Da fenomeno folcloristico definito dai più (anche dai giornalisti, che siano di destra o di sinistra) a pericolo imminente. Dal catastrofismo più ingenuo che afferma di “essere già nel fascismo” allo scetticismo più volgare che tende a minimizzare affermando che “sono quattro gatti” (seppur neri).

Non sono solito a facili conclusioni, tanto più sono restio a rimanere a mezza via tra le correnti di pensiero. Ecco, questo atteggiamento “mediano” potrebbe essere il male peggiore, il principale pericolo in cui si incorre durante l’analisi dell’attuale condizione socio-economica, perché non si può analizzare la società attuale senza valutare anche il contesto economico.

Non si può pensare, ad esempio, che Mussolini prese il potere con un colpo di stato perché dal nulla si crearono le squadre fasciste: entrambe queste affermazioni sono storicamente false. Hitler non fu eletto cancelliere con dei brogli elettorali e le S.A. (Sturmabteilungen, il braccio armato del partito nazista) si organizzarono spontaneamente in breve tempo: anche queste due affermazioni sono false, storicamente false.

Dalla fine della prima guerra mondiale in Italia e Germania (e non solo) si susseguirono violenti scontri tra opposte fazioni, fino alla presa del potere di Mussolini e Hilter. Scontri non a bottigliate, ma veri scontri armati tra schieramenti militarmente preparati e organizzati.

L’antifascismo europeo ha cancellato le esperienze della RfkB “Roter Frontkampferbund” tedesca (Lega dei combattenti rossi di prima linea) e degli Arditi del Popolo che, in modi differenti, si opposero militarmente al fascismo ed al nazismo.

Questo che significa? Significa che etichettare un qualunque movimento, seppur momentaneamente diretto da poche migliaia di militanti, come macchiettistico è pura stupidità. Ma allo stesso tempo enfatizzare solo la semplice presenza di questi movimenti, tanto da “imprecare” l’intervento dello Stato è altrettanto ingenuo, aspettando che una legge metta in carcere un fascista al primo saluto romano o perché vende ciarpame fascista (gadget nostalgici o reperti storici del ventennio). Sappiamo tutti che è molto facile cambiarsi d’abito, o camuffarsi.

Prendiamo ad esempio ciò che ha avuto estrema rilevanza in questi ultime settimane: le azioni dei nazisti veneti (che usano l’etichetta di “skin”, una realtà culturale non fascista e anzi, impegnata da sempre contro razzisti e fascisti) e di Forza Nuova sotto la sede di Repubblica. Premetto che questi non sono i primi “atti” di queste organizzazioni. Ci sono report documentali (di qualunque risma e provenienza politica) che testimoniano non solo la presenza assidua e militante di queste organizzazioni politiche e di movimento, ma soprattutto atti dolosi e aggressioni fisiche gravi (fino ad omicidi come quello di Dax a Milano) ai danni di militanti di “sinistra” oltre che ad immigrati e omosessuali.

Pertanto se la stessa sinistra, con o senza riferimenti ideologici particolari, si inalbera su questi ultimi atti, completamente avulsi dalla propria attività quotidana: allora la questione è grave perché, se nemmeno chi dovrebbe contrastarli (almeno a parole o con le chiacchiere parlamentari) pensa che queste “boutade” (la protesta sotto la redazione del quotidiano “La Repubblica” e la lettura di due comunicati deliranti) siano manifestazioni gravi e violente probabilmente non conosce il problema o non è capace di analizzarlo. E non riuscendo ad analizzare il problema si cade definitivamente negli atteggiamenti da tifoseria, che hanno come miglior prodotto l’insulto o la minaccia fisica che, ovviamente, non è mai conseguente (e quando dico mai è proprio mai). Sarebbe il caso quindi di cantare meno “Fascisti carogne tornate nelle fogne” e ragionare del perché il fascismo sia tornato, o meglio, non se ne sia mai andato dal belpaese e dall’Europa.

Come dicevo prima il fascismo cambia d’abito: Sull’orbace s’è indossato la camicia e la cravatta intonava una canzone di Fausto Amodei – si cambia d’abito ed è sdoganato. Come si fa a non capire che per fare un fascista non è necessaria una testa rasata ed un paio di anfibi?

Prendiamo ad esempio il Front National in Francia: per poter diventare un partito di massa ha dovuto “istituzionalizzarsi”. Quindi via gli elementi come Le Pen senior, fiero negazionista dell’olocausto degli ebrei. Allo stesso modo a Salvini è bastato ripresentare la Lega Nord come un movimento nazionale, cancellando il riferimento del “Nord”, per avere buoni consensi anche al Sud e nelle isole. Allo stesso modo, Casapound e Forza Nuova sono tra i promotori dello slogan “Prima gli italiani”, slogan medesimo è quello di Salvini, e di Giorgia Meloni per Fratelli d’ Italia. Sono stati anch’essi i promotori per una raccolta alimentare per i soli italiani. Da un lato un vigliacco tirapugni, dall’altro un bel pacco di generi alimentari da “donare” agli italiani.

Lo sdoganamento del fascismo passa attraverso queste messe in scena, intercettando la crisi del capitalismo che fa incetta di strati proletari (e dei ceti medi impoveriti) della popolazione. Per questo, non si può dare una risposta secca al quesito posto nel titolo dell’articolo: come si è scritto, si rivelano sempre determinanti le grandi dinamiche socio-economiche che non sono controllabili a tavolino dai partiti politici, figurarsi dei fascisti del 2017.

Ricordiamo però che non ci sono formule matematiche per risolvere questo problema: l’esposizione schematica dei concetti non appartiene alla nostra storia, ridursi a questo non può che portare ad un dogmatismo, male del popolo di sinistra contemporaneo, oggi intento a maneggiare incautamente schematismi dottrinari. Idealizzare il passato non potrà aiutarci ad affrontare l’avvenire. Il solito errore è utilizzare ciò che dovrebbe essere una guida come una fede.

Giusepe Anatrelli

Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.