Il comandante capo della Policia Nacional Catalana denuncia Veronica Landa, giornalista di Izquierda Diario, nodo spagnolo della Rete Internazionale di giornali militanti e nostro gruppo nella penisola iberica. Un attacco del tutto politico.
Ancora in aumento l’ondata repressiva in Catalogna. Stavolta, a subire l’attacco diretto alla propria libertà di espressione è stata la redazione di Izquierda Diario. Nello specifico, la compagna e giornalista Veronica Landa, militante del gruppo femminista “Pan y Rosas” e appartenente alla gioventù di “Contracorriente” sarà costretta a comparire in giudizio il prossimo 2 di giugno.
E’ stata denunciata con l’accusa di calunnia, dal comandate capo della polizia nazionale catalana, Sebastian Trapote, per aver pubblicato un articolo nell’aprile del 2017.
L’articolo in questione (riportato da più testate giornalistiche) tratta di diversi casi di tortura e di maltrattamenti avvenuti in Spagna negli ultimi 30anni, riguardanti soggetti che si trovavano sotto custodia della polizia. Curioso è – secondo Landa – che la maggior parte di questi procedimenti intrapresi si siano conclusi con indulti, assoluzioni o archiviazioni.
Tra i vari casi trattati nell’articolo si fa riferimento anche alla morte di un detenuto avvenuta nel 1974 per mano dell’attuale Jefe della Polizia Nazionale Catalana. In circostanze poco chiare (soprattutto alla famiglia della vittima, che lo ha citato in giudizio) sembra che Trapote abbia sparato alle spalle e da corta distanza a Jose Luiz Herrero Luiz, mentre era detenuto. Nel 1977 il caso fu archiviato, in quanto rientrava tra gli indulti concessi tra il 1975 e il 1977.
Articolo scomodo, dunque, quello di IzquieraDiario, che mette in risalto l’impunita’ per gli agenti di polizia e mostra una netta continuità degli agenti con quelle che erano le modalità delle forze di polizia durante la dittatura del Regime del ’78.
La redazione di Izquiera Diario considera questa denuncia come un attacco al proprio giornale e alla libertà di stampa in generale. I fatti riportati dall’articolo della Landa, infatti, sono oggetto di sentenze già passate in giudicato e ovviamente, sono stati riportati anche da media nazionali maggiori, come IL Periodico de Catalunya o EL Pais.
Non possiamo allora non considerare questa denuncia come un tentativo da parte dell’organo di polizia nazionale di insabbiare (ancora una volta) fatti riguardanti torture o maltrattamenti di questo genere. ( dal 2000 il Tribunale Europeo dei Diritti Umani ha condannato in 8 occasioni la Spagna per non aver investigato casi di tortura).
Da settembre scorso sono stati denunciate persone solo per aver partecipato a manifestazioni di protesta contro le cariche della polizia avvenute durante il 1-O. Persone denunciate addirittura solo per aver esposto un cartello al balcone chiedendo la ritirata della policia nacional e della guardia civil, ormai presenti in pianta stabile in Catalogna da settembre. O ancora, si puo’ citare il caso del direttore del collegio di Sant Joan di Villatorrada, accusato del ‘’delitto di odio’’ per essersi fatto fotografare con un naso da clown al fianco di un agente della guardi civil.
Pretendere che non si possa criticare l’operato attuale della Polizia, o che non si debba parlare di fatti del passato che riguardano agenti ancora in servizio, è cosa inaccettabile. E’ un tentativo di censura.
Ci associamo ai compagni della redazione di Izquierda diario impegnati ad organizzare una forte campagna democratica e di lotta per dar voce a tutte quelle situazioni, che fino a questo momento hanno visto prevalere il silenzio. Quello stesso silenzio tanto voluto da chi, nasconde nelle proprie radici i resti del regime della dittatura di Franco, periodo storico in cui si formarono molti dei suoi politici, giudici e forze dell’ordine.
Giuseppe D’Anna
Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.