Il caso di Emanuela Orlandi è uno dei misteri più oscuri che coinvolgono lo stato del Vaticano. La studentessa di 15 anni, figlia di un commesso della prefettura della casa pontificia, sparì nel giugno del 1983 senza lasciare alcuna traccia. Sul caso si svilupparono moltissime ipotesi che coinvolgevano una grande quantità di attori di massima importanza: lo stato vaticano, lo stato italiano, lo IOR, la banda della Magliana, il banco ambrosiano e i servizi segreti di diversi paesi.
Nessuna di queste piste investigative portò a risolvere il caso che tutt’oggi rimane uno dei più grandi misteri che coinvolgono il vaticano. Tuttavia è notizia di pochi giorni fa il ritrovamento di un dossier, pubblicato dal Corriere e Repubblica, che documenta le spese sostenute dalla città del vaticano per una cittadina di nome Emanuela Orlandi. Il dossier proviene probabilmente da una serie di documenti che sono stati trafugati dal vaticano nel 2014 e che causarono lo scoppio del caso vatileaks 2. Il documento parla del trasferimento di Emanuela Orlandi da Roma sino a Londra e delle spese per alloggiarla in città. Questo implicherebbe che il Vaticano avesse ritrovato Emanuela Orlandi e che avesse fatto di tutto per tenerla nascosta fino ad arrivare al punto di trasferirla in un’altra città. A Londra infatti, sempre secondo il documento, Emanuela alloggiava presso una struttura sotto il controllo della Chiesa Cattolica, in particolare la sede londinese dei padri scalabriniani, congregazione di missionari di San Carlo, fondata nel 1887 da Giovanni Battista Scalabrini; I padri scalabriniani, dagli anni sessanta, gestiscono un ostello della gioventù dedicato esclusivamente a ragazze e studentesce. Questo sarebbe stato il luogo ideale per nascondere Emanuela Orlandi e per impedirne un suo ritrovamento. Nel periodo tra il 1983 e il 1987 risulta un versamento di 8 milioni di lire che sarebbero serviti per pagare le rette di Emanuela.
Il documento riporta inoltre molti viaggi che sono stati compiuti da esponenti di primo piano del Vaticano a Londra con le relative spese di viaggio. Sono presenti anche i resoconti delle spese mediche affrontate per Emanuela nella quale fugura anche una visita presso una specialista di ginecologia: Dottoressa Leasly Regan. La dottoressa, intervistata, ha detto di non aver mai visitato nessuno con il nome di Emanuela Orlandi e di non ricordare se avesse in passato visitato una ragazza con le sue fattezze, in quanto molto tempo era passato. Il documento termina con una frase che fa gelare il sangue “attività generale e trasferimento presso Stato Città del Vaticano con relativo disbrigo pratiche finali”. Per qualche ragione, sempre secondo il documento, Emanuela sarebbe stata trasferita nel 1997 in Vaticano. Non conosciamo la condizione in cui Emanuela ritornò a Roma, se fosse viva o morta, tuttavia sappiamo che al suo ritorno seguì un “disbrigo di pratiche finali”. Ad oggi di Emanuela non abbiamo nessuna traccia e la veridicità di questo documento è fortemente smentita dal vaticano. Tuttavia, non presentando errori formali ed essendo presente una dovizia di dettagli, possiamo affermare con sicurezza che sia stato prodotto da un funzionario vaticano. Questo documento si configura come un altro tassello nella complicata vicenda di Emanuela Orlandi; solamente con l’apertura degli archivi vaticani conosceremo la verità.
Adelchi
Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.