Proteste silenziose si diffondono nell’Ohio. Decine di donne con mantellone rosso e cuffietta bianca hanno invaso il Parlamento, tali vesti sono l’abbigliamento descritto nel romanzo distopico di Margaret Atwood “Il racconto dell’ancella”: il bestseller datato 1985 che, dopo l’avvento di Donald Trump, è tornato prepotentemente in cima alle classifiche e che adesso è stato trasformato anche in una serie televisiva (che però in Italia non è ancora arrivata) prodotta da Hulu. Di fatto, racconta di in un mondo devastato da guerre e inquinamento, dove un gruppo di fondamentalisti cristiani ha preso il potere in America trasformandola in una teocrazia totalitaria dove si applicano strettissimi precetti biblici e dove le donne hanno perso tutti i diritti. Nella Repubblica di Galaad, come si chiama il nuovo stato, le confessioni religiose alternative al cristianesimo più bigotto sono illegali, è proibita la lettura e le donne sono ridotte in schiavitù, completamente asservite agli uomini esclusivamente per scopi riproduttivi.
Le donne stanno manifestando contro la nuova legge che rende ancora più difficile l’aborto, che permetterebbe addirittura ai medici texani di mentire alle future mamme in caso di malformazione del feto, per impedirgli di ricorrere alla possibilità garantita in quel caso di interrompere la gravidanza.
Nuove proteste silenziose coi mantelli rossi e i cappelloni bianchi sono in programma già nelle prossime settimane. Non è la prima volta che le femministe americane usano il loro abbigliamento per protestare contro Donald Trump: era già accaduto durante il primo discorso del presidente al Congresso, dove quasi tutte le deputate e senatrici democratiche si erano presentate vestite di bianco, il colore delle suffragette ( le immagini dei loro exploit accompagnate da un hashtag che è già uno slogan, #FightBack – “contrattacchiamo”).

Purtroppo però, non basta un dissenso silenzioso, per quanto questo possa fare scandalo, è necessario l’organizzazione delle donne che attaccano un governo reazionario, razzista e sessista come quello di Donald Trump ,come le proteste di Washington, su tutti i forniti e che si riprenda i propri diritti e la libertà di scelta con l’emancipazione che solo la lotta può dare.
Se si vuole veramente contrattaccare, quindi, è necessario costruire il movimento di lotta internazionale delle donne che ne tuteli i diritti acquisiti e che le spinga sul campo diretto di battaglia contro il patriarcato, quindi contro il capitalismo.

 

Scilla Di Pietro

Nata a Napoli il 1997, già militante del movimento studentesco napoletano con il CSNE-CSR. Vive lavora a Roma. È tra le fondatrici della corrente femminisa rivoluzionaria "Il Pane e Le Rose. Milita nella Frazione Internazionalista Rivoluzionaria (FIR) ed è redattrice della Voce delle Lotte.