Ieri, alla vigilia del Primo Maggio, si sono svolte in tutta Italia una serie di iniziative e scioperi promossi dai sindacati ADL Cobas e Si Cobas e da altre organizzazioni e movimenti. Migliaia di operai si sono mobilitati per rigettare le politiche del governo e chiedere salario e salute per tutti.
Una cosa è certa di questo primo maggio: sarà una delle giornate internazionali dei lavoratori più difficili della storia recente per il proletariato in Italia e in tutto il mondo. Per milioni di lavoratori, al rischio contagio Covid-19 (rischio ribadito anche dal Presidente del Consiglio durante la conferenza stampa di questa settimana), si aggiunge la cappa pesante di repressione e privazione di diritti sindacali figlia dei DPCM e dall’interpretazione che ne hanno dato finora le forze dell’ordine, dispiegati massicciamente per le strade e davanti ai luoghi di lavoro.
Già da ieri, 30 aprile, sono iniziati gli scioperi indetti da Si Cobas e ADL Cobas nei magazzini della logistica per richiedere il rispetto delle misure di sicurezza e il loro ampliamento, un reddito sicuro per tutti e tutte e una patrimoniale del 10% sul 10% delle famiglie più ricche del paese in maniera da non scaricare l’uscita dalla crisi sanitaria (ed economica) sulle spalle dei lavoratori e delle lavoratrici. La mobilitazione che ha interessato le filiere più importanti del trasporto merci è tesa anche a rivendicare i più basilari diritti dei lavoratori, come quelli di agibilità sindacale e di organizzazione.

Scioperi e presidi si sono svolti in molti magazzini a partire da ieri mattina
Si sono susseguite anche piccole manifestazioni di dissenso e conferenze stampa, con tutte le cautele del caso necessari a causa dei rischi della pandemia, ma senza accettare la museruola della repressione. Questo fatto reso ancor più importante dopo le dichiarazioni del governo che hanno presentato la cosiddetta “fase 2” non diversamente dalla “fase 1” per tutto ciò che riguarda le limitazioni personali e collettive tranne che per gli spostamenti da e per il proprio luogo di lavoro e alcune deroghe del tutto trascurabili oltre che facilmente fraintendibili. A Roma in particolare gli occupanti casa hanno preso parola.

Gli operai del Si Cobas in isolamento a Palazzo Selam danno solidarietà ai compagni in sciopero
I movimenti per il diritto all’abitare con la rete Vogliamo Tutto, l’Asia USB e Noi restiamo hanno dato vita ad una conferenza stampa nei pressi di Palazzo Chigi rivendicando casa, reddito e dignità per tutti e tutte insistendo sulla scarsissima consistenza del governo sulla crisi che stanno vivendo milioni di persone e sulla centralità del tema casa, chiedendo il blocco degli sfratti, degli affitti e delle bollette chiedendo una vera patrimoniale e il taglio di spese inutili come le grandi opere e delle spese militari. Gli attivisti sono stati identificati dalle forze dell’ordine alla fine dell’iniziativa nonostante non fosse violata alcuna norma di sicurezza essendo rispettato il distanziamento e avendo tutti e tutte mascherine sul viso.
Casa reddito salute /// conferenza stampa /// contro la fase dello sfruttamento e della povertà /// #vogliamotutto
Pubblicato da Coordinamento cittadino Lotta per la casa su Giovedì 30 aprile 2020
La fase 2 dei lavoratori e degli occupanti inizia dunque con queste premesse dopo settimane di intimidazioni, multe e denunce ai danni di operai, militanti e sindacalisti. Che questo primo maggio possa aprire una fase di lotta operaia più acuta e intransigente contro le politiche di massacro sociale e reale dovute al coronavirus e alla sete di profitto dei padroni.
CM