Riportiamo il comunicato dei Lavoratori della Scuola Auto-Organizzati di Milano, nel quale vengono spiegate le ragioni della loro lotta contro la sentenza del Consiglio di Stato per i diplomati magistrali.


27 dicembre ore 10
Ufficio Scolastico Regionale Lombardia
via Polesine 13 MILANO
PRESIDIO CONTRO I LICENZIAMENTI E L’ESCLUSIONE DALLE GAE

Diplomati magistrali e precari della scuola, il 27 dicembre, all’USR di via Polesine 13, restituiranno il pacco di Natale a chi in questa città rappresenta il MIUR, complice e artefice della macelleria sociale sancita dal Consiglio di Stato.

Circa 60 mila insegnanti diplomati magistrali, molti dei quali laureati e specializzati attraverso le procedure concorsuali previste dai Tirocini Formativi Attivi, rischiano il licenziamento o il depennamento dalle Graduatorie Ad Esaurimento, utili per la stipula dei contratti a tempo indeterminato.
Tale provvedimento colpirà gli insegnanti ITP, i diplomati magistrali e i docenti della scuola secondaria, anch’essi abilitati e specializzati mediante PAS e TFA, coinvolti nella spirale dei ricorsi.

Il valore abilitante all’insegnamento nella scuola primaria del Diploma di Maturità Magistrale relativamente ai titoli conseguiti entro il 2001 – 02, non solo non è mai stato revocato (nessuna norma può avere effetto retroattivo), ma è stato anzi ribadito negli anni da leggi, note, comunicati e circolari ministeriali oltre che da una sentenza della Corte Costituzionale. Esso quindi costituisce titolo valido di accesso alle Graduatorie Permanenti ad Esaurimento come il possesso di una qualsiasi abilitazione o idoneità acquisita a seguito di concorso e ha permesso, negli anni scorsi, l’assunzione a tempo indeterminato di migliaia di docenti della scuola primaria che oggi, pur avendo superato l’anno di prova, rischiano di essere licenziati per colpa di una sentenza del Consiglio di Stato che spazza via ogni loro diritto.

Dopo anni di precariato e sfruttamento, i docenti che hanno permesso il regolare funzionamento della scuola torneranno ad essere supplenti di istituto, nominati dai dirigenti scolastici ad anno inoltrato per coprire i posti vacanti che si genereranno in seguito ad uno dei più grandi licenziamenti di massa della storia del settore pubblico.

Oltre ad interrompere la continuità didattica, fondamentale per il successo formativo di ogni studente, i lavoratori delle segreterie e degli uffici regionali, drammaticamente sotto organico, dovranno fronteggiare una riorganizzazione ingestibile del personale docente che dovrà essere ricollocato secondo la convocazione di nuove nomine da graduatorie di istituto.

Come docenti auto-organizzati non abbiamo mai avuto fiducia in una giustizia pilotata da un governo che, per la prima volta dopo il fascismo, nomina direttamente Alessandro Pajno, uomo di fiducia dell’ex premier Matteo Renzi, presidente del Consiglio di Stato.

Non abbiamo mai avuto fiducia neanche nel governo del PD, che oltre alla propaganda delle centomila assunzioni volute per imporre una pessima legge, la 107, tutt’ora osteggiata dalla maggior parte degli studenti e dei docenti, non ha mai voluto trovare soluzioni valide per superare il precariato storico della scuola.

La politica di questo e dei precedenti governi ha abdicato al proprio ruolo di legislatore in favore di una giustizia che ha smentito se stessa annullando le precedenti sentenze positive per migliaia di docenti.
Tra questi insegnanti, tuttavia non rischiano il licenziamento quelli che hanno già ottenuto una sentenza di merito. Pur riconoscendo il giusto diritto dei colleghi a mantenere il proprio ruolo, ci chiediamo in che modo sia possibile tollerare una simile disparità di trattamento all’interno del nostro ordinamento costituzionale.

Per questi motivi non siamo disposti a subire passivamente l’arroganza di una “giustizia” complice della politica, incapace di rispettare i diritti dei lavoratori. Seppur a fine legislatura dovrà essere questo Governo a sanare una situazione inaccettabile che getta la scuola primaria nel caos. Infatti, nonostante le promesse da campagna elettorale, strumentalmente messe in atto per trasformare i diritti in merce di scambio, siamo consapevoli che l’instabilità politica, di un futuro Governo che rischia di non formarsi, non scongiurerà i licenziamenti.

A salvarci non potranno essere né futuri ricorsi, né le promesse elettorali dei soliti noti che, dalla Moratti alla Gelmini, hanno contribuito a smantellare il sistema dell’Istruzione Pubblica.
Per questo come lavoratori auto-organizzati, a partire dal presidio del 27 dicembre scenderemo in piazza per non fermarci.

Abbiamo aderito allo sciopero della scuola dell’8 gennaio e insieme ad altri coordinamenti metropolitani stiamo organizzando diverse iniziative territoriali per permettere agli insegnanti che non possono raggiungere Roma di manifestare anche nelle città di appartenenza.

Dopo l’8 gennaio siamo intenzionati a convocare un’assemblea pubblica aperta alle realtà solidali e ai sindacati ai quali chiederemo di indire un nuovo sciopero, con manifestazione nazionale a Roma sulla base di una piattaforma rivendicativa chiara e radicale scritta con i lavoratori e per i lavoratori.

Lavoratori della scuola autorganizzati Milano
Coordinamento Lavoratori della scuola “3 ottobre” Milano

contatti: coordinamento3ottobre@gmail.com

Reso conto dell'incontro strappato dai lavoratori

ABBIAMO COMINCIATO PER NON FERMARCI!Non siamo disponibili ad accettare nessun tipo di promessa, alla clamorosa ingiustizia contro i lavoratori della scuola risponderemo con la forza della lotta. L'8 gennaio sciopereremo e torneremo a presidiare gli uffici della periferia dell'impero. Siamo consapevoli che non basterà una sola giornata di sciopero per questo invitiamo le realtà solidali e il sindacalismo conflittuale a partecipare ad un'assemblea per elaborare insieme una piattaforma rivendicativa radicale che lanci un nuovo sciopero della scuola per la giornata del 2 febbraio.

Pubblicato da Lavoratori della Scuola Auto-Organizzati su Mercoledì 27 dicembre 2017

Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.