Senza particolari dichiarazioni stampa da parte dei vertici di Unibo, è stata riaperta la Biblioteca di Discipline Umanistiche di via Zamboni 36, chiusa per diversi mesi dopo l’irruzione della polizia al fine di sgomberarla dagli studenti che ne stavano garantendo l’apertura dopo lo scontro con l’ateneo sull’installazione di tornelli agli ingressi. Una lotta, quella a partire dal rifiuto dei tornelli, che ha mobilitato nel complesso parecchie centinaia di studenti dell’Unibo e sulla quale rimandiamo agli articoli già pubblicati sulla Voce delle Lotte dai nostri compagni Giacomo e Matteo.

Il 36 riapre senza tornelli, ma risulta ancora chiusa la Sala Affreschi, che garantiva decine di posti a sedere e diverse postazioni computer, così come il bagno è stato dotato di accesso tramite badge universitario, rendendosi inaccessibile per i tanti utenti cittadini che non sono iscritti all’Unibo o non fanno parte del suo personale.

Il Rettore e il CdA, insomma, ci hanno fatto pagare con la chiusura prima e con questa riapertura “monca” poi lo scotto di una mobilitazione e di una lotta frontale contro l’università borghese sempre più simile a un centro commerciale e a uno stadio di calcio: fruibilissima per chi ha bei soldi da investire nei propri studi, sicura finché non si contraddice il volere del CdA, amica degli studenti finché non contrappongono i loro bisogni e le loro aspettative a un’università asservita a industriali, banchieri, massoni.

Proprio la mobilitazione legata ai tornelli al 36 ha ricordato un’ennesima volta nell’esperienza concreta come abbiamo bisogno di una critica generale, che arrivi alle fondamenta, dell’università così come è modellata sotto la dittatura dei capitalisti; e che da questa critica emergano un programma politico e un’azioni coerenti, che mettano in questione l’università così come l’intera società che spinge per farne allo stesso tempo un club per pochi benestanti e un parcheggio di massa di forza-lavoro che altrimenti vegeterebbe nella disoccupazione e che, non acquisendo quelle competenze utili ad aumentare la propria produttività sul mercato, risulterebbe un peso per i capitalisti che invece sono impegnati in una lotta globale per accaparrarsi lavoratori già formati, di cui non si sono pagati i costi di istruzione, accaparrandoli sul mercato internazionali e sottraendoli dunque ai loro rivali.

Proprio in questo senso, insieme a singoli compagni e a collettivi di altre città ci impegniamo a lanciare in tutta Italia, come tendenza politica studentesca, il Coordinamento Studentesco Rivoluzionario (CSR) con una conferenza nazionale aperta che si terrà questo autunno: a breve daremo le coordinate dell’evento. Per una politica di classe e rivoluzionarie nelle scuole e in università!

 

Studenti Rivoluzionari Bologna

Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.

Corrente politica anticapitalista, rivoluzionaria, dalla parte della classe lavoratrice nel movimento studentesco.