Riportiamo una dichiarazione di Davide Grasso, militante anticapitalista italiano che ha combattuto nelle YPG, forze armate popolari curde impegnate in durissimi scontri con le truppe dell’ISIS nella regione del medio oriente. Da poco è rientrato in Italia, dove in diverse università italiane sta tenendo relazioni sul conflitto siriano. Un punto di vista di un testimone diretto, utile a evitare banalizzazioni sui conflitti in medio oriente e su eventi come l’attentato terroristico di Manchester.


Indagare i legami tra Isis, potenze regionali e potenze globali è importante, così come ricordare che molti musulmani combattono l’Isis o non si riconoscono in esso.
Tuttavia, occorre tenere presente che a Manchester non hanno colpito gli Usa, Israele o l’Arabia Saudita, né a farsi esplodere è stato un ateo.

Lo Stato Islamico è un movimento musulmano, fondato e composto da musulmani, che agisce in nome dell’Islam. Che non tutti ritengano legittima la sua interpretazione delle scritture non nega assolutamente questa circostanza. Che nel dettato di questa e di altre religioni rivelate non esistano appelli alla violenza e premesse per una visione assolutistica della realtà è tutto da dimostrare, e finora nessuno lo ha mai dimostrato, perché sarebbe impossibile.
Lo Stato Islamico, inoltre, è un movimento autonomo, le cui radici sono nelle società siriana, irachena, indonesiana, filippina, libica, tunisina e di decine di altri paesi. L’Isis e i gruppi da cui è nato hanno combattuto per anni contro gli Usa, la Russia, Uk, Italia, Iraq, Siria, Arabia Saudita, Egitto e decine di altri paesi.

Lo Stato Islamico nasce e si nutre sulla rabbia dei più poveri nei paesi del medio oriente e nella popolazione sunnita. Ha ottenuto donazioni miliardarie da ricche famiglie del Golfo. Ha usato soldi e armi distribuite all’opposizione armata siriana nel 2011 e 2012. Ha avuto supporti economici e politici occulti dalla Turchia. Ma l’Isis non è l’imperialismo né l’America. L’Isis è l’Isis. Ha milioni di sostenitori nel mondo ed è il più grande movimento insurrezionale del pianeta. Come tutti i grandi movimenti ha un progetto ed è pragmatico nello stringere accordi anche con i suoi nemici quando è necessario.

Davide Grasso in Siria

Infine, l’Isis non è il braccio della vendetta del terzo mondo contro l’oppressione occidentale. È un movimento e uno stato oppressivo ispirato da idee dementi e amministrato da trogloditi. I primi oppressi in oriente sono quelli che vivono sotto l’Isis o sotto gruppi o governi islamisti.
L’individuo che si è fatto esplodere a Manchester non era un proletario oppresso che poverino poteva scegliere solo l’Isis, ma un nulla travestito da essere umano che non era in grado di vivere né di andarsene decentemente. Non esistono soltanto i borghesi e i proletari, gli imperialisti e i colonizzati, gli autoctoni e i migranti. Esistono anche le persone intelligenti e gli idioti, le persone degne di rispetto e lo scum. È così che funzionano la società e la vita.
Lo scum va combattuto anche quando è o si percepisce come oppresso, tanto più se il modo più intelligente che trova per tematizzare la sua oppressione è cercare su un libro la verità assoluta, che magari per lui giustifica questo tipo di stragi.

Sveglia! Contro questa gente bisogna reagire, non giustificare, minimizzare, tuttologare.
Se davvero importa qualcosa delle vittime di Manchester, d’ora in poi quando si ragiona giustamente di come opporsi ai nostri governi, pensiamo anche a come opporsi all’Isis. Perché sono due cose legate, ma solo in parte. L’Isis è un problema specifico, come varie altre organizzazioni analoghe. Che ci sono e si organizzano nelle nostre città, anche in Italia. E hanno mostrato di non essere meno pericolosi, crudeli e ostili alla libertà (e alla sua ricerca) dei movimenti fascisti. I quali, peraltro, rischiano di andare al potere ovunque in Europa grazie a chi riesce a far identificare lo spazio della critica con quello della superficialità e dell’incapacità di analisi.

Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.