Il mese scorso, la FILCAMS CGIL ha stipulato con la catena di supermercati Esselunga un accordo che sancisce la completa liberalizzazione del lavoro nei giorni festivi, già ottenuta de facto dall’azienda negli anni passati facendo firmare ai propri dipendenti contratti individuali che li obbligavano a presentarsi in cassa o in corsia quasi tutte le domeniche.

Grazie al nuovo contratto integrativo, infatti, i lavoratori di Esselunga avranno 5 cinque domeniche libere all’anno per i full time e 3 per i part time; “Un miglioramento rispetto alla condizione di partenza”, dichiarano i funzionari sindacali, i quali però dimenticano che il CCNL del commercio, di domeniche libere annuali, ne prevede come minimo 25! In altre parole, le burocrazie di Cgil-Cisl e UIL hanno cercato di vendere come un successo un accordo che invece peggiora in maniera drastica il famoso “minimo sindacale” contenuto del contratto nazionale di categoria.

Non è certamente il primo caso in cui ai lavoratori viene offerta dai loro rappresentanti nient’altro che la resa ai diktat dei padroni; è anzi l’ennesimo episodio che ci suggerisce come la battaglia contro funzionari sempre più asserviti e per un sindacato di classe sia più urgente che mai.

 

Azimuth

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