E’ stato proprio facendo un ripasso su Pirandello che la mia mente si è soffermata su certi accaduti e li ho analizzati. Un’analisi che parte, come sempre, dalla voglia di verità e di fare chiarezza rendendo giustizia alla storia. Ricordate tutti quanto è accaduto (e continua ad accadere nella Azienda Napoletana Mobilità). Bene!

Credo ricordiate pure cosa è successo. Una lavoratrice ha rischiato grosso in termini disciplinari e contrattuali per aver esternato su un social neetwork le proprie idee e disappunto nei confronti dell’amministratore unico delegato dal comune e fortemente voluto dal PD,  poi riconfermato da De Magistris col silenzio/assenso del feudo istituzionale, nonostante non solo non abbia ordito i risultati sperati, ma abbia persino contribuito a creare un disavanzo economico molto rilevante, che pone ANM ai piedi di Ponzio Pilato.

Ovviamente, a favore dell’attrice protagonista (si definisce  cosi in giurisprudenza il/la reo/a di aver commesso il fatto) si costituisce un comitato spontaneo via web e non solo, che ha lo scopo di tutelarla e di impedire che il procedimento di punizione richiesto dall’amministratore unico, non faccia il corso che si pensi. Tutto giusto. Io credo all’autorganizazione, alla solidarietà di classe, ecc.. Peccato che sul teatrino che si è montato, gli attori erano tutto un dire.

Parto da chi per primo ha sostenuto la campagna a favore della lavoratrice. Un personaggio di dubbia onestà intellettuale, che definirlo pennivendolo prestato alla politica è un complimento (visto quello che narra la storia recente su costui). Infatti, per mesi, prima, durante e anche dopo la rielezione, ha sostenuto con una ruffianeria disgustosa e fastidiosissima, affine a personaggi di narrazione letteraria di eduardiana memoria, la candidatura del buon De Magistris.

Costui si è prostrato al punto che i suoi articoli erano una dichiarazione d’amore viscerale al sindaco. Poi, come spesso accade in terra, solo perché il neo eletto ha dovuto saldare il debito con un’altro segmento degli aficionados, chiamando in giunta una rivoluzionaria dell’ultima ora, figlia dei centri sociali, il buon pennivendolo si è creato un fantomatico comitato di difesa dei diritti dei lavoratori.

Strano che fin all’altro ieri nessuno lo conoscesse e nemmeno ne sapesse dell’esistenza. Ed anche qui gatta ci cova visto che dietro c’è sempre la lunga manus della CGIL, che è stata la prima insieme a Cisl, Uil e Ugl a volere la creazione della Holding di trasporti cittadini e la riconferma del Ramaglia. Che dire poi dei pentastellati che con una caterva di voti in termini percentuali invece di andare all’Aventino (scelta strategica per impedire la formazione della giunta) decidono di rimanere all’opposizione partorendo più immobilismo che iniziative atte a mettere in discussione l’esercizio della giunta e le sue scelte. Per quanto riguarda invece la rivoluzionaria, accordarsi con il collega pentastellato ( Collega,perché ambedue siedono sugli scanni di palazzo San Giacomo ) per andare ad occupare in ANM la stanza del dimissionario Ramaglia per farsi ascoltare e spendere parole di biasimo sull’accaduto, non solo fa ridere perché l’atto in se non ha nulla di rivoluzionario, ma anche pensare molto sulla natura di questa espressione dei centri sociali (centri e laboratori politici che si dichiarano extraparlamentari e che poi alla battaglia di classe fatta da come storia insegna preferiscono la via dell’istituzionalizazzione, nasce spontaneo dire: sono altro…).

La memoria di molti  non conserva alcun ricordo in termini politici e di iniziative che l’hanno vista protagonista al fianco delle fasce deboli e subordinate della città. Se non per rivendicare, insieme al collettivo di appartenenza,gli spazi pubblici, nella fattispecie di siti architettonici abusivamente occupati da anni e che il buon Luigi ha provveduto con una delibera in pectore non solo a condonare il reato dichiarandolo inesistente, ma a regalarli, in cambio del sostegno alla sua campagna elettorale. Non è un caso la nascita di DEMA, che incorpora in se, sinistra antagonista, centri sociali, sindacalismo di base e trombati dal variegato mondo della sinistra.

Se poi vogliamo far passare come atto rivoluzionario qualche scritta sui muri di Mezzocannone e un litigio avvenuto alla galleria Umberto I in occasione della visita di Matteo Renzi a Napoli con le forze dell’ordine, siamo alla frutta e vuol dire che chi ci governa altro non è che lo specchio delle centomila maschere che indossiamo.

Il mondo sindacale di parte sua ha prodotto solo qualche volantino e dei comunicati, dove le posizioni espresse accusavano e non accusavano la giunta. Insomma venivano sempre omesse le responsabilità di De Magistris, per evitare di metterlo in cattiva luce.
Addirittura in un comunicato ufficiale fatto girare su facebook, un delegato dichiarava “pur non condividendo l’atteggiamento avuto prima con la nostra organizzazione sindacale (per fatti ascrivibili ai litigi  avvenuti tra le stanze di USB, che videro coinvolti quasi tutti i dirigenti, per atti di dubbia moralità, Ndr)  e poi con il Ramaglia, siamo al suo fianco comunque”.

Mi viene davvero da pensare che questa sia una compagnia di teatranti. Il resto, invece, delle organizzazioni storiche, quali CGIL, Cisl, Uil ecc,  non ha prodotto granchè ed appellandosi  al libero arbitrio dei propri delegati, hanno partecipato a queste kermesse giusto per non precludersi eventuali sedie dei vari tavoli di discussioni presenti in sede istituzionale della mega torta ANM, che sta per essere mangiata da sporchi affaristi legati alla politica e piccoli imprenditori.

La Talpa

 

 

 

Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.