Da diversi mesi è di dominio pubblico l’acquisizione da parte di Conad di tutti i punti vendita Auchan (noto marchio francese) sul territorio italiano. Conad, acquisendo gli svariati punti vendita a marchio Auchan presenti in Italia, sembrava voler raggiungere una nuova supremazia nel mercato italiano, andando a superare di diversi punti il gruppo COOP, finora leader assoluto nel campo dei supermercati e della grande distribuzione organizzata. Probabilmente diversi lavoratori Auchan, avranno pensato, alla notizia dell’acquisizione di Conad, di poter migliorare la propria condizione lavorativa magari perché passati ad un marchio italiano, ma le speranze sono state presto disattese.

Andando ad analizzare la condizione attuale dei lavoratori ex Auchan pare ormai chiaro che parecchi di essi sono rimasti in balia degli eventi, senza sapere cosa li aspetta per il domani. È ormai nota la volontà di Conad di ridurre le superfici di alcuni punti vendita, che evidentemente non riescono a fatturare abbastanza per poter rimanere così estesi, ma questo comporta degli esuberi e di conseguenza persone che si ritroveranno senza lavoro da un momento all’altro, a qualsiasi età e senza possibilità di ricollocazione presso altri punti vendita del territorio.

Inoltre alcuni dei punti vendita acquisiti sono stati ceduti a piccoli imprenditori, che sì, hanno tenuto i vecchi commessi, ma che non hanno rinnovato il contratto di questi ultimi agli stessi livelli ottenuti negli anni, quindi molti lavoratori si sono ritrovati con condizioni peggiorative rispetto il precedente contratto. In alcuni casi c’è stata una vera e propria selezione da parte dei nuovi imprenditori sul personale, ovviamente favorendo i più produttivi e necessari e escludendo una parte dei lavoratori meno esperti o più facilmente rimpiazzabili.

Quello che sarebbe giusto rendere noto, però, è la precarietà che coinvolge tutti i lavoratori ex Auchan, dal momento che anche quelli che sono stati riassorbiti, non hanno certezza che il loro contratto sia continuativo, vista la volontà di Conad di valutare l’andamento finanziario dei punti vendita, e in caso fosse negativo chiudere definitivamente altri punti vendita. Quello che più lascia sgomenti e turbati e la totale assenza di strategie pianificate in precedenza, proprio per evitare tutta questa situazione vacillante, che rende precaria la vita di migliaia di famiglie. Lavoratori trattati come merce, usata per anni, ormai logora, che senza rispetto viene gettata nel cestino più a portata di mano, nessun rispetto per le persone che hanno investito anni e anni della loro vita in questo lavoro. Conad ha pensato bene di comprare a basso prezzo una catena enorme di supermercati, e poi farne profitto sulla pelle dei lavoratori, ricollocandone alla meno peggio alcuni e lasciandone a casa tanti altri, le ultimissime notizie parlano infatti complessivamente di oltre 800 licenziamenti solo in prima battuta (in particolare la metà di questi collocati a Rozzano in Lombardia) e non saranno gli unici, dato che Conad ha già comunicato 3.100 esuberi totali.

Come sempre alla fine della giostra i lavoratori sono soli, alla faccia degli slogan opportunisti e ipocriti delle aziende della grande distribuzione organizzata: dovranno lottare o investire tutte le loro forze per cercare di ottenere qualcosa, qualcosa che serve per vivere, e che nessuno, nella realtà dei fatti fuori dalla retorica della democraticista piccoloborghese, ci assicura: il lavoro.

Matilde

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