Ottant’anni fa, i fascisti americani riempirono il Madison Square Garden a New York. Il cortometraggio documentario “A Night at the Garden” mostra scene inquietanti del raduno nazista. Quello che non mostra, è come i trotskisti del Socialist Workers Party diressero la contromanifestazione di oltre 50.000 persone intorno all’arena.


Il film di sette minuti “A Night at the Garden” è stato nominato per il miglior cortometraggio documentario agli Oscar dell’anno scorso. Non ha vinto, ma vale la pena di vederlo. Mostra scene di un raduno nazista di oltre 20.000 persone, mobilitato dal Bund tedesco-americano, al Madison Square Garden di New York il 20 febbraio 1939.

È inquietante vedere queste scene di 80 anni fa: squadristi fascisti che sventolano bandiere americane e svastiche mentre salutano Adolf Hitler e George Washington. Ma è ancora più inquietante vedere le somiglianze del raduno con la politica fascista di oggi. Quando un manifestante salta sul palco e viene affrontato e trascinato via da guardie e poliziotti, chi non riesce a pensare a un raduno di Trump? In tempi di crisi, le folle della classe media si lasciano agitare da slogan autoritari e xenofobi.

Il documentario mostra solo alcuni frammenti delle proteste al di fuori del Madison Square Garden. Più di 50.000 lavoratori di New York si unirono alle proteste. Quasi 1.800 poliziotti a cavallo – la più grande operazione di polizia della storia della città – si schierarono per proteggere i nazisti.

Chi organizzò queste proteste? Non la leadership stalinista del Partito Comunista, che si rifiutò di partecipare, così come le organizzazioni ebraiche. Il sindaco – la cui nomina era stata promossa dal Partito Laburista Americano – sostenne il diritto dei nazisti alla “libertà di parola”.

L’organizzazione della contromanifestazione fu presa in mano dai trotskisti del Socialist Workers Party (SWP). Erano una piccola organizzazione, ma reclamavano un ampio fronte unico della classe operaia per sconfiggere il fascismo. Denunciarono la polizia capitalista e combatterono per organizzare guardie di autodifesa dei lavoratori.

Ripubblichiamo qui di seguito un rapporto apparso per la prima volta sul giornale del SWP Socialist Appeal il 24 febbraio 1939. Fu ristampato nell’Education for Socialists Bulletin nel 1976 e più tardi nel Marxist Internet Archive.

 

50.000 anti-nazisti rispondono all’appello del SWP

1.780 poliziotti di LaGuardia proteggono i nazisti dall’ira dei lavoratori in un attacco brutale ai dimostranti

Una manifestazione imponente e combattiva di cinquantamila lavoratori si è riunita vicino al Madison Square Garden lunedì sera per protestare contro la prima grande mobilitazione fascista a New York.

Oltre ai cinquantamila manifestanti che hanno risposto all’appello del Socialist Workers Party per una mobilitazione dei lavoratori contro l’adunata fascista, le stime ufficiali della polizia fornite alla stampa ne hanno contate altre cinquantamila tra gli spettatori. Questi ultimi, con poche eccezioni, hanno espresso la loro simpatia per le rivendicazioni e gli slogan delle migliaia di manifestanti. Con una brutalità che ricordava i giorni dei cosacchi zaristi, 1.780 agenti della polizia del sindaco La Guardia, il maggior numero di poliziotti mai raccolti in città contro una sola manifestazione, ha picchiato e calpestato sotto gli zoccoli dei cavalli decine di lavoratori in un tentativo infruttuoso di interrompere la manifestazione. Dalle 18 alle 23, gli operai si sono impegnati in una serie di aspri scontri con la polizia.

 

La partecipazione supera ogni speranza

La dimensione della contromanifestazione dei lavoratori ha superato di gran lunga le aspettative anche dei più ottimisti.

Prima dell’incontro nazista si era cercato di minimizzare il significato dell’appello del Socialist Workers Poarty, di soffocarlo con una campagna di silenzio e di sabotarlo direttamente.

I critici superficiali dei “trotskisti” del campo socialdemocratico hanno cercato di eliminare la contromanifestazione con discorsi ridicoli e sdegnosi sulla nostra presunta insignificanza. Né il partito socialista di Norman Thomas né la Federazione Socialdemocratica avrebbero preso coscienza della richiesta della manifestazione, tanto meno l’avrebbero appoggiata. Non si trovavano da nessuna parte nella manifestazione.

 

Il ruolo del PC è spregevole

Gli stalinisti hanno svolto un ruolo particolarmente spregevole, che ha suscitato un diffuso sconcerto e confusione nelle loro stesse file, che comprendono migliaia di lavoratori che vogliono davvero combattere il fascismo.

Il giorno della manifestazione, tutto quello che il Daily Worker aveva da dire è stato il resoconto di un discorso a favore della democrazia da parte dell’acting mayor [figura di rimpiazzo temporaneo del sindaco, ndt] Newbold Morris. Non una sola parola sui “trotskisti” o sulla loro chiamata. Sarebbe stato un po’ imbarazzante anche per degli sfaticati schiavi di penna come quelli che Stalin impiega a New York per scrivere, in questa occasione, diatribe contro i “trotsko-fascisti”!

Per quanto riguarda l’edizione del lunedì del Freiheit, organo yiddish degli stalinisti, ha risolto tutto il fastidioso problema non stampando una sola riga sulla manifestazione nazista o sulla contromanifestazione. Ha solo ficcato la testa sotto una montagna di sabbia.

Gli altri tre quotidiani ebraici di New York City – il Morning Journal conservatore, il “progressista” Day e il socialdemocratico Forward – si sono riuniti per stampare praticamente le stesse notizie e gli stessi editoriali, usando, in tutti i casi, gli stessi argomenti e in molti casi anche le stesse parole. Invece di invitare i lavoratori ebrei a manifestare contro i loro nemici giurati, i fascisti, hanno unito le mani in un appello piagnucoloso e vile ai loro lettori affinché facciano qualsiasi cosa al mondo il lunedì sera – andare al cinema, stare a casa, andare in montagna o in riva al mare – qualsiasi cosa, tranne andare alla manifestazione antinazista.

 

L’appello radiofonico di Morris

Il sindaco ad interim Newbold Morris ha lanciato uno speciale appello dell’ultimo minuto alla popolazione di New York City affinché stia lontana dal nostro raduno.

“Mi sono giunte informazioni”, ha detto questo pomposo professionista democratico, “che alcuni cittadini, indignati alla riunione del Bund di stasera al Madison Square Garden, stanno pianificando di essere presenti all’ingresso del Garden per esprimere il loro disappunto. Nell’interesse dell’ordine pubblico, voglio esortare tutti i cittadini che non sono interessati all’assemblea a rimanere lontani dal Garden e dalle sue immediate vicinanze”.

Questa dichiarazione, trasmessa alla radio prima dell’incontro e, naturalmente, in evidenza più tardi dal Daily Worker , è stata pensata per ridurre la manifestazione indetta dal SWP ad un insignificante pugno di individui che che l’armata di poliziotti avrebbe potuto disperdere in un lampo.

Eppure, nonostante questo imponente utilizzo di talento nel sabotaggio dai “democratici” da poltrona, i cui sforzi sono stati integrati dal ripetuto risalto dato dalla stampa capitalista al fatto che, come dice il World-Telegram, “né il partito socialista né il partito comunista di questa città avevano annunciato fino a questa mattina (lunedì) l’intenzione di dimostrare o comunque prendere atto dell’incontro”, “e che “solo” i trotskisti ci sarebbero stati – migliaia di lavoratori di New York hanno cominciato a convergere al Madison Square Garden ancor prima delle 6 di sera, cioè più di due ore prima dell’apertura della riunione nazista!

Inutile dire che non erano trotskisti, queste migliaia di lavoratori che, alle otto di sera, raggiunsero proporzioni enormi. Ma la loro presenza intorno al Garden, in risposta all’appello di un’organizzazione relativamente piccola, ha dimostrato che il Socialist Workers Party aveva misurato correttamente i sentimenti dei migliori contingenti della classe operaia newyorchese.

 

Arrivano i settori di base

Gli stalinisti, perplessi e irritati dal criminale sabotaggio della loro burocrazia, ma comunque determinati a dimostrare “ufficiosamente” contro i nazisti, che vedono chiaramente per la minaccia che costituiscono, sono venuti a migliaia al nostro raduno.

Non meno gratificante è stato il fatto che uno degli striscioni portati nella manifestazione indicava che l’organizzazione giovanile del partito socialista era venuta al raduno antinazista nonostante la malandata indifferenza degli anziani del partito.

Altrettanto stimolante è stato il contingente di lavoratori neri che si è presentato spontaneamente al tumultuoso raduno, portando i propri manifesti e cartelli, tra cui uno firmato dalla Universal Negro Improvement Association.

 

Gli squadroni si muovono verso il Garden

Alle 18 la prima squadra organizzata di membri del SWP e della Lega Socialista Giovanile (4° Internazionale) è partita da un punto centrale di raccolta per l’area del Garden. Sono seguiti in rapida successione altri tre contingenti, ciascuno assegnato ad un determinato punto di concentrazione.

Al loro arrivo, trovarono quello che il New York Times ha successivamente descritto come un muro di poliziotti, in uniforme, in borghese e a cavallo, “che hanno fatto del Madison Square Garden una fortezza quasi inespugnabile per gli antinazisti”.

Il Garden era presidiato lungo interi isolati in tutte e quattro le direzioni. Il traffico, sia veicolare che pedonale, è stato deviato nel modo più elaborato.

 

Poliziotti contro operai

A nessuno fu permesso di penetrare nel solido muro dei poliziotti senza un biglietto per la riunione nazista, acquistato in anticipo. Il più piccolo raduno di lavoratori, anche di semplici passanti, fu istantaneamente interrotto dai poliziotti per evitare una concentrazione.

Ma nonostante tutti i loro sforzi, migliaia di lavoratori provenienti da tutte le parti della regione metropolitana di New York cominciarono a radunarsi lungo le strade immediatamente fuori dal quadrilatero, principalmente sulla 48a strada a sud e sulla 51a strada a nord, premendo in entrambi i casi verso l’8a strada, sulla quale si trova l’ingresso principale del Garden.

 

Migliaia di persone applaudono il SWP

I cartelli e i manifesti del SWP si sono alzati in mezzo all’applauso di migliaia di persone. Quasi contemporaneamente, su entrambe le strade, ormai soffocate da un’enorme folla che da Broadway raggiungeva l’8a strada, è sorta spontaneamente l’iniziativa per attraversare le linee della polizia e raggiungere le immediate vicinanze del Garden.

L’azione è iniziata sulla 48esima strada. Dall’angolo dell’8a strada, dove era di stanza una solida fila di poliziotti a cavallo, serrati staffa a staffa, hanno sferrato un attacco furioso contro i manifestanti radunati. Spostandosi in entrambe le direzioni, un gruppo di poliziotti ha calpestato una folla di veterani della Prima Guerra Mondiale e ha tagliato le loro bandiere americane a pezzi, mentre un altro gruppo si è schiantato brutalmente contro la massa dei lavoratori.

 

La massa riserra i ranghi

Sebbene i cosacchi abbiano fatto ripetuti cariche tra la folla degli operai, la massa si è formata e si è riformata, coraggiosamente determinata a tenere duro fino a quando non ha raccolto le forze sufficienti per esercitare il suo diritto di riunirsi e di picchettare, che i poliziotti lo concedessero o meno.

Nel frattempo, la 51a Strada era bloccata da Broadway all’8a strada con una folla così fitta di gente che era praticamente impraticabile. Altrettanto vicina era la fila di cosacchi che si trovava alla fine dell’8a strada, sostenuta da centinaia di poliziotti a piedi. L’ondata in avanti dei lavoratori ha piegato quella linea più e più volte, ma non è riuscita a sfondare.

 

Servono guardie di autodifesa

Era evidente, soprattutto a questo punto, che anche un grande raduno di lavoratori non può facilmente raggiungere il suo obiettivo se non è stato organizzato con largo anticipo e addestrato ad agire in stretta coordinazione. Era evidente, in altre parole, che per il completo successo di una tale manifestazione è indispensabile una guardia di autodifesa dei lavoratori militante e organizzata.

La furia dei lavoratori aumentava di minuto in minuto. Continuavano a gridare con rabbia contro i cosacchi, e li fischiavano per ogni feroce incursione nella folla.

“Abbasso i terroristi nazisti”, esclamavano, rilanciando il grido del Socialist Workers Party.

“Esigiamo il diritto di picchettare!” gridavano.

Circondati da una falange indistruttibile, un oratore SWP dopo l’altro si alzò sulle spalle dei manifestanti più alti: fecero discorsi concisi e militanti ai lavoratori, che acclamarono in modo così lusinghiero da poter essere sentiti, letteralmente, a chilometri di distanza.

Max Shachtman, direttore di Socialist Appeal, è stato il primo a parlare. Ha sottolineato che l’amministrazione di La Guardia, eletta con il voto dei lavoratori di New York, mostrava una sorprendente preoccupazione per i cosiddetti “diritti democratici” degli assassini nazisti di tenere un’adunata – un insulto e una provocazione per i lavoratori della città. La stessa amministrazione, però, che offriva una protezione poliziesca senza precedenti alle bande fasciste, usava la polizia per privare i lavoratori dei loro diritti democratici, in particolare del diritto di riunirsi e dei diritti di picchetto che si supponeva fossero garantiti dalla Costituzione e da diverse decisioni della Corte federale e della Corte suprema.

Metteva in guardia i lavoratori di New York perché non si facessero cogliere di sorpresa nella lotta contro il fascismo, come avveniva in molti paesi europei. Può succedere qui, ha gridato, ma sarà troppo tardi per fermarlo – quando i campi di concentramento saranno riempiti. Il suo appello alle Guardie di Difesa dei Lavoratori come protezione contro gli assalti fascisti, sottolineato in modo così eclatante dalla condotta della polizia “democratica” di New York, è stato accolto con entusiasmo, salutato dalla folla.

Shachtman è stato seguito da altri portavoce del partito. Tra gli oratori, James Burnham, Martin Abern, direttore della rivista New International, Nathan Gould, segretario nazionale della YPSL, B.J. Widick, segretario del partito laburista, Bill Morgan, militante di spicco del movimento dei disoccupati, Richard Ettlinger, esponente di spicco tra gli impiegati progressisti, Paul G. Stevens, Irving Pankin della YPSL, e molti altri.

 

Corteo a Broadway

Improvvisamente, dopo aver resistito per tre ore, gli operai si muovono al segnale del portavoce della manifestazione e marciano per strada in una colonna spettacolare per un corteo lungo Broadway.

È passato molto tempo dall’ultima volta che il viale più famoso di New York ha visto un corteo così militante, rumoroso, determinato e grande della classe operaia. La polizia, concentrata intorno al Garden, era così sparpagliata lungo Broadway che non ha nemmeno tentato di fermare il corteo.

Gridando i loro slogan mentre marciavano lungo i marciapiedi quasi altrettanto affollati, i manifestanti, guidati dai portabandiera del Partito Operaio Socialista, hanno girato verso sud dalla 51a strada e, dopo aver raggiunto la 42a strada con migliaia di ranghi ininterrotti, si sono spostati di nuovo a ovest verso l’8a strada. A quel punto, i manifestanti hanno girato a nord e hanno proseguito in direzione del Garden, che si trova tra la 49a e la 50a strada.

 

L’attacco dei poliziotti

Proprio quando la testa della marcia ha raggiunto la 47a strada, si è imbattuta in una fila di poliziotti appena formata. Senza una parola di avvertimento hanno caricato il corteo, poliziotti a cavallo in testa, con file di poliziotti a piedi dietro di loro. I cavalli sono stati condotti dritti sulle file dei manifestanti, prima al centro della strada e poi sui marciapiedi. Le vetrine delle botteghe erano ridotte in frantumi, e gli operai feriti dalle schegge che volavano. Altri scesero sotto i cavalli, come rivelano graficamente le sensazionali fotografie pubblicate dalla stampa. I manganelli erano stati sfoderati e vibravano a volontà e ferocemente.

Questo non accadeva nella Mosca zarista, nella Berlino di Hitler o nella Roma di Mussolini. No! Questo avvenne nella New York “democratica”, sotto l’amministrazione del sindaco “progressista” La Guardia, candidato vincente del Partito laburista americano alle ultime elezioni!

Nonostante l’assalto, le linee della marcia sono state comunque riformate. La sfilata è tornata sulla 47a strada e ha proseguito ancora una volta verso Broadway. Lì si è tentato nuovamente di organizzare un incontro al Duffy Monument. Ma c’era un’altra concentrazione della polizia e ne seguì una violenta lotta.

Gli operai si rifiutarono di essere spintonati. Avevano visto molti dei loro compagni gravemente feriti e picchiati. Quando la polizia cercò di disperdere i manifestanti, incontrò la più dura resistenza.

 

La marcia termina

Infine, dopo aver sfondato la linea della polizia, la folla si è diretta verso la 49a Strada, dove la marcia è stata terminata da un annuncio di un oratore del SWP che la polizia, cercando senza successo di sfondare il fermo blocco dei lavoratori, ha cercato invano di raggiungere per poter tirarlo giù dal taxi su cui era salito per rivolgersi ai manifestanti.

Quando questi ultimi si sono dispersi, verso mezzanotte, è apparsa per strada l’edizione del martedì del Daily Worker. Per quanto possa sembrare incredibile, mentre il foglio stalinista riportava un resoconto di quanto accaduto all’interno del Garden durante la riunione nazista, non menzionava nemmeno il fatto che c’erano state decine di migliaia di lavoratori riuniti vicino al Garden in una tempestosa riunione di protesta antinazista! Dal suo rapporto si evince che i nazisti hanno tenuto la loro mobilitazione indisturbati dalla presenza di un solo lavoratore. La grande e incoraggiante manifestazione di protesta, la brutalità della polizia, che ha avuto un ruolo di primo piano in tutti i giornali capitalisti, è stata deliberatamente e completamente repressa dal giornale stalinista!

 

Il sabotaggio stalinista

Ma quel dispositivo incredibilmente stupido non salverà Browder and Co. [dirigenti del PC americano, ndt] dal rendere conto ai loro membri e ai lavoratori in generale. Tutti a New York e dintorni sanno della manifestazione, chi l’ha avviata, promossa e guidata. Tutti sanno che gli stalinisti l’hanno sabotata dal primo all’ultimo. E migliaia di persone, tra cui gli stalinisti del partito e della Lega dei giovani comunisti, sono così turbati da questa politica, che se ne vergognano così tanto, che chiederanno una risposta alla domanda che viene posta da tutte le parti.

Intanto, la risposta alla domanda più grande – come combattere il fascismo – è stata data con toni fragorosi dalla magnifica manifestazione che ha raggiunto la sua nota più alta sul grido: guardie di difesa dei lavoratori per schiacciare il pericolo fascista!

 

Articolo a cura di Nathaniel Flakin

Traduzione da Left Voice

Nathaniel è un giornalista e storico freelance che vive a Berlino. Fa parte della redazione del giornale online Left Voice. Nathaniel, noto anche con il soprannome Wladek, ha scritto una biografia di Martin Monath, un trotskista combattente nella resistenza in Francia durante la seconda guerra mondiale, pubblicata in tedesco e in inglese. È nello spettro autistico.