Pubblichiamo il report e le conclusioni della terza assemblea virtuale nazionale che prosegue la discussione su un programma d’emergenza e un patto d’azione di fronte alla crisi del Coronavirus e alle politiche del governo e dei capitalisti per far pagare la crisi alla classe lavoratrice.
La terza assemblea telematica [sulla scia della prima e della seconda assemblea promossa dal SI Cobas, ndr] ha visto una forte partecipazione ed un vivo dibattito: 5 ore di assemblea, oltre 200 partecipanti, 45 interventi, numerose organizzazioni politiche e sindacali, delegati di base, singoli attivisti, reti sociali.
È stata riconfermata l’adesione alla piattaforma unitaria di rivendicazioni immediate e politiche condivisa nella scorsa assemblea, così come rinnovato l’impegno e la volontà di costruire nei fatti il patto di unità d’azione contro padronato e governo.
Le giornate di lotta, sciopero e mobilitazione del 30 aprile e 1 maggio indette dal Si Cobas e dall’Adl Cobas, la settimana di attivazione sociale indetta dalla rete di realtà cittadine “Vogliamo Tutto” iniziata il 25 aprile, l’adesione e l’attivazione di diversi organismi e compagni partecipanti al Patto d’azione sono i primi risultati concreti e tangibili di questa proposta.
La famosa fase-2 per noi è qualcosa di completamente diverso rispetto quella che sta attuando il Governo su pressione di Confindustria e padroni, ovvero riaprire tutto indipendentemente dai rischi per la salute e la vita dei lavoratori al fine di assecondare come prima e più di prima la pressione e le intimidazioni dei padroni.
Per noi la fase-2 significa anzitutto prendere atto della enorme profondità di questa doppia crisi, sanitaria ed economica. Significa prendere atto che ai piani alti della politica e dell’economia si sta
progettando e organizzando un pesante peggioramento, un vero e proprio salto in giù delle condizioni di vita e di lavoro di tutti i comparti della classe lavoratrice (sui luoghi di lavoro, con la crescita della disoccupazione, accollandoci un enorme aumento del debito di stato, e restringendo di molto le libertà sindacali e politiche). Basti pensare al vergognoso dibattito mediatico circa la “regolarizzazione” a tempo dei lavoratori delle campagne oppure il silenzio assordante rispetto allo sfruttamento triplo delle donne lavoratrici e disoccupate.
Abbiamo davanti a noi non la prosecuzione, leggermente aggravata, dei processi degli ultimi dieci anni, ma un’improvvisa e forte intensificazione delle contraddizioni e dei contrasti di classe. Ci
aspettano mesi e anni di duri scontri di classe.
La vertenza in TNT- Fedex, che in queste settimane ha visto la mobilitazione e lo sciopero di migliaia di lavoratori in tutta la filiera e decine e decine di camionette sgomberare i presidi operai, è un segno chiaro di come i padroni (e i sindacati sempre più subordinati agli interessi del profitto e integrati allo stato) intendano affrontare questa fase-2.
Dobbiamo fare il possibile per non farci trovare impreparati, per serrare le nostre fila, mettendo in primo piano ciò che ci unisce rispetto a ciò che ci divide: non un astratta “unità per l’unità”, bensì un programma di lotta unificante, composto da parole d’ordine e rivendicazioni semplici e chiare (riassumibili nella mozione finale dell’assemblea del 14 aprile) che è a disposizione di tutti coloro che ne condividono lo spirito, i contenuti e gli obbiettivi.
Nelle assemblee precedenti abbiamo tracciato una doppia linea di demarcazione: no a qualsiasi forma di “patto sociale” con la classe sfruttatrice in nome degli interessi della nazione, cioè del
capitalismo nazionale, quale invece è proposto da Cgil-Cisl-Uil e da tutte le forse dell’arco costituzionale; no a qualsiasi forma di “sovranismo” e di avvelenamento nazionalistico dei lavoratori, per l’affermazione di una prospettiva di unità internazionalista tra i lavoratori per fronteggiare l’internazionale del capitale.
L’assemblea ha ribadito chiaramente che oggi non dobbiamo “evocare l’unità” ma delimitare un campo che ci consenta di iniziare a costruire un azione comune su fondamenta solide. L’assemblea ha confermato la necessità di compiere un passo in avanti:
1) Il sostegno pieno e l’impegno di tutti gli aderenti al Patto d’azione per la costruzione di un Assemblea Nazionale dei delegati e delle delegate aperto a tutti i lavoratori e le lavoratrici combattive, di tutti i settori ed indipendentemente dall’appartenenza di sigla, con l’obiettivo di affrontare e rispondere unitariamente alle necessità comuni di resistenza e di lotta che accomunano oggi i lavoratori della logistica, del settore metalmeccanico, della sanità, dell’alimentare, i proletari disoccupati, al di la di ogni particolarismo settoriale, territoriale o di categoria.
Quest’iniziativa procede in parallelo rispetto al Patto d’azione e di fronte unico anti-capitalista, ma è essenziale per dare forza e significato al nostro percorso.
2) Rilanciare la mobilitazione operaia e sociale e dare vita nelle prossime settimane ad una giornata di lotta in piazza (con tutte le accortezze del caso) nella quale portare contemporaneamente nei territori, nelle città, nei paesi, nei quartieri i contenuti della nostra piattaforma, facendo il massimo sforzo per rivolgerci a quel vasto numero di lavoratori e lavoratrici, giovani precari e disoccupati, che stanno già pagando un prezzo pesantissimo per la crisi.
In queste settimane la crisi capitalistica, esplosa con la pandemia ma le cui radici sono ben più profonde e antecedenti al CoViD-19, si sta già manifestando in maniera drammatica: il ritardo nell’erogazione degli ammortizzatori sociali, le avvisaglie di ristrutturazioni e licenziamenti su larga scala, l’insufficienza e la parzialità delle misure a sostegno di disoccupati e dei precari rappresentano dei chiari segnali di una possibile ed imminente precipitazione delle tensioni sociali, di fronte alle quali si pone l’urgenza di una risposta decisa e immediata da parte del movimento di classe in risposta ai tentativi della destre sovraniste di cavalcare la crisi in chiave reazionaria e xenofoba.
3) Coordinarsi a livello nazionale per rispondere unitariamente a tutte le multe, denunce e forme di repressione che si stanno scagliando contro le reti sociali, i disoccupati e i lavoratori che hanno deciso di essere responsabili verso la propria salute ma non obbedienti verso l’utilizzo politico e repressivo dello Stato di Emergenza, riappropriandosi dell’agibilità sindacale, sociale e politica nelle piazze.
4) Sostenere un processo di convergenza e salto di qualità delle esperienze di mutualismo e solidarietà proletaria che si sono sviluppate su tutti i territori, città, quartieri e luoghi di lavoro.
Infine l’assemblea ha chiarito che bisogna allargare il più possibile il nostro raggio di azione, aspirare ad una dimensione di massa.
Per tale motivo verranno individuate forme organizzative e strumenti di comunicazione finalizzati a questo obiettivo politico.
La convergenza verso un patto d’azione ed un programma comune è un esigenza storica.
Rendiamola un orizzonte possibile!
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