Secondo l’illustre professore, scrivere #NeverBiden (“mai con Biden”, l’hashtag lanciato da un settore della sinistra USA, ndt) equivale in sostanza a rifiutarsi di votare contro Hitler. Questa è un’analogia che non funziona. Se c’è una cosa che possiamo imparare dai primi anni Trenta in Germania, è che dobbiamo lottare attivamente contro i politici capitalisti.


Noam Chomsky, professore emerito di linguistica al Massachusetts Institute of Technology, è uno degli intellettuali più noti e rispettati della sinistra statunitense. Le sue critiche all’imperialismo e ai media capitalistici statunitensi hanno riempito decine di libri, e si riconosce nell’anarco-sindacalismo e nel socialismo libertario. In un’intervista a Mehdi Hasan di The Intercept della scorsa settimana, Chomsky ha parlato delle persone di sinistra che si rifiutano di votare per Biden. #NeverBiden, ha detto, “riporta alla mente qualche ricordo”:

All’inizio degli anni ’30 in Germania, il partito comunista, seguendo la linea stalinista dell’epoca, assunse la posizione che: “tutti, tranne noi, sono socialfascisti, quindi non c’è differenza tra i socialdemocratici e i nazisti. Quindi non ci uniremo ai socialdemocratici per fermare la peste nazista.” Sappiamo dove ci ha portato. E ci sono molti altri casi come questo. E credo che ne stiamo vedendo una replica.

Continua dicendo che non votare per Biden è la stessa cosa che votare per Trump – e che votare per Trump è a sua volta un “voto per la distruzione della vita umana organizzata sulla terra”.

Con tutto il rispetto per l’illustre professore, la sua analogia cade a pezzi prima ancora che finisca la frase. Votare per Joe Biden è l’unico modo per impedire l’instaurarsi di una dittatura fascista?

La risposta ovvia è: no. Trump è già al potere e, pur essendo certamente una figura reazionaria, gli Stati Uniti non hanno eliminato le libertà fondamentali borghesi-democratiche. La campagna per la rielezione di Trump non ha nulla a che vedere con quella di Hitler, perché Hitler non si candidò mai per la rielezione, ma cambiò la costituzione tedesca per permettergli di conservare e consolidare il potere. È proprio questo il punto.

L’amministrazione Trump ha portato a un netto aumento della barbarie capitalista. Questo ha incluso attacchi razzisti contro gli asiatici-americani durante la pandemia, crimini d’odio contro i musulmani, e dimostrazioni da parte dei nazisti che Trump chiama “persone molto belle”. Ma quando vediamo le immagini orribili del governo degli Stati Uniti che arresta i genitori, bombarda i civili o mette i bambini in gabbia, non possiamo ignorare che Trump sta usando la macchina della deportazione, le flotte di droni e le gabbie per i bambini che ha ereditato da Obama e Biden. La precedente amministrazione rappresenta davvero la civiltà che Chomsky vuole difendere?

 

Difendere la democrazia?

Come socialisti, quando combattiamo contro il fascismo, non difendiamo la “democrazia” capitalista – un sistema che garantisce ricchezza per una minuscola minoranza e sfruttamento per la stragrande maggioranza, nascosta sotto una patina costituzionale. Piuttosto, difendiamo i diritti democratici della classe operaia e degli oppressi – difendiamo le organizzazioni della classe operaia, che il fascismo cerca di schiacciare. Lev Trotsky ha spiegato questa differenza:

Nel quadro della democrazia borghese e parallelamente all’incessante lotta contro di essa, nel corso di molti decenni si sono formati gli elementi della democrazia proletaria: partiti politici, stampa operaia, sindacati, comitati di fabbrica, club, cooperative, società sportive, ecc. La missione del fascismo non è tanto quella di completare la distruzione della democrazia borghese, quanto quella di schiacciare i primi contorni della democrazia proletaria. Quanto alla nostra missione, essa consiste nel porre quegli elementi di democrazia proletaria, già creati, alla base del sistema sovietico dello Stato operaio. A tal fine, è necessario rompere il guscio della democrazia borghese e liberarne il nucleo della democrazia operaia. Qui sta l’essenza della rivoluzione proletaria. Il fascismo minaccia il nucleo vitale della democrazia operaia [Il fronte unico difensivo. Lettera a un lavoratore socialdemocratico, 1933].

In altre parole, la nostra lotta contro il fascismo mira a mobilitare l’intera classe operaia con l’obiettivo di rovesciare il sistema capitalista – il sistema che, in primo luogo, dà origine al fascismo.

Trump, che si sta avvicinando alla fine del suo primo mandato, sta davvero schiacciando le organizzazioni della classe operaia? La risposta a questa domanda si trova nel fatto che Noam Chomsky, Mehdi Hasan ed io siamo tutti felici di mettere i nostri nomi e volti su Internet come avversari di Trump. La base di Trump è stata responsabile di un’ondata di attacchi razzisti. Eppure questo non è tutto ciò che il fascismo rappresenta. Siamo relativamente fiduciosi che nessuna squadra paramilitare di Trump, lavorando fianco a fianco con la polizia, ci rastrellerà.

Ma supponiamo, per ipotesi, che Trump stia gettando le basi del fascismo. Joe Biden e il Partito Democratico rappresenterebbero una difesa significativa? Biden, dopo tutto, ha fatto parte dell’amministrazione che ha perseguito più whistleblowers di qualsiasi altra amministrazione, Chelsea Manning, Edward Snowden e Julian Assange. Obama e Biden detengono ancora il record del maggior numero di deportazioni, più di tutte le precedenti amministrazioni statunitensi messe insieme.

Uno dei tanti punti di intesa tra i partiti democratici e repubblicani della classe dirigente statunitense è la loro spietata persecuzione dell’opposizione, compiuta con mezzi “democratici” e non fascisti.

 

Fronte unico

È vero, come ha detto Chomsky, che nella Germania degli anni Trenta i comunisti si rifiutarono di unirsi ai socialdemocratici nella lotta contro i nazisti, in quanto consideravano i primi “socialfascisti”. Seguivano gli ordini di Stalin, che dichiarò che la socialdemocrazia era l’ala moderata del fascismo. È altrettanto vero che i socialdemocratici si rifiutarono di stare al fianco dei comunisti, chiamando questi ultimi “fascisti rossi”. Entrambe le parti adottarono una politica assolutamente criminale che impediva al movimento operaio di serrare i ranghi contro un nemico mortale. Questo permise ai nazisti di imporre il tipo di sconfitta più devastante, una sconfitta senza che venisse sparato un colpo.

Un fronte unito avrebbe portato a un accordo su misure pratiche di autodifesa da parte di tutte le organizzazioni della classe operaia, indipendentemente dal loro programma. Trotsky ha descritto come sarebbe stata una politica di fronte unico:

Il lavoratore comunista deve dire al lavoratore socialdemocratico: “La politica dei nostri partiti è inconciliabile; ma se i fascisti vengono stasera a saccheggiare i locali ella vostra organizzazione, mi affretterò ad aiutarvi con le armi in mano. Mi promettete che, se un pericolo minaccia la mia organizzazione, correrete in mio aiuto?”. C’è la quintessenza della politica del periodo attuale. Tutta la propaganda deve essere in sintonia con questo diapason [La svolta nell’Internazionale Comunista e la situazione in Germania, 1930].

Un fronte unico antifascista non avrebbe richiesto ai comunisti di perdonare gli innumerevoli crimini dei leader socialdemocratici. La SPD soffocò la rivoluzione del 1918-19 e governò per anni la repubblica capitalista, e fu quindi responsabile dell’assassinio di migliaia di lavoratori. Il fronte unico fu una proposta di azione concreta, e un’opportunità per i lavoratori comunisti di convincere i loro colleghi che ancora riponevano le loro speranze nel riformismo.

Ciò che Chomsky propone è radicalmente diverso. Se pensa che la rielezione di Trump significherà il fascismo e l’estinzione dell’umanità, perché non chiede proteste di massa, un nuovo partito di lotta e la preparazione all’insurrezione? Di fronte a un pericolo del genere, possiamo davvero stare con le mani in mano per sei mesi e poi sperare che la catastrofe possa essere evitata mettendo un foglio di carta in una scatola? L’umanità sta sicuramente affrontando una catastrofe, ma le politiche di Biden sono fondamentalmente simili a quelle di Trump quando si tratta di permettere ai capitalisti di distruggere le fondamenta della vita umana.

La proposta di Chomsky è in realtà molto più vicina a quella dei socialdemocratici di fronte all’ascesa del nazismo. Decisero che la loro migliore scommessa era quella di votare per il generale prussiano Paul von Hindenburg. Questo aristocratico di destra, ne erano certi, non avrebbe mai permesso a un attaccabrighe come Hitler di assumere una posizione di potere. Hindenburg fu eletto presidente del Reich tedesco nel 1932 con i voti dei socialdemocratici, e, con il forte incoraggiamento dei grandi capitalisti, procedette a nominare Hitler come cancelliere. Il resto è storia.

 

Un programma di lotta

Non fermeremo Trump cercando di sostenere il sistema che lo ha generato. Trump è un prodotto del capitalismo in declino. Lo sconfiggeremo costruendo un’alternativa politica a questo sistema miserabile, un’alternativa basata sulla forza sconfinata della classe operaia organizzata in modo indipendente. Cercare di legare la classe operaia a un politico capitalista come Biden è il modo migliore per preparare nuovi mostri politici.

Abbiamo bisogno della più ampia unità possibile per fermare gli attacchi di Trump e della sua base. Questo significa mobilitare il potenziale delle persone che lavorano al fianco degli immigrati, delle persone LGBT+, degli operatori sanitari e di chiunque altro la destra si ponga come obiettivo. Non importa se queste persone sono fan di Biden, di Sanders, anarco-liberali o altro – l’unica condizione per far parte della difesa dei diritti democratici è la volontà di combattere.

Ma unità non significa fare campagna elettorale per un politico capitalista come Biden. Infatti, la posizione di Chomsky distruggerà il tipo di unità di cui abbiamo bisogno per la lotta, allontanando enormi fasce di persone che disprezzano assolutamente Biden, e per una buona ragione.

È questa la lezione dei primi anni Trenta in Germania: la presunta “difesa della democrazia liberale” finirà solo per rafforzare la destra, e l’unico modo per difendere i diritti democratici è una lotta di massa unitaria contro i capitalisti e il loro Stato.

Chomsky sta ricorrendo a un gioco di prestigio politico per ottenere il sostegno di un candidato che ha difficoltà ad ottenere qualsiasi sostegno da solo. Nel corso degli anni, Chomsky ha cercato di posizionarsi come critico anti-autoritario della Rivoluzione russa. Ma per lo più si limita a ripetere argomentazioni liberali, e questo diventa particolarmente nocivo quando scivola sul terreno della destra a proposito del movimento antifascista.

Come i marxisti russi amavano scherzare all’inizio del XX secolo, un anarchico è “un liberale con la pistola”. E Chomsky, a quanto pare, non ha nemmeno una pistola.

 

Nathaniel Flakin

Traduzione da Left Voice

Nathaniel è un giornalista e storico freelance che vive a Berlino. Fa parte della redazione del giornale online Left Voice. Nathaniel, noto anche con il soprannome Wladek, ha scritto una biografia di Martin Monath, un trotskista combattente nella resistenza in Francia durante la seconda guerra mondiale, pubblicata in tedesco e in inglese. È nello spettro autistico.