materia…”. Riassumendo Pearson ritiene che la materia non sia fatta di gruppi di percezioni dei sensi ma:
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La sensazione e il pensiero sono primordiali e la materiali secondaria;
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La coscienza non esiste senza materia e senza sistema nervoso;
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Coscienza e sensazione sono secondarie.
Tutto questo come dire che l’acqua poggia sulla terra, la terra sulla balena, la balena sull’acqua.
Infine Willy ha confessato apertamente che “Avenarius ha sognato una biomeccanica, ma arrivare a comprendere la vita del cervello si può soltanto attraverso la scoperta di fatti e non con procedimenti simili a quelli che tenta di impiegare Avenarius. La biomeccanica di Avenarius non si basa decisamente su nessuna osservazione nuova; la sua caratteristica principale è la costruzione puramente schematica dei concetti e tali costruzioni … altro non sono che semplici schemi speculativi.”
I machisti russi, scrive Lenin a conclusione del paragrafo, rassomiglieranno presto ad amanti della moda che vanno in estasi per un cappellino già da lungo tempo abbandonato dai filosofi borghesi d’Europa.
Sirio Stivalegna
Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.