L’ONU lo cerca. Il Governo Macri ha ammesso sia sparito. Ma chi è Santiago Maldonado?
Santiago Maldonado è un artigiano di 28 anni della provincia di Buenos Aires, trasferitosi qualche mese fa in Patagonia, nella provincia di Rio Nero. Un luogo dove è presente una forte comunità Mapuche. Da sempre Santiago appoggia le lotte delle popolazioni indigene come solidale, senza appartenere a gruppi politici.
Il gruppo Resistenza Ancestrale Mapuche ha messo in atto delle azioni di protesta per chiedere la liberazione del proprio leader, Facundo Jonas Huala, arrestato a giugno e su cui i tribunali cileni vorrebbero mettere le mani.
La comunità Mapuche occupa dal 2015 la striscia di terra nella città di Cuhamen, provincia di Chubut, che il capitalista italiano Luciano Benetton rivendica essere di sua proprietà. Santiago era partito per dare solidarietà alla lotta degli indigeni.
Durante le azioni repressive organizzate dalla gendarmeria nazionale per evacuare le proteste il 1 agosto, Santiago Maldonado è sparito. Da quel momento non è stato più rivisto. L’attacco della polizia è stato molto duro. Sono stati utilizzati sia proiettili di gomma che di piombo.
Alcuni mapuche hanno dichiarato di aver visto Santiago aggrapparsi a un albero, mentre tutti gli altri attraversavano a nuoto il fiume per scappare alla repressione. Altri hanno dichiarato di averlo visto circondato e pestato da agenti della Gendarmeria per poi essere caricato su un furgone.
Diversi gruppi della sinistra di classe argentina, tra cui il PTS, hanno organizzato un corteo dinanzi al Congresso Nazionale per protestare contro la sua sparizione. Anche in questo caso la polizia ha brutalmente caricato il corteo. Un clima repressivo che sembra aumentare sempre più in Argentina e che cresce con l’avvicinarsi delle primarie politiche di domenica.
Sulla questione è intervenuta anche l’ONU, che ha chiesto di mettere in campo tutti gli sforzi possibili per ritrovarlo.
La famiglia di Santiago indica come colpevole la Gendarmeria nazionale e accusa questa di aver lavato i furgoni utilizzati durante l’operazione repressiva per depistare le indagini.
Il fratello, Germàn Maldonado, ha dichiarato pubblicamente che Santiago è stato torturato e che lo tengono imprigionato aspettando che passino i segni di violenza presenti sul suo corpo. Un caso politico che indebolisce il già impopolare governo Macri.
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