Di Doc e Red

La Sicurezza sul luogo di lavoro è stata argomento di discussione in Parlamento per lungo tempo fino a quando, il 9 aprile 2008, col D.lgs. 81 fu stipulato un testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro che, in un solo documento, mette nero su bianco quali sono le regole da rispettare in qualsiasi ambito lavorativo, dal sanitario, al petrolchimico, allo scarico merci.

Dal testo si evince che il datore di lavoro, il padrone dell’azienda, ha responsabilità civile e penale nel caso non rispetti i diritti e doveri a lui imposti, fra cui la produzione della scrittura del Documento di valutazione dei rischi da far redarre una figura che abbia le competenze e abilità adatte, quale l’ RSPP (Responsabile Sicurezza Prevenzione e Protezione). Nel caso, purtroppo frequente, in cui il DVR fosse errato, ne risponderebbe il padrone, dato che è lui ad avere il potere decisionale ed economico ed è lui a scegliere il Responsabile. Sta quindi al buonsenso del padrone vigilare sulla sicurezza dei propri dipendenti.

Ha inoltre il dovere di fornire ai suoi sottoposti i DPI, ovvero dispositivi di protezione individuale, e si nel caso mancassero ne risponde sempre lui.

Si parla, nel testo, anche dei lavoratori e dei loro doveri riguardo la sicurezza, fra questi ad esempio segnalare ad un preposto eventuali pericoli che possono portare a rischi anche gravi per la loro salute.

Ma siamo sicuri che questo testo venga applicato in tutte le sue parti in ogni luogo di lavoro? La risposta è no e ce lo conferma un delegato sindacale in intervista da noi fatta, in cui si parla di “lavoratori che operano di notte da soli in un terminal container che è ridotto come una fogna di Calcutta, in cui la sicurezza è del tutto assente”.

Questo accade nei terminal container di scarico merci di Conateco e Soteco, aziende situate nel porto di Napoli.

Chi, allora, dovrebbe vigilare sulla sicurezza di questi cantieri e di conseguenza preservare la salute dei lavoratori? L’autorità portuale.

Autorità portuale che ha ricevuto delegati sindacali e lavoratori licenziati dalle aziende suddette dopo un presidio tenutosi il 3 Maggio presso la sede della Guardia Costiera in porto a Napoli.

I lavoratori ci hanno, anche loro, confermato la situazione ormai invivibile in cui versavano prima di essere licenziati per motivi del tutto inconsistenti. Ci hanno raccontato di misure di sicurezza quasi nulle nei terminali di scarico e addirittura di turni che, per alcuni di loro, arrivavano anche a 24 ore consecutive.

In ultima analisi la sicurezza dovrebbe un diritto che spetta al lavoratore, ma dove non fosse garantita dal padrone sono i lavoratori a dover lottare per ottenerla, così da non dover rischiare la pelle ogni giorno.