Ieri, alle 8:00 della mattina, carabinieri e PM della procura di Verona, hanno fatto irruzione nella casa di Roberto Malesani, Coordinatore di Verona e Vicenza del sindacato ADL Cobas. Motivazione? Una perquisizione atta a reperire materiale cartaceo o telematico che provasse la sua colpevolezza nell’aver istigato i lavoratori di un magazzino logistico al centro di una dura vertenza a Mozzecane, provincia di Verona.

 

La vertenza

La lotta a cui si fa riferimento è quella che riguarda i lavoratori del magazzino di Rossetto, un caso “da manuale” per chi ha a che fare con le vertenze del settore logistico. Un anno fa i lavoratori denunciano l’utilizzo, da parte della cooperativa da cui sono assunti, di un CCNL che non è quello della logistica e trasporto merci ma un contratto non nazionale e che permette condizioni di sfruttamento più pesanti per i lavoratori stessi. Si ottiene, almeno fino a gennaio di quest’anno dei miglioramenti sulla paga oraria pagate però con ritorsioni da parte dell’azienda sotto forma di lettere e provvedimenti disciplinari, in un tira e molla che ha visto coinvolti anche tavoli con sindaco di Mozzecane e del prefetto. Nonostante tutto questo i lavoratori vengono licenziati il 31 marzo 2018: la società decide di rescindere il contratto d’appalto con la cooperativa G.D.B. e allontanare così i lavoratori non riassumendoli nella cooperativa entrante, chiara infrazione alla clausola sociale presente nel nuovo CCNL della logistica che, per quanto la metta in maniera piuttosto “morbida”, obbligherebbe ad ogni cambio di appalto a mantenere tutti i lavoratori nell’impianto a meno di “motivi oggettivi”.

 

Gli scioperi e la repressione

A questo punto i lavoratori organizzatisi nell’ADL Cobas decidono per il rallentamento e il presidio dei cancelli del magazzino. Nelle numerose giornate di lotta a cui si è dato vita negli ultimi mesi (con particolare riferimento alle giornate dell’8 marzo e del 26 aprile) ci sono anche stati momenti di tensione notevole, in una delle quali un lavoratore scioperante viene investito da un’automobile nel tentativo di forzare il picchetto, e hanno visto la partecipazione di centinaia di operai di altri magazzini accorsi in appoggio dei propri colleghi e compagni di sindacato. Proprio queste giornate di lotta hanno spinto la procura di Verona a colpire il Coordinatore della sigla sindacale. Le accuse che gli vengono mosse sono le stesse con cui altri decine di compagni e lavoratori dei sindacati conflittuali all’interno del mondo della logistica vengono accusati: istigazione alla violenza privata e violenza privata.

L’ADL Cobas ha risposto con un duro comunicato in cui denuncia l’atto di intimidazione e repressione di fronte ad atti di sciopero duro in risposta alle “azioni ignobili messe in atto da cooperative e committenti che sfruttando una normativa vergognosa possono licenziare i lavoratori con la tutela della legge”. Anche i magazzini di Padova e Verona in cui i lavoratori sono organizzati dal Si Cobas hanno indetto per oggi un’ora di sciopero in solidarietà contro la repressione e per la difesa del diritto di sciopero per tutti i lavoratori e le lavoratrici.

 

Ciemme