Questo mercoledì è stato firmato un accordo tra Hamas e l’AP per trasferire a quest’ultimo il controllo del punto di incrocio tra l’incavo palestinese di Gaza e l’Egitto.

Un passo in più è sancito dalla riconciliazione tra le due forze palestinesi, a seconda dei palestinesi.

Giovedì 12 Ottobre il Fatah e l’Hamas hanno firmato un primo accordo, sotto la salvaguardia dell’Egitto , che avrebbe dovuto dar vita ad un processo di riconciliazione tra i due gruppi anziché la preparazione delle elezioni nazionali.

Questo processo arriva dopo più di 10 anni di tensioni tra le due fazioni che dopo il rifiuto del Fatah di riconoscere la vittoria di Hamas alle elezioni legislative del 2006 e lo sfratto di Gaza dall’AP dopo la guerra civile del 2007 , si contendevano la legitimità della rappresentazione del popolo palestinese.

Questo mercoledì, è stato sancito un passo in più, dato che Nazmi Mouhanna, responsabile principale dell’autorità palestinese per i posti di frontiera, e la sua controparte di Hamas, hanno firmato l’accordo permettendo il trasferimento delle responsabilità della gestione dei posti di frontiera con l’Egitto. Dal terminale di Rafah al confine Egiziano, svolazzano delle bandiere palestinesi e egiziane, con delle grandi foto del presidente dell’autorità palestinese Mahmoud Abbas e del direttore egiziano, il generale al-Sissi. Hicham Adwan, direttore dell’informazione per l’organizzazione di Hamas responsabile dei punti di incrocio, ha affermato che i dipendenti dell’autorità palestinese riprenderanno il controllo totale del confine.

 

Posti di frontiera, principali strumenti per il blocco di Gaza

I post-confini tra l’Egitto e Gaza sono detenuti dallo Stato Israeliano, ad eccezione di quello di Rafah controllato dall’Egitto.I posti di frontiera sono stati istituiti congiuntamente dai due stati in seguito all’acquisizione del potere di Hamas nella striscia di Gaza. Loro così partecipano al catastrofico blocco di Gaza. Per aggirare questo blocco i palestinesi e Hamas hanno costruito dei tunnel per evitare questi posti di blocco al fine di muoversi liberamente e passare prodotti alimentari di prima necessità.

Questi tunnel sono stati una fonte di tensione estrema, abbiamo da una parte Hamas e dall’altra AP, Egitto e lo Stato israeliano.

Mahmoud Abbas, presidente dell’AP aveva anche invitato gli egiziani a “stringere il blocco di Gaza, distruggendo tutti i tunnel sotto il confine con la striscia di Gaza”, dichiarando che “i tunnel non hanno contribuito all’economia nella striscia di Gaza e non sono stati utilizzati che per un numero minore di persone per dei fini personali”. Tayeb Abdel-Rahim, un vicino collaboratore del presidente palestinese ha dichiarato che “questi tunnel, che solidificano la divisione della Palestina da Gaza, sono stati da qualche tempo una minaccia per la sicurezza nazionale dell’Egitto e l’unità del popolo palestinese”. Questo ha avuto solo l’effetto di aggravare la situazione già drammatica degli abitanti di Gaza. C’è stato un leggero rilassamento dopo la rivoluzione egiziana con la riapertura del terminale di Rafah.

Pertanto nel contempo, delle testimonianze fanno parte di una “intensificazione degli sforzi dell’Egitto per frenare il contrabbando dei tunnel sotterranei che legano Gaza alla penisola del Sinai”. Il 19 febbraio 2013, i dirigenti dell’Hamas di Gaza anziché i contrabbandieri ,esplorando i tunnel, hanno accusato l’Egitto di inondare decine di tunnel versandoci dentro dell’acqua usata. Dunque , rapidamente la ricerca e la distruzione dei tunnel ha preso il sopravvento e si è anche accellerata nel momento del colpo di stato del generale Al-Sissi.

 

Verso una ripresa totale della Striscia di Gaza da parte dell’AP

Ai sensi dell’accordo negoziato dall’Egitto, e dall’autorità palestinese, entità internazionalmente riconosciute , pretendono di prefigurare uno Stato palestinese indipendente, dovendo prendere mercoledì il controllo totale di Gaza. La trasmissione del potere è giudicata essenziale per alleviare i blocchi egiziani ed israeliani e dunque attenuare le difficoltà subite dagli abitanti di Gaza. In effetti, Hamas si confronta con un isolamento internazionale, il blocco estremo imposto dallo Stato israeliano, dall’Egitto e dal governo di Mahmoud Abbas e il peggioramento senza precedenti della situazione umanitaria a Gaza. I cambiamenti geopolitici nella regione hanno accentuato l’isolamento di Hamas. Anzi, è stato spinto ad avvicinarsi all’Egitto, a discapito dei legami con la Siria ed in misure minori con il Qatar. Queste pressioni hanno accentuato le divisioni interne e l’hanno portato a modificare la sua strategia politica ed il suo discorso, considerando la possibilità di riconoscimento dello Stato Israeliano e di un’integrazione con l’OLP. Questo accordo di riconciliazione appare dunque come un tentativo di stabilizzare la regione e di canalizzare il malcontento e la sfida della popolazione palestinese, soprattutto dopo l’offensiva reazionaria dello Stato d’Israele e del Fatah contro la popolazione di Gaza in questi ultimi mesi. La situazione umanitaria disastrosa a Gaza era in procinto di preparare una rivolta popolare. In effetti, come dice un responsabile militare israeliano citato da Foreign Policy:”c’erano più possibilità di vedere una rivolta popolare contro l’Hamas che una nuova guerra tra Hamas e Israele”.

Anzi Hamas permette all’AP di reinvestire la striscia di Gaza con le sue forze repressive affinchè i 3000 agenti di polizia dell’autorità palestinese vogliono essere schierati nella striscia di Gaza e ai confini con Israele e l’Egitto e cede la gestione dei posti di frontiera. Si è ben lontani dalla riconciliazione del popolo palestinese liquidato dai diversi governi e media connessi.

Il governo egiziano vuole anche tranquillizare ugualmente il deserto del Sinai di fronte alla minaccia dei gruppi jihadisti impiantando l’autorità palestinese a Gaza e pilotando l’istituzione di un consiglio di sicurezza a Gaza raggruppando ugualmente Hamas e Fatah. L’Egitto cerca anche di mettere fine  ai confronti tra l’Hamas di Gaza e l’armata israeliana per evitare un possibile afflusso massiccio di rifugiati sul suo territorio. Questo passaggio di potere ,per scopo, non ha avuto altro che permettere agli abitanti di Gaza di coprire la loro libertà di circolare e saranno sempre sottoposti al blocco ma ora gestito insieme da Egitto , lo Stato Israeliano e l’AP.

 

Sadek Basnacki

Traduzione da Révolution Permanente

 

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