Le elezioni catalane hanno portato con loro varie sorprese: il blocco indipendentista manterrà la maggioranza nel parlamento catalano; Ciudadanos [“Ciutadans” in catalano, ndr] è schizzata in testa nelle percentuali di voti raccolti; c’è stato un record di partecipazione al voto; il PP va verso la marginalizzazione; la CUP e Podemos hanno visto crollare il numero dei loro deputati , tra le altre cose, come illustrato in El Sí a la república catalana gana en votos y escaños las elecciones del 155.

 

Ciudadanos smetterà di essere la copertura del PP?

Per la prima volta in Catalogna un partito di destra (non sovranista) ha vinto le elezioni nel Principato [antico titolo della Catalogna, ndr]. Senza dubbio questo partito non è il Partito Popolare. Si tratta di uno schiaffo violento che il partito di Rajoy difficilmente riuscirà a superare: il PP, infatti, tenta di conquistare uno spazio nella realtà politica catalana dal 1984. Oggi la vittoria di Cs lo costringe, al contrario, alla marginalità.

Ciudadanos ha ottenuto 37 seggi e poco più di un milione di voti. Risultati che non sono mai stati raggiunti dal PP. Rajoy, con l’appoggio del Cs e del PSOE, ha messo in campo l’articolo 155, ma il più grande beneficiario di questa misura è stato il Cs . Questa sorprendente vittoria non è stata raggiunta perché si sia imposto il blocco del “155” ( Cs, PSOE, PP). Ciò dimostra in che modo Cs ha sfruttato questa “coalizione”: Cs è cresciuto soprattutto e grazie a questo blocco, acquisendo, probabilmente, i voti dell’elettorato di una “indecisa” Catalunya en Comun. Il voto utile della destra ha giocato un ruolo importante in queste elezioni.

La campagna di Ciudadanos in Catologna è stata portata avanti sulla base di due idee direttrici. La più importante riguarda il mantenimento dell’unità con la Spagna. In tutto lo stato spagnolo per mesi Cs ha tifato per l’applicazione dell’art. 155. L’altra direttrice ha, invece, a che fare con l’economia. Cs aveva un programma strutturato in 10 punti e 350 proposte. Fra queste occupava un posto privilegiato la “ricostruzione della classe media e della classe lavoratrice”, assieme ad una serie di misure sociali. Al contrario tutto il discorso sui ticket e le misure per incrementare le privatizzazioni è stato pressoché taciuto.

I due profili che questa destra neoliberale ha mostrato in ogni occasione utile le hanno permesso di guadagnare i voti di un ampio settore della classe lavoratrice. Il fenomeno della trasformazione del “cinturòn rojo” (“cintura rossa”, riguardo il voto alla sinistra) in “cinturon naranja” (“cintura arancione”) era già presente da alcuni anni nell’area metropolitana di Barcellona: Ciudadanos è avanzata in municipi importanti come Barcelona, L’Hospitalet, Cornellà, Santa Coloma, Badalona e molte altre, ottenendovi più di 400.000 voti.

Ciudadanos ha altresì ottenuto una buona parte dei propri voti tra i lavoratori di famiglie che negli anni ’60 sono emigrate da altre parti dello Stato in cerca di lavoro. Famiglie che in generale vivono in quartieri malandati a causa della crisi economica, a causa dei tagli, con una disoccupazione a due cifre, con redditi molto bassi. Questi settori sociali hanno identificato Convergencia ed il suo successore PDeCAT come i responsabili degli attacchi sociali ed i campioni della corruzione del 3% quando ci sono famiglia che devono regolarsi per arrivare alla fine del mese. Il malessere è sfociato, in questa occasione, in un consenso al partito di destra Ciudadanos.

 

Una nuova destra per rafforzare il Regime del 78?

Il partito di Rivera, avendo ampliato i suoi orizzonti al resto dello Stato spagnolo, è stato capace di ingoiare in un boccone la formazione di Rosa Dìez (forse c’è qualcuno che si ricorda che una volta è esistito un partito chiamato UPyD). Adesso in Catalogna pare che Cs stia ripetendo la stessa operazione con i popolari, ne sarà capace? Vedremo.

Se nelle elezione generali dello scorso anno è riuscito a mala pena a conquistare alcuni deputati al PP, non si è sicuramente avvicinato al risultato di sorpassarlo. Però dopo la vittoria di Ciudadanos in Catalogna, si incomincia già a parlare della sua espansione al resto dello Stato spagnolo.

Ciudadanos, a differenza del PP, non porta con sé un passato ricco di casi di corruzione. Ciudadanos, a differenza del PP, non ha personaggi di spicco appartenenti a famiglie direttamente discendenti dal franchismo. Ciudadanos, a differenza del PP, non ha l’onere di gestire la crisi finanziaria né nello stato spagnolo, né in alcuna comunità autonoma. Ciudadanos è stato capace di appoggiare il PSOE in Andalucia e anche il PP a Madrid; Rivera è un miglor oratore di Rajoy, che è molto carente su questo versante. Per concludere, Ciudadanos può apparire come una destra “più limpida” e “moderna” che non quella dei vecchi malefici del PP.

Rivera e suoi amici dell’Ibex35 [indice della borsa spagnola, ndr] hanno un’opportunità straordinaria per approfittare della rovina del PP e cercare di operare quel sorpasso che non è riuscito a Podemos nei confronti del PSOE. Oltre la possibilità di appoggiarsi sulla larga vittoria catalana, questa destra “moderna” potrà appoggiarsi alle misure che farà votare al PP come nel caso della riduzione dell’IRPF. È probabile che a partire da ora fino alla fine della legislatura si avranno delle strette relazioni fra le destre spagnole, dove ognuno cercherà di avvantaggiarsi in vista delle prossime elezioni generali.

Il regime del 78 è riuscito a superare la crisi del PSOE grazie ad un chiaro “addomesticamento” di Podemos. Adesso dovrà probabilmente affrontare una nuova crisi, quella del PP. Fin ad ora la formazione erede del franchismo è riuscita ad evitare in maniera sorprendente che la crisi e la corruzione la mandino gambe all’aria. Ma, dopo il voto catalano, è possibile che il suo elettorato concluda che “Rajoy è nudo”.

A livello europeo si stanno sviluppando nuovi partiti di destra e di sinistra, soprattutto nei paesi dove la crisi economica si è fatta sentire maggiormente. In questo caso rientrano in particolare la Grecia, l’Italia e la Francia. Senza andare molto lontano, l’ex primo ministro francese Manuel Valls ha appoggiato Rivera in questa campagna elettorale. Valls si è sempre posizionato nell’ala destra del Partito Socialista francese, con cui ha però rotto recentemente con l’intenzione di unirsi alla “nuova destra” francese di Macron. Potrà Rivera essere il nuovo Macron spagnolo? Vedremo.

La verità è che il regime del 78 sta dando chiari segni di usura e si sta cercando di riabilitarlo dall’alto. Si è parlato in non poche occasioni di rinnovare i patti della Moncloa in modo tale da creare istituzioni più potenti che permettano di proseguire nel piano di ricentralizzazione, essendosi rifatti una verginità. Un restauro che cambia tutto per non cambiare niente e, nel mentre, ri-centralizza.

Non è possibile sapere se la manovra avrà buon esito, ad ogni modo prima o poi questa dovrà essere attuata, perché si vorrà continuare ad applicare riduzioni salariali ai lavoratori e tagli al welfare. La classe lavoratrice dovrà quindi essere pronta a rispondere a questi attacchi: proprio per questo motivo è necessaria la costruzione di una sinistra che superi i limiti dell’attuale riformismo, che sia anticapitalista e rivoluzionaria.

Guillermo Ferrari

Traduzione da Izquierdadiario.es

 

 

Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.