Domenica sera è uscita la notizia, in pompa magna sulle testate giornalistiche borghesi, di un preaccordo di massima fra sindacati confederali e le associazioni padronali per quel che riguarda il rinnovo del contratto nazionale collettivo della logistica e del trasporto merci.
Dato che a pensar male si fa peccato ma molto spesso ci si prende pare innanzitutto proprio il momento giusto per far uscire un preaccordo (facendolo passare anche come un accordo vero e proprio, nonostante manchino le firme delle centrali cooperative che hanno abbandonato il tavolo e non vi sia ancora un vero contratto nazionale) proprio il giorno prima dell’inizio dei quattro giorni di scioperi e azioni di lotta indette dai sindacati Si Cobas e ADL Cobas e revocando lo sciopero indetto per dicembre da CGIL, CISL e UIL. Evidente, quindi, è il tentativo di depotenziare gli scioperi e le azioni di lotta dei lavoratori.
Senza scendere nei dettagli del preaccordo stesso è poi evidente che i padroni si sono sforzati di dare briciole più grasse ai lavoratori: un aumento medio di 108€ lordi in busta paga (spalmati su tre anni si tratta di ben poca cosa) e una formale presa di posizione contro il sistema fraudolento delle cooperative (in particolare sui cambi di appalto) è molto di più di quanto qualsiasi altro accordo nazionale preveda in altri settori, queste migliorie promesse -a cui fanno da contraltare altre questioni particolari su orari e straordinari di cui non stiamo ora a discutere-, sono possibili solo per la forte conflittualità emersa nei magazzini negli ultimi dieci anni. I padroni sanno che la presenza di sindacati combattivi e di lavoratori esasperati e coraggiosi potrebbe far sfuggire di mano la situazione, magari anche contagiando altri settori, e sono obbligati a concedere almeno a parole migliorie che in settori ancora privi di una vera lotta non si sognerebbero mai di dare. Anche se il preaccordo venisse siglato così com’è a febbraio ogni centesimo strappato ai padroni (sulla carta) sarebbe da attribuire non certo alla “bravura” dei sindacati confederali, ma al movimento di lotta che ha infiammato la logistica e ha costretto i padroni a cedere qualcosa.
Va detto infine che il CCNL attuale, firmato quattro anni fa dai sindacati confederali, non è mai stato rispettato nella grande parte dei magazzini. La realtà è che se i lavoratori vorranno ottenere migliorie effettive e reali su quel CCNL dovranno lottare per averle e continuare a lottare per mantenerle perché, come i facchini e i drivers hanno capito da tempo, appena si abbassa la guardia i padroni tentano di strappare tutte le conquiste ottenute e poco importa se questo si fa con mezzi illegali come fanno la gran parte delle cooperative e delle aziende del settore.
Di Ciemme