Il TPL napoletano è oramai al collasso. 40 corse tagliate e circa 240 licenziamenti nella sola ANM. I frutti delle scelte amministrative della dirigenza aziendale ora stanno lasciando i propri frutti.
La distruzione del TPL rappresenta una questione di carattere complessivo e non soltanto sindacale. Riguarda la possibilità di muoversi per le masse povere e per i proletari della città e della periferia. È una questione squisitamente di classe, che pone un problema di chi, come e perchè viene distrutto e privatizzato il trasporto pubblico.
La classe borghese non ha il problema di come spostarsi, potendo contare su redditi infinitamente più alti di quelli di un lavoratore, di un disoccupato o di uno studente della periferia della città.
Il punto politico è che la giunta De Magistris in questi due mandati ha prodotto delibere di tagli del TPL, parandosi dietro scelte “obbligate” dal governo centrale.
De Magistris e la sua giunta hanno ampiamente dimostrato che la loro idea di sinistra è il governo delle macerie lasciate dal capitalismo. Tali politiche si sostanziano formalmente con il patto di stabilità che strangola i comuni, ma sono solo l’espressione giurisprudenziale dell’impossibilità di riformare un sistema marcio. Una politica che si ritorce contro i lavoratori delle municipalizzate e della popolazione che si muove in città.

Per questo come FIR abbiamo subito posto – anche ai lavoratori ANM – la questione sul piano più direttamente politico proponendo di costruire un percorso che attorno alla vertenza ANM, CTP ed EAV formi un movimento che punti a unire i lavoratori combattivi di queste aziende e settori in lotta della popolazione.
La soluzione di questa vertenza deve, certo, venire da una battaglia di tipo sindacale sul versante di alcune rivendicazioni, ma deve essere capace di unirle al problema della gestione del TPL e delle sue finalità. Porre cioè un problema di potere politico: chi decide sul TPL, De Magistris per conto dello Stato dei padroni o i lavoratori per conto dei proletari? I tagli che il Comune rende operativi – di cui, quindi, è anch’esso responsabile – pongono un problema di soldi erogati dal governo centrale ai comuni per le aziende locali. La questione quindi è evidente passi direttamente sul piano politico – così come, in realtà, è per qualsiasi lotta economica -, perchè De Magistris e la sua giunta non vogliono porsi sul terreno della rottura con le politiche di austerità del governo nazionale e quindi non possono far altro che amministrare tagli, licenziamenti e aumento dei ritmi, su indicazioni vincolanti del Ministero dei Trasporti.

Per questo la battaglia su ANM assume una valenza più generale. Riguarda il diritto a spostarsi per le classi oppresse della società. Può vincere soltanto se si pone l’obiettivo del non rispetto del patto di bilancio e di non pagare il debito pubblico con le banche. Una rivendicazione di rottura rivoluzionaria con le politiche del Governo e della Giunta DeMa.
I soldi per i servizi sociali, compresi i trasporti, devono pagarli i grandi capitali attraverso una tassazione progressiva, non i lavoratori. I licenziamenti vanno respinti ed è possibile scongiurarli solo su questo livello di scontro.


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Solo su questo terreno sarà possibile preservare i posti di lavoro e conquistare un TPL che permetta un miglioramento della qualità della vita per le masse oppresse, che vivono nelle metropoli del capitalismo in Italia.
Una questione che solo un controllo dei lavoratori su tempi, ritmi, politiche economiche e sociali può portare a risoluzione.

I lavoratori USB hanno lanciato un primo sciopero in tal senso. È un passo che va però allargato con la costruzione di una battaglia a tutto campo, che individui nella giunta De Magistris il principale responsabile della situazione attuale, senza tentennamenti, e che lavori alla più ampia unità dei lavoratori – a prescindere dalla tessera sindacale di appartenenza – e che unisca la lotta di ANM a quelle delle altre categorie in lotta di altre aziende.
L’impegno della FIR tende all’autorganizzazione dei lavoratori e il lavoro di rivoluzionari che conduciamo nelle lotte è dal versante di una prospettiva rivoluzionaria, alternativa non solo ai padroni, al governo e al capitalismo, ma pure ai falsi amici dei lavoratori come De Magistris e la sua coalizione neoriformista.
A chi tra i movimenti di lotta oggi sostiene De Magistris diciamo di scegliere da che parte stare: se con DeMa, i tagli e i licenziamenti o coi lavoratori del TPL e i proletari a cui oggi è negato persino il basilare diritto a spostarsi e a non restare prigionieri di quartieri della cttà, che a Napoli somigliano sempre più alle bidonville brasiliane.

Douglas Mortimer

Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.