Proseguiamo la pubblicazione sulla Voce delle Lotte di diversi brani, introvabili su internet, provenienti dalla raccolta di scritti di Vladimir Lenin “L’emancipazione della donna” (Editori Riuniti 1970).

Il quarto brano, dopo “Il V Congresso internazionale per la lotta contro la Prostituzione”, è tratto dall’articolo “La piccola produzione nell’agricoltura, pubblicato nella Rabociaia Pravda, n.5, 31 (18) Luglio del 1913 (Opere, cit.,v.19,1967,pp.254-256), p.29.
…Prendiamo i dati concernenti il lavoro delle donne nell’agricoltura in Australia e in Germania. Per la Russia non esistono finora dati completi perchè il governo non desidera procedere a un censimento di tutte le imprese agricole su basi scientifiche.
In Austria, il censimento del 1902 ha rilevato che su 9.07.0682 persone occupate nell’agricoltura vi sono 4.422.981 donne, cioè 48,7%. In Germania, dove lo sviluppo del capitalismo ha raggiunto un livello notevolmente più alto, è risultato che le donne costituiscono la maggioranza, esattamente il 54,8% dei lavoratori occupati nell’agricoltura. Quanto più il capitalismo si sviluppa nell’agricoltura, tanto più aumenta il lavoro delle donne, vale a dire peggiora le condizioni di vita delle masse lavoratrici. Nell’industria tedesca le donne costituiscono il 25% degli operai, nell’agricoltura più del doppio. Ciò significa che l’industria attira a sé la mano d’opera migliore e lascia all’agricoltura la mano d’opera più debole.
Nei paesi capitalistici sviluppati, l’agricoltura è già divenuta un occupazione prevalentemente femminile.
Ma se esaminiamo i dati relativi alle aziende agricole di diverse dimensioni, constatiamo che lo sfruttamento del lavoro delle donne raggiunge il massimo punto nella piccola produzione. La grande produzione capitalistica invece utilizza prevalentemente, anche nell’agricoltura, pur rimanendo indietro all’industria, il lavoro maschile.
Ecco i dati comparativi per l’Austria e la Germania:

Aziende                            Gruppi di aziende                            Percentuale delle donne sul numero totale dei lavoratori
Austria                               Germania

-Proletaria                      Meno di mezzo ettaro                                    52,0                                       74,1
Da mezzo a 2 ettari                                        50,9                                       65,7

-Contadine                      Da 2 a 5 ettari                                                 49,6                                        54,4
Da 5 a 10 ettari                                               48,5                                        50,2
Da 10 a 20 ettari                                            48,6                                        48,4

-Capitalistiche                Da 20 a 100 ettari                                          46,6                                         44,8
Da 100 a più                                                   27,4                                          41,0

In complesso:          48,7                                           54,8

Vediamo così in entrambi i paesi una sola e identica legge dell’agricoltura capitalistica. Quanto più piccola è la produzione, tanto peggiore è la composizione della mano d’opera, tanto più accentuata è la prevalenza delle donne nel numero totale delle persone occupate nell’agricoltura.
La situazione generale nel regime capitalistico è la seguente: nelle aziende proletarie, cioè nelle aziende i cui “padroni” traggono i mezzi di sussistenza principalmente dal lavoro salariato (braccianti, giornalieri, e, in generale operai con appezzamenti particellari), il lavoro femminile prevale su quello maschile e, qualche volta, in fortissima misura.
Non bisogna dimenticare che il numero di queste aziende proletarie, o di braccianti, è immenso: in Austria, 1,3 milioni su un totale di 2,8 milioni e in Germania si giunge a 3,4 milioni su un totale di 5,7 milioni.
Nelle aziende contadine il lavoro è ripartito in misura quasi uguale fra uomini e donne.
Nelle aziende capitalistiche, infine il lavoro maschile predomina su quello femminile.
Che cosa significa questo?
Significa che nella piccola produzione la composizione della mano d’opera è peggiore che nella grande produzione capitalistica.
Significa che nell’agricoltura la lavoratrice -proletaria e contadina- deve tendere molto di più le sue forze, sudare sangue, estenuarsi a danno della sua salute e della salute dei suoi figli per mettersi possibilmente alla pari col lavoratore della grande produzione capitalistica.
Significa che, in regime capitalistico, la piccola produzione si mantiene soltanto spremendo dal lavoratore una quantità di lavoro maggiore di quanto non ne sprema la grande produzione capitalistica…

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