La riforma della “Buona scuola” attuata dal governo Renzi a luglio del 2015 è ora tornata all’attacco includendo ben otto decreti attuativi varati dal ministro Fedeli. Se con la vecchia riforma, che ha visto la deportazione di insegnanti a centinaia di chilometri di distanza dalle loro famiglie, il mancato assegnamento di una cattedra di ruolo ai nuovi assunti, un aumento delle ore di tirocinio non retribuite per gli studenti e un aumento di risorse per le scuole private (soprattutto quelle cattoliche), qualcuno ha pensato di averle viste tutte, ora con l’approvazione di questi decreti, avvenuta proprio in questi giorni dal consiglio dei ministri, si deve ricredere!

Gli otto decreti prevedono modifiche di vario genere che comunque vanno sempre a penalizzare studenti e insegnanti. E’ prevista, ad esempio, l’erogazione di borse di studio a studenti di quarta e quinta superiore erogati però coi tanto “amati” voucher, ulteriore forma di lavoro nero e precario, che si potranno spendere solo per libri di testo e trasporto, servizi scolastici che in realtà dovrebbero già essere inclusi nel diritto all’istruzione e quindi gratuiti. Sono incluse poi modifiche a dir poco assurde all’esame di maturità dove per esservi ammessi sarà necessario un tirocinio in un’azienda e il voto del quiz invalsi, come se ciò fosse poi così fondamentale per determinare il futuro formativo di uno studente visto che in molti casi i tirocini non hanno nessuna attinenza con gli studi!

Modifiche anche sulle assunzioni di insegnanti e insegnanti di sostegno, che prevedono però percorsi formativi troppo lunghi con graduatorie troppo penalizzanti (Graduatoria di merito, prima fascia, seconda e terza fascia) e tirocini veramente lunghi e poco retribuiti che altro non servono se non ad aumentare i precari, e che consentono l’assunzione solo di fronte a pensionamenti e deroghe rendendo così impossibile a migliaia di giovani di inserirsi nel nuovo sistema scolastico. Tutto ciò non fa altro che inserire i giovani in un sistema sociale che li vedrà precari a vita una volta finiti gli studi con la continua illusione di un lavoro fisso e il rischio continuo di mandare invece all’aria tutti gli anni di studio e tirocinio!

Questi decreti, che han fatto molto scalpore e clamore anche nel mondo dei sindacati (Cobas, Usb e Unicobas) e che non han tardato a scendere in piazza per manifestare il loro forte dissenso assieme anche ad altre sigle quali la CGIL seppur con rivendicazioni riformiste, non fanno altro che rafforzare la riforma andando sempre più ad accentuare l’immagine di una scuola gerarchizzata e burocratizzata asservita ai padroni, alla borghesia e agli interessi del grande capitale.

Lorenzo De Girolamo

Nato a Rimini nel 1995. Laureato in Scienze della Formazione all'Università di Bologna. Vive e lavora come rider di Just Eat a Roma.