Riportiamo l’appello del Si Cobas in difesa delle libertà sindacali e democratiche contro i provvedimenti repressivi contro due responsabili del sindacato in provincia di Prato. Il compagno e la compagna colpiti da tali provvedimenti si erano esposti per la lotta alla tintoria DL nella quale decine di lavoratori avevano scioperato contro turni massacranti e irregolarità in busta paga. In calce all’articolo la mail a cui mandare le adesioni all’appello. La solidarietà è un’arma, usiamola!

 


 

Appello per la difesa delle libertà sindacali e democratiche

 

Di seguito l’appello delle RSA Si Cobas contro i Fogli di Via disposti dalla Questura di Prato nei confronti di Luca Toscano e Sarah Caudiero. Per adesioni scrivere a sicobasfirenze@gmail.com.

 

Con queste righe vogliamo esprimere la nostra preoccupazione ed indignazione per i provvedimenti di limitazione delle libertà personali disposti dalla Questura di Prato nei confronti di Luca Toscano e Sarah Caudiero, entrambi responsabili territoriali del sindacato Si Cobas.
Il divieto al rientro nel territorio del Comune di Prato per due attivisti sindacali è un fatto inedito ed allarmante per lo stato di salute delle libertà costituzionalmente garantite. L’accusa di “pericolosità sociale” riferita all’esercizio del diritto di organizzazione sindacale nonché del diritto di sciopero, infatti, non può che essere letta come un attacco a quelli che sono e – devono continuare ad essere considerati – pilastri della vita democratica dei nostri territori.
Riteniamo paradossale il fatto che ai due sindacalisti destinatari di “Foglio di via obbligatorio” sia contestato in particolare l’attivismo nel contrasto ai gravissimi fenomeni di illegalità, sfruttamento e caporalato che continuano a caratterizzare in maniera importante il settore del tessile pratese, ed in particolare quello a conduzione cinese: un vero e proprio cancro contro cui la sindacalizzazione dei lavoratori e gli scioperi di questi mesi si sono dimostrati un importantissima cura ed anticorpo. Solo poche settimane fa, dopo 16 giorni di sciopero, si chiudeva positivamente la vertenza dei lavoratori della Tintoria DL con un accordo che portava alla regolarizzazione dei lavoratori impiegati “a nero”, il ripristino della legalità in materia di lavoro e l’applicazione del CCNL, superando quindi una condizione gravissima di caporalato (ed evasione fiscale e contributiva) denunciata dai lavoratori. Un fatto importante capace di aprire nuove speranze e possibilità nella direzione della riaffermazione della dignità del lavoro sul territorio di Prato. Un fatto che, incredibilmente, diventa invece il principale sintomo della supposta pericolosità sociale dei due sindacalisti nella incomprensibile narrazione della Questura.
Il tentativo di ascrivere a fattispecie da codice penale l’attività sindacale, o addirittura – come in questo caso – l’utilizzo di “misure di prevenzione” ereditate dal ventennio fascista, segnalano un tendenza inaccettabile a voler considerare, ridurre e trattare i conflitti sindacali come un fatto di ordine pubblico.
Richiediamo quindi al Prefetto di Prato, a cui i due sindacalisti hanno annunciato l’intenzione di voler presentare ricorso gerarchico, di annullare ogni effetto dei suddetti provvedimenti e di garantire quindi il libero esercizio dell’attività sindacale e del diritto di sciopero sul territorio pratese.

 

Primi firmatari:
R.S.A. Si Cobas Tintoria DL, Gm Industry, Grucce Creations, Tintoria Fada, Tintogroup, Stamperia Rosso, Panificio Toscano, TNT Global Express, GLS Italy, SDA Courier, Zara, Susa Trasporti, BetaTrans, Fercam