Condividiamo l’intervento di Leticia Parks, direttrice di Esquerda Diario Brasil, militante del MRT e dirigente della corrente nera Quilombo Vermelho, durante l’Atto Internazionale contro il razzismo e la violenza della polizia, trasmesso contemporaneamente dalla Rete internazionale dei giornali online La Izquierda Diario.

Buonasera, compagni e compagne.

Le più grandi proteste di massa nella storia degli Stati Uniti contro il razzismo imperialista hanno influenzato e scosso il Brasile, dove ci sono state grandi manifestazioni contro il governo reazionario di Bolsonaro, Mourão e i militari. Anche a causa della tragica situazione della pandemia che sta già facendo del nostro paese il campione dei morti e dei contagiati, la stragrande maggioranza dei quali sono neri. Migliaia di noi sono scesi in strada alle manifestazioni antifasciste e antirazziste – anche le tifoserie di calcio. Abbiamo gridato insieme per João Pedro e per tanti altri uccisi dalla polizia. Abbiamo gridato che le vite nere contano!

Quando ho visto il video di quella ragazza nera negli Stati Uniti che urlava “no justice, no peace! ho pensato alla situazione di tutte le madri brasiliane che perdono i loro figli per mano della polizia, del lavoro precario, del coronavirus, o anche del brutale sfruttamento capitalista, derubati fin dall’infanzia del diritto di vivere e decidere del loro futuro, come il piccolo Miguel, di cinque anni che, mentre la madre, una collaboratrice domestica, portava a spasso il cane della padrone, veniva abbandonato dalla stessa padrona da solo nell’ascensore. È precipitato. Questo è un simbolo dell’eredità della schiavitù nella vita dell’immensa massa di donne nere e del dolore che sperimentano ogni giorno in Brasile.

Queste tragedie capitaliste si verificano nel governo di Bolsonaro, un presidente che, pur negando i pericoli della pandemia, si è lui stesso contaminato. In un governo che è l’espressione più fascista del regime politico ereditato dal colpo di Stato istituzionale del 2016. Un golpe elaborato dalla magistratura aristocratica e razzista che ha organizzato operazioni politiche per cambiare i governi contro la volontà del popolo, come abbiamo visto con l’arbitraria incarcerazione di Lula. Un autoritarismo giudiziario razzista che imprigiona i neri in massa e che è stato rafforzato nei governi del PT. Oggi viviamo in un regime politico col ministro dell’economia ultra-liberale Paulo Guedes che porta avanti privatizzazioni e riforme antioperaie che rendono precaria la vita dei neri; un Congresso con partiti che vendono i loro voti in cambio di regalìe, una polizia razzista che organizza milizie per uccidere i giovani neri, criminalizzando la povertà con la scusa della “guerra alla droga”. Per questo continuiamo con tutte le nostre forze a chiedere che lo Stato conduca un’indagine indipendente per avere giustizia per Marielle Franco, una consigliera PSOL nera e lesbica brutalmente assassinata.

E non possiamo smettere di dire che questo è un regime protetto dalle forze armate che rimangono impunite per i loro crimini sotto la dittatura, con Mourão come vice presidente.

Per tutto questo, la nostra lotta è quella per far cadere non solo Bolsonaro e Mourão, ma anche tutto questo marcio regime, sapendo che le soluzioni istituzionali come l’impeachment sono inutili. Per questo ci battiamo per un’Assemblea Costituente Libera e Sovrana, che non solo cambia i giocatori ma cambia anche le regole di questo gioco, aprendo la strada a una vera sovranità popolare che può decidere i grandi problemi delle masse lavoratrici. In questo processo difendiamo l’auto-organizzazione dei lavoratori per lottare per un governo operaio di rottura con il capitalismo, un sistema miserabile che usa il razzismo e il patriarcato per aumentare la precarizzazione, la violenza e la miseria delle donne e dei neri. La lotta dei neri deve essere una lotta contro lo sfruttamento capitalistico.

Ma va anche detto: se la lotta negli Stati Uniti ha avuto un impatto sui giovani e sui lavoratori qui, le centrali sindacali, e in particolare il PT attraverso il suo peso nei sindacati come la CUT, hanno agito per separare le lotte e chiamare i lavoratori a rimanere a casa a causa della pandemia, mantenendo una tregua inviolabile con il governo di Bolsonaro in un momento in cui i giovani rider in tutto il paese sono insorti in un forte sciopero di migliaia di giovani di Rappi, Ifood, UberEats, per lo più neri. Questa passività elettorale e il boicottaggio delle lotte nei sindacati sono solo un’ulteriore espressione della politica di un partito che ha aperto spazio alla destra nei suoi governi, iniziando ad attuare piani di austerità, alleati con gli industriali dell’agroalimentare e il partito evangelico. La terziarizzazione aumenta in modo esponenziale da 4 a 12 milioni di lavoratori sotto governi del PT, e sotto il comando brasiliano avviene il massacro del popolo haitiano per mano delle truppe ONU.

Ecco perché il riformismo e tutte le sue varianti sono incapaci di porre fine all’oppressione dei neri e delle donne, perché quello che vogliono è amministrare il capitalismo. I fronti ampi che cominciano a dispiegarsi arrivando persino a settori del PSOL insieme ai leader del colpo di stato e gli uomini d’affari sono già il segno di una sconfitta annunciata. L’unità di cui abbiamo bisogno è quella della classe operaia, una maggioranza di donne e di neri, accanto ai nostri fratelli sfruttati bianchi, indigeni, LGBT e immigrati.

Come diceva Lev Trotsky, per essere un rivoluzionari bisogna guardare la vita attraverso gli occhi delle donne. In questo momento di furia dei neri e di brutale violenza razzista e patriarcale, invito tutti a guardare la vita con gli occhi potenti delle donne nere di tutto il mondo che non hanno nulla da perdere se non le loro catene.

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