Riceviamo e pubblichiamo un articolo prodotto dal Collettivo Nadezhda di Napoli sul ministro della famiglia del governo Lega-5Stelle, Lorenzo Fontana, leghista, le cui posizioni misogine, omotransfobiche, antiabortiste e sostenitrici della “famiglia tradizionale” danno il senso del segno politico reazionario del nuovo governo.

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Sin dall’esito delle elezioni di Marzo, abbiamo sentito invocare al “governo del cambiamento”, ma “cambiamento” è una parola vuota se non se ne indica il contenuto e , se fino ad adesso non avevamo dubbi sul fatto che non si stesse preparando un cambiamento rivoluzionario , ora che si è finalmente formato, abbiamo la certezza che questo governo “tencopopulista” prova , da una parte, a mantenere degli elementi di continuità con i vecchi governi in modo da riuscire a rappresentare anche gli interessi dei grandi industriali e ,dall’altra, ad avanzare in modo reazionario e conservatore nell’ambito delle politiche sociali.

Coerentemente con tutto ciò si inserisce l’assegnazione dell’incarico come ministro della famiglia al convinto leghista Lorenzo Fontana che, insieme ad altre varie nomine (in particolare quella di Matteo Salvini come ministro degli interni), caratterizza questo nuovo governo come un governo di estrema destra.

Un governo di estrema destra che sfrutta i malumori della gente più povera o impoverita dalla crisi e dalle conseguenti leggi di austerità, spingendo verso politiche reazionarie e populiste ad iniziare da quella di “chiusura delle frontiere” o di demonizzazione degli immigrati in quanto causa di tutti I mali del Paese, fino a quelle omofobe e ultracattoliche di “difesa dalle famiglia tradizionale”.

Lorenzo Fontana, leghista già dall’età di 18 anni, antiabortista, contro gli omosessuali, difensore della “famiglia naturale” , artefice della bocciatura al Parlamento Europeo della “relazione Estrela” sui diritti sessuali e riproduttivi che promuoveva l’aborto come diritto umano, la fecondazione assistita anche a single e lesbiche e un’educazione sessuale adeguata per i bambini nel nome di una lotta decisa contro ogni discriminazione di genere e di una cultura della contraccezione che avrebbe permesso la prevenzione di gravidanze indesiderate.

Ricordiamo bene i suoi legami con l’associazione Pro Vita Onlus e l’accoglienza riservata all’autobus che a Febbraio promuoveva l’iniziativa “Stop-Gender. Bus della Libertà, le Manif pour tous Italia” e recava lo slogan “Non confondete l’identità sessuale dei bambini”. Il bus, cacciato da Torino, è stato ricevuto a braccia aperte a Verona dall’allora vicesindaco Lorenzo Fontana che ha subito espresso la sua solidarietà per il comitato di cittadini CitizenGo organizzatori dell’iniziativa, i quali sostengono di essere “dalla parte della tutela dei bambini e della famiglia” e che “i bambini sono maschi e le bambine sono femmine punto.”

Convinte di una responsabilità congiunta di Lega e Movimento 5 Stelle per aver ceduto a tale nomina, crediamo quantomeno singolare la dichiarazione che riportiamo di seguito dell’ormai “nostro” ministro,ed utile ad evidenziare le contraddizioni su cui si fonda l’attuale governo. Potranno illudersi i più, ma non noi femministe rivoluzionarie che, non pensando di poter chiedere nulla, siamo consapevoli di dovere lottare per conquistare tutto:
“Il Movimento 5 Stelle vuole liberalizzare in modo indiscriminato la pratica abortiva, riducendo a una quota sostanzialmente rappresentativa il numero degli obiettori di coscienza e adducendo le solite motivazioni care ai radicali e alla sinistra, una di stampo culturale e cioè che lo Stato è laico, e l’altra meramente pratica secondo cui la presenza degli obiettori aumenta il ricorso agli aborti clandestini. Sono tesi semplicistiche e superficiali”.

Da sottolineare è l’incapacità di cogliere la complessità della questione: la morte di donne a causa dell’aborto clandestino potrà pure sembrare una motivazione banale, quasi una scusa alle orecchie poco affinate all’ascolto di chi si finge sordo, ma bisogna riconoscere che in realtà non solo, l’aborto clandestino, uccide ma uccide le donne più povere che non possono pagare cliniche private a differenza di chi ha i mezzi e può trovare più facilmente il modo di sottrarsi anche alla più reazionaria delle leggi.

Ma non contento il ministro ha anche sostenuto che:
”Se non si rispetta la vita dal concepimento alla fine naturale si arriva ad aberrazioni come quelle di cui siamo stati e siamo testimoni. E’ tipico delle dittature: il nazismo omologava per razza, il comunismo per classe sociale e oggi si tenta di omologare per interessi economici o per concezioni di vita.”

E ancora, durante un convegno sulla famiglia naturale organizzato dall’associazione Pro Vita Onlus dal titolo “La famiglia sotto attacco?”, Fontana ha dichiarato: 
”Attaccano il valore della famiglia naturale, che è l’anello di congiunzione più importante tra l’individuo e la comunità, per indebolire sia la persona che la società e renderle entrambe più vulnerabili, manipolabili al fine di dominarle. Infatti una comunità composta da famiglie che si tramandano, di generazione in generazione, i propri valori, le proprie tradizioni, la propria identità è una comunità più forte, difficilmente manipolabile e dominabile.”

Da questo deriverebbe sempre secondo Fontana che i «nostri popoli sono sotto attacco» e quindi loro sono i «crociati che combattono non con le spade, ma con gli strumenti della cultura, dello studio e dell’informazione veritiera e corretta una battaglia difficile e faticosa, ma che comunque condurrà alla vittoria».

E’ evidente, da queste parole, un totale ribaltamento della realtà tipico di chi utilizza la retorica della difesa per attaccare, dichiarando apertamente una guerra a tutte le minoranze, ai diritti fondamentali che non piacciano all’elettorato più affezionato della Lega, alle donne, che vengono identificate e difese solo nel loro ruolo di madri e casalinghe, al mondo LGBTQI che viene ancora una volta presentato come qualcosa di “anormale”, ai comunisti perché notoriamente contro la famiglia tradizionale, ecc.

Hanno dichiarato un guerra fatta a colpi di cultura, non certo di spade, come dice il caro ministro, affinchè non venga paragonato a particolari dittature storiche da cui sicuramente prende le distanze ma le cui politiche non differiscono molto.

Noi, prima come donne, gay, trans e poi come femministe rivoluzionarie gridiamo a gran voce che né questo, né nessun ministro ci rappresenta!

N.B in foto, il ministro Fontana che nel 2015 partecipò al “Family Pride” di Verona, un evento anti-gay oganizzato da Forza Nuova e dal circolo Christus Rex gestito. In quell’occasione manifestò contro le famiglie gay al fianco di Yari Chiavenato (ex responsabile di Forza Nuova che vanta guai giudiziari per risse e aggressioni, nonché per il manichino nero impiccato allo stadio di Verona) e Luca Castellini (un capo degli ultrà che è anche il coordinatore del Nord Italia di Forza Nuova e che alla festa dell’Hellas del luglio 2017 aveva gridato dal palco: «Chi ha permesso questa festa, chi ha pagato tutto, chi ha fatto da garante ha un nome: Adolf Hitler!»).

Fonte : https://gayburg.blogspot.com/…/il-ministro-fontana-e-la-sua…

Collettivo Nadezhda