Il video seguente spiega in un inglese semplice (e sottotitolato) le ragioni (in versione semplificata) del perché nei Paesi scandinavi, a dispetto di quello che spesso si pensi o si racconti, non c’è il socialismo e non c’è mai stato.

La narrazione è questa: i Paesi scandinavi combinerebbero il meglio del capitalismo e del socialismo. Lo Stato sarebbe “neutrale” e i politici svedesi più “gentili” e interessati a garantire il benessere di tutte le classi sociali per mezzo di compromessi. È certamente vero che nel corso di un determinato periodo storico (in particolare dagli anni 50′ agli anni ’80 del Novecento) la Svezia è riuscita a mettere su un sistema di Welfare robusto e a suo modo unico tra i Paesi capitalistici. Ma questa fu solo una “fortuita” parentesi storica dovuta all’espansione economica del tempo, all’incremento dei profitti dei capitalisti e alla possibilità conseguente che questi avevano di garantire riforme ai lavoratori. Detto per inciso, una parentesi storica non artificialmente ripetibile nella Svezia odierna né artificialmente replicabile in altri Paesi del mondo e soprattutto oggi sempre più lontana dagli attuali tagli e privatizzazioni. Quella parentesi, non dimentichiamolo, fu dovuta alle particolari condizioni storiche, politiche e sociali in cui la Svezia di quegli anni si trovava. La “regola” del capitalismo infatti rimane quella dell’impossibilità di un compromesso tra la classe dominante e quella dominata e le apparenti eccezioni a questa legge smentiscono se stesse nel corso di pochissimi anni. Come continua a spiegare la ragazza del video, il declino dello Stato sociale in Svezia (privatizzazioni e deregolarizzazioni) è cominciato nel ’73, ma ha conosciuto una forte accelerazione a partire dagli anni ’90.  Oggi la divisione tra le classi sociali sta crescendo più velocemente che in altri Paesi. I due più ricchi, Ingvar Kamprad e Stefan Persson, rispettivamente CEO di Ikea e H&M, possiedono più ricchezza di metà dell’intera popolazione svedese. Negli ultimi vent’anni 300.000 posti di lavoro sono stati persi nel settore pubblico, allo stesso tempo investito da massicce privatizzazioni.

Matteo Iammarrone.

Redattore della Voce delle Lotte, nato a Napoli nel 1996. Laureato in Infermieristica presso l'Università "La Sapienza" di Roma, lavora come infermiere.