Pubblichiamo questo interessante contributo sulla devastazione del SSN elaborato dai lavoratori della sanità iscritti al Si Cobas. L’articolo si sofferma su una legge regionale promulgata dalla Regione Lombardia, che rappresenta un forte passo in avanti verso l’ulteriore privatizzazione dei servizi sanitari.


La Regione Lombardia si conferma campione delle controriforme. Con il piano di “riordino della rete di offerta e modalità di presa in carico dei pazienti cronici e/o fragili in attuazione della Legge regionale N. 33/2009”e le recenti delibere, la n. X/6164 del 3 gennaio e la n. 6551 del 4 maggio 2017 si fa un passo decisivo per affossare la Sanità Pubblica.
E’ l’ obbiettivo non dichiarato. Non è un portato del federalismo. Non è padania, è l’applicazione di quello che si cucina a Roma.
Tutto si origina con il “Piano Nazionale della Cronicità” che altri non è se non l’ennesimo piano inclinato che nel migliore dei casi fa scivolare verso la Sanità privata una sanità che era universale e ancora così viene descritta. In realtà è sempre più a misura di portafoglio.

Il peggio è che tutto questo viene spacciato come soluzione alla complessità di gestione dei pazienti critici. Nel mentre si tagliano servizi, si promette la creazione di una rete territoriale che ad oggi è come il deserto dei tartari. E’ una rete a maglie larghe, tanto larghe da favorire le incursioni di un nuovo (l’ennesimo) organismo tecnicoburocratico che prende il nome di Gestore. In questo progetto il Medico di Base può assumere la figura di Gestore (ma solo in forma di cooperativa con altri medici di base).

Tale funzione potrà essere svolta anche da associazioni ed enti privati. La regione inviterà in autunno ad aderire ad un “Patto di cura” a favore del Gestore che predispone il “Piano di Assistenza Individuale” (PAI) e avere in carico fino a 200.000 persone. Attenzione non più una gestione medica integrale, bensì una sua mutazione aperta a figure altre da quella medica. Più che medici che applicano la scienza di Ippocrate dovranno essere attenti gestori del Budget. Quindi no money, no business, no care? Vogliono risparmiare? Sbagliato!

Il vero obbiettivo è la cogestione con istituti e strutture private chiamate in soccorso per colmare il vuoto creato ad arte con il de-finanziare della Sanità Pubblica. Il piano affaristico si sostanzia con lo stratagemma di assegnare le risorse pubbliche non spese al “gestore”.
Il risparmio gestionale, miracolosamente, si trasforma in dividendo a favore dei soci gestori. A questo punto avranno tutto l’interesse a minimizzare cure ed esami. Questo interesse è bilanciato solo dall’opposto interesse dei partner privati a dilatare il fatturato e prescrivere di tutto di più.
Chi vincerà? Il piano ha individuato tre aree di popolazione a gradi crescenti di complessità socio-sanitaria.
Ma al di là delle parole le finalità sono chiare: si fa finta di razionalizzare la spesa sanitaria (gli stipendi sono stati ampiamente tagliati a fronte dei profitti a favore dei privati in forte crescita) in realtà si sposta la spesa sui bilanci familiari.
La Regione Lombardia sta preparando una pozione avvelenata a milioni di pazienti ma la formula è elaborata a Roma e condivisa da un ampio schieramento parlamentare. Le sole voci di contrasto vengono dall’Unione Medici Italiani e da Medicina Democratica.

Che vogliano estendere la brutta copia della “ Milano da bere” all’intero territorio del paese è un timore più che fondato. Che l’asse Maroni-Toti possa veicolare alla Liguria il modello che si sperimenta in Lombardia è quasi una certezza.
E’ necessario l’unità fra cittadini, associazioni, sindacati di base e dipendenti E’ necessario un movimento di lotta per non far passare l’ennesima fregatura per i più deboli.

Si Cobas

Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.