Articolo da Zeroincondotta, quotidiano on line autogestito di Bologna.

Unione Inquilini: “Politiche abitative della giunta regionale fallimentari”. Dall’1 ottobre entrano in vigore le nuove norme sull’Erp. A breve potrebbero partire gli sgomberi in via Gandusio, ieri blitz di Pugno chiuso all’Acer.

“Le politiche abitative messe in atto dalla giunta regionale sono fallimentari: i dati complessivi del 2016 vedono un incremento degli sfratti esecutivi che in regione sono stati 3407 (+6,77%) con 15.760 (+3,26) richieste di esecuzioni. Aumentano in province come Modena (+25,59%), Forli-Cesena (+11,39%), Ferrara (+9,40%) e Ravenna (+2,43%) mentre i dati per Bologna e Provincia, relativi al periodo gennaio-dicembre 2016, registrano 50 sfratti per finita locazione in città e 13 in provincia e quelli per morosità sono stati 837 in città e 221 in provincia per un totale di 1121, un calo del 13,84%”. Lo scrive l’Unione Inquilini di Bologna, specificando che i dati citati sono provenienti dal ministero dell’Interno. “Le richieste di esecuzione di sfratti sono state 4193 (-2,24%) di cui 944 eseguiti con le forze dell’ordine, tenendo conto che vengono registrati solo gli sfratti eseguiti con la forza pubblica mantenendo così sommerso il numero di quelle persone che decidono di abbandonare prima la propria abitazione e, oltretutto, è a noi sconosciuto il costo che la collettività si sobbarca per migliaia di sgomberi con le forze dell’ordine. I dati rilasciati dal ministero sono incompleti per quanto riguarda la città di Bologna, e aggiungiamo che decine di sfratti sono stati rinviati grazie anche all’azione di collettivi sociali impegnati da anni nella lotta per l’abitare. In ogni caso, come Unione Inquilini di Bologna, commentiamo negativamente ciò che ormai non appare più come un problema emergenziale ma si è trasformato, con l’andare degli anni, in un problema strutturale e, soprattutto, vediamo sempre di più uno squilibrio, della politica istituzionale a favore dello smantellamento della edilizia pubblica nei confronti di quella privata e del profitto”.

Scrive ancora l’Unione Inquilini: “Le istituzioni si facciano carico di risolvere strutturalmente la questione abitativa bolognese e regionale, non è possibile che il Governo, le Regioni e i Comuni non riescano neanche a balbettare una proposta, anzi, si continua, con indifferenza, a fare finta che non esista una questione abitativa nel nostro Paese dove gli sfratti rappresentano solo la punta dell’iceberg”.

Intanto, cambiano le norme di accesso e gli affitti delle case popolari: dall’1 ottobre entreranno in vigore le nuove regole sull’Erp approvate dalla giunta regionale, a conclusione di una riforma cominciata un anno fa. Il canone d’affitto, ribattezzato “oggettivo”, sarà basato, oltre che sulle fasce di reddito degli inquilini, su una serie di indicatori come la metratura, le caratteristiche qualitative dell’appartamento, il Comune e la zona in cui è ubicato. E gli stessi criteri saranno applicati uniformemente su tutto il territorio regionale. Gli aggiustamenti introdotti dalla delibera riguardano appunto le modalita’ di calcolo del canone di affitto, stabilito sulla base di due requisiti: il reddito dei nuclei familiari, classificati secondo le dichiarazioni Isee, e il valore oggettivo degli alloggi.

A Bologna, nel frattempo, già nelle prossime settimane potrebbero partire i primi sgomberi in via Gandusio, perchè i lavori di ristrutturazione del complesso Acer devono partire entro settembre, altrimenti il Comune rischia di perdere i finanziamenti. In base a quanto dichiarato ieri dall’assessore alla Casa, Virginia Gieri, le prime famiglie stanno già traslocando e molte avrebbero chiesto che il trasferimento non sia temporaneo, ma definitivo. “In queste settimane si completeranno le procedure di rilascio degli alloggi e si procederà, per quanto riguarda quelli occupati, a ottenerne il rilascio”, ha detto Gieri. Secondo i dati del Comune, in tutto si parla di 160 alloggi, di cui 28 sfitti e 114 abitati da assegnatari Erp, nuclei in emergenza abitativa e madri sole con bambini (gestite da Asp); nei restanti 18 appartamenti si presentano “situazioni variamente irregolari”, sono le parole usate da Gieri. Per l’intervento in via Gandusio (sono coinvolti i civici dal 6 al 12) il Comune ha ottenuto un finanziamento dallo Stato di 5,8 milioni di euro, di cui oltre 3,5 già trasferiti dalla Regione.

Diversa la situazione raccontata dagli attivisti dell’associazione sindacale Pugno chiuso, che proprio ieri si sono presentati alla sede dell’Acer per “sfrattare” il presidente Alessandro Alberani. Ha scritto Pugno chiuso: “Dopo l’annuncio degli scorsi giorni da parte di Alberani, presidente di Acer, che promette uno sgombero ‘soft’ degli appartamenti di via Gandusio, 160 case popolari per altrettante famiglie che aspettano soluzioni abitative ad oggi mai pervenute, gli inquilini hanno mandato il loro ufficiale giudiziario per sfrattare Acer, vista la politica del tutto irregolare che sta seguendo: sfratti, sgomberi, contratti a tempo e taglieggiamenti con aumenti, sfitto ammontante a migliaia di case popolari, speculazione, distruzione di appartamenti (distruzione dei sanitari, etc), l’ufficiale ha quindi consegnato l’avviso di sfratto relativo alla sede Acer”. Questo il testo dell’avviso consegnato da Pugno chiuso: “Provvedimento di rilascio a carico del sig. Alberani Alessandro occupante senza titolo dello stabile sito in Bologna piazza della Resistenza n°4 . Risultato che l’azienda Acer risulta inadempiente nei servizi richiesti; atteso che con diffida formale prot. Cittadinanza n*6969 del 27/02/2017 notificata ai sensi di legge, in data 1/06/2017 è stato intimato al sig. Alberani Alessandro il rilascio dell’immobile occupato ingiustamente”.