Pubblichiamo il comunicato di varie realtà LGBTQA+ napoletane, tra cui il collettivo I’mQueerAnyProblem? che, questo venerdì 21 Marzo 2025, chiama a un assemblea pubblica e aperta per organizzare un pride queer, anticapitalista e antimperialista. Come La Voce delle Lotte – FIR e Il Pane e le Rose sosteniamo questa urgenza e partecipiamo convintamente al percorso.
ASSEMBLEA PUBBLICA PER UN PRIDE DAL BASSO!
Venerdì 21/03/25
@zero81occupato, largo banchi nuovi 10, NA
16:00
Abbiamo bisogno di una piazza queer nel vero senso del termine: uno spazio costruito insieme, dal basso, dove ogni nostro grido partecipi alla costruzione di un cambiamento autentico. Non vogliamo che la nostra lotta sia decisa da pochi eletti o da piattaforme politiche preconfezionate. Siamo stanchз di scendere a compromessi sulle nostre rivendicazioni, sulle nostre vite! Non ci sentiamo rappresentatз da una piazza svuotata della sua carica rivoluzionaria. Ci opponiamo alla svendita della lotta queer al capitalismo arcobaleno; ai discorsi banali e mainstream intrisi di privilegio bianco,abile,borghese e gay-cis; alla mono-allo-amato normatività relazionale; alla rappresentazione esclusiva dei corpi normati, perisex, abili e performanti; ai discorsi omonazionalisti e sionisti; alle narrazioni neoliberali GLB che, invece di proporre un modello di società diverso, mirano unicamente ad espandere i privilegi di alcunɜ cancellando le rivendicazioni ritenute più scomode e marginali, quali quelle delle persone trans*, intersex, non-monogame, aspec o non binarie.
Non vogliamo diritti, esigiamo la nostra autodeterminazione!
Il nostro Pride NON è una parata festosa, ma UNA RIVOLTA RABBIOSA!
Siamo orgogliosɜ di chi siamo e rivendichiamo le nostre r-esistenze, che sono esse stesse un atto politico.
Siamo qui per scuotere l’ordine stabilito e dare voce a un cambiamento radicale: un Pride anticapitalista, de-coloniale, anti-imperialista, anti-militarista, anti-omonazionalista, antiabilista, antirazzista, antispecista, intersezionale, trans*, queer, frocioh, terrone e “provinciale”, contro ogni forma di normatività, indecoroso e SCOMODO!
PERCHÉ, SE LE NOSTRE VITE SONO CONSIDERATE TABÙ, NOI SAREMO SCOMOD3!
La nostra posizione non ci vede in contrapposizione al Pride istituzionale, ma ci propone come una visione alternativa ad esso, dentro cui possano trovare voce le istanze di tutte le soggettivià – anche quelle che all’interno della stessa comunità lgbtqia+ spesso vengono marginalizzate o addirittura invisibilizzate.
Il clima politico a cui assistiamo, con l’avanzata globale della destra estrema che si nutre di repressione e censura, ci impone di reagire con decisione. Noi non ci fermeremo davanti a politiche che criminalizzano, mostrificano o addirittura cancellano le persone trans* e queer!
Siamo stanch3 di essere patologizzat3 mentre la sanità pubblica viene smantellata. Siamo stanch3 di vedere la crisi schiacciata su donne, persone queer, razzializzate e marginalizzate, mentre vengono attuate politiche misogine, transfobiche e xenofobe, progettate per dividerci e impedirci di autorganizzarci.
Vogliamo che i nostri corpi siano liberi di attraversare spazi sociali, pubblici e politici, senza essere messi in discussione per utilitarismi politici o per posizioni mediche e psichiatriche arbitrarie. Non accettiamo che i nostri corpi vengano etichettati come ‘pericolosi’ solo per il fatto di esistere, come proclama Trump in America, o per aver preso posizione contro la catastrofe scatenata da questa società capitalista e patriarcale – come evidenziato, ad esempio, dal ddl 1660 in Italia. Il nostro corpo è uno spazio politico di rivendicazione, soprattutto quando la sua libertà d’azione viene fortemente limitata. Per questo riteniamo fondamentale, attraverso la presa di posizione per un Pride dal basso e politico, che i nostri corpi diventino agenti del proprio potenziale di rottura con una società civile disillusa.
Siamo stanch3 di vivere una vita di precarietà perchè costantemente mess3 ai margini di questa società. Scuola e università rappresentano per molt3 un ambiente difficile da attraversare, escludente e violento. Con la riforma Bernini ed i tagli all’istruzione pubblica, le nostre vite da student3 e lavorator3 della scuola diventeranno ancor più complicate. Abbiamo assistito, attraverso numerose dichiarazioni di questo governo, all’assenza di volontà politica di investire per garantire una scuola sicura – con sportelli di ascolto gratuiti, educazione sessuo-affettiva, riconoscimento delle identità e molto altro. Anzi, il piano del governo è orientato verso una sempre maggiore privatizzazione e, chi se non la Chiesa cattolica – che di certo non tutela e garantisce i nostri diritti – già uno dei maggiori investitori nell’istruzione presso scuole primarie e secondarie, continua su questa strada…
Per poch3 le università sono state uno spazio di emancipazione dalla propria condizione di classe di provenienza e, al contempo, di libertà politica, espressione e affermazione. In tali spazi, tantə hanno contribuito a ricerche e studi sull’affermazione di genere, denunciando le condizioni di marginalizzazione cui è sottoposta la nostra comunità in una società ciseteronormata. Con una crescente precarizzazione e una maggiore vulnerabilità, anche questo spazio rischia di esserci sottratto. Sappiamo bene quanto abbiamo ancora bisogno di compagn3 e alleat3 – anche nell’ambito della scienza.
I diritti Queer sono diritti di tutt3!
Prima di tutto rivendichiamo il nostro diritto alla vita: ci vogliamo safe e liberɜ di esistere senza il timore di venire aggreditɜ! Non ci interessano punizioni, per altro senza aggravanti, ai nostri aggressori – che spesso sono le stesse “Forze dell’Ordine”.
Pretendiamo una reale prevenzione e, finché questa non verrà garantita, saranno le nostr3 sorell3 a proteggerci!
Per garantire la nostra vita abbiamo bisogno di accesso alla sanità garantito, formato e sicuro per tutte le persone che ne usufruiscono, a prescindere da identità di genere o orientamento, senza invisibilizzare nessuno. Troppo spesso vengono IMPOSTI percorsi sanitari che non hanno nulla a che vedere con i nostri corpi, in particolare alla comunità trans*!
Per questo, riteniamo indispensabile che negli ospedali vengano istituiti percorsi di formazione per un personale capace di accogliere i corpi non conformi, garantendo così anche la prevenzione e un trattamento sicuro e rispettoso della loro soggettività. Ciò implica rompere con la medicalizzazione e la psichiatricizzazione dei percorsi di affermazione di genere. Inoltre l’aborto, come altri servizi fondamentali, deve essere gratuito, libero, autogestito e ACCESSIBILE in ogni territorio, non devono più essere ammessi obiettorɜ di coscienza nelle strutture pubbliche, e la persona gestante deve poter autodeterminare la propria scelta senza ostacoli
La lotta Queer è la lotta di tuttɜ! Se cadono le conquiste di una comunità, per effetto domino cadranno tutte le altre. Lottare oggi per i diritti della comunità significa gettare le basi per una lotta comune atta a sovvertire questo sistema capitalistico e patriarcale, intrecciando la battaglia per i diritti civili con quella per i diritti sociali; perché senza un approccio intersezionale molte persone della nostra comunità continuerebbero a subire marginalizzazione e sfruttamento.
Questo appello mira ad aprire un tavolo di discussione che conduca alla costruzione di una piazza consapevole e unitaria, capace di sperimentare alternative che comprendano tutte le soggettività, senza lasciare nessunə indietro – nemmeno chi è geograficamente lontan3 come le persone palestinesi che in nome della democrazia e dei diritti, sotto la bandiera della comunità LGBTQIA+ macchiata di sangue dal rainbow-washing di Israele, sta subendo un genocidio. Così come tutt3 l3 nostrɜ sorellɜ migranti costrette a fuggire da guerre e devastazioni ambientali.
Come comunità queer crediamo sia fondamentale ripartire da noi stess3 per interrogarci sui nostri bisogni, come costruire rete e organizzarci. Ed è proprio da questa necessità che nasce la nostra urgenza – e di conseguenza questo appello – per la costruzione comunitaria e collettiva di un pride dal basso.
Nel rispetto di tuttɜ, questo spazio condiviso deve essere percorso con consapevolezza e responsabilità nei confronti di chi sta al nostro fianco: non sono tollerabili atteggiamenti violenti, queerfobici, sessisti o machisti, mentre è ben accetta una profonda discussione politica che contribuisca a unire il nostro percorso, partendo dalle contraddizioni del presente.
Vi aspettiamo tuttɜ in assemblea per costruire insieme il NOSTRO PRIDE!
I’mQueerAnyProblem