Dopo tre settimane di sciopero degli operai della FCA di Kragujevac, durante le quali la direzione ha rifutato (illegalmente) di iniziare le trattative con gli scioperanti, l’assenza di reazione da parte dello Stato contro questo comportamento, si è giunti a all’interruzione dello sciopero e all’inizio delle trattative. Lo sciopero è stato interrotto senza consultare i lavoratori tramite decisione del comitato di sciopero, composto esclusivamente da rappresentanti del SSSK (Lega dei sindacati indipendenti di Kragujevac) che in realtà è solo uno dei due sindicati principali presenti all’interno della fabbrica (l’altro è il Nezavisnost). Sempre lo SSSK è stato l’unico rappresentante degli operai nelle trattative con la dirigenza FCA e lo Stato serbo, che ha partecipato ai negoziati in quanto proprietario al 33% dell’impianto.

Il nuovo contratto collettivo firmato martedì avrà una durata triennale e prevede un aumento del 9,54% dei salari attuali (di circa 300 euro) distribuiti con un aumento del 3,15% ad agosto e un 6,39% in febbraio 2018. Lo Stato serbo ha poi promesso la regolazione dei salari rispetto al tasso ufficiale di inflazione, il che vuol dire un aumento del 2,2% quest’anno e un 4,5% l’anno prossimo. Un aumento sicuramente inferiore alla rivendicazione degli operai di circa 420 euro, giustificato dal SSSK con l’aumento di salario che gli operai FCA hanno già percepito alla fine dell’anno scorso e all’inizio di quest’anno.

L’accordo raggiunto prevede anche il pagamento di rimborsi maggiorati quando a causa degli straordinari gli operai non possono usurfruire dei trasporti pubblici eil pagamento dei bonus per la produttività dovuti dal 2016 (il pagamento averrà per metà in agosto e per metà a dicembre), nonché la discussione di un’eventuale introduzione di un bonus simile per il 2018. È prevista anche la formazione di una commissione tecnica, formata da membri del SSSK e dirigenti aziendali, che abbia lo scopo di determinare per quali singoli operai il carico di lavoro sia eccessivo. La commissione comincerà i lavori a settembre.

Ma l’elemento più importante di questo nuovo contratto collettivo è la rinuncia entro i prossimi tre anni al diritto di sciopero. Gli aderenti al sindacato infatti si “impegnano a desistere da un qualsiasi sciopero durante l’intero periodo del nuovo contratto collettivo”, secondo quanto detto da una dichiarazione del Governo. Tutto questo porta una vera e propria stangata ad un furioso risveglio di coscienza di classe, che non è limitato alla sola FCA.

Infatti lo sciopero alla FCA di Kragujevac si è inserito all’interno di un stagione (invero non troppo intensa) di scioperi. L’importanza di questo lunghissimo sciopero va oltre alla durata e all’adesione, già di per sé impressionanti. Questi scioperi si sono però in buona parte verificati in aziende in cui da anni non si riceve un dinaro di salario e i lavoratori sono in lotta per qualcosa che molto semplicemente gli spetta di diritto; si tratta di aziende costituite ai tempi della Jugoslavija, gestite da una borghesia interessata unicamente a portarsi a casa il derubabile e che le lascia fallire volontariamente.

Al contrario, alla FCA i salari per quanto bassi arrivano regolarmente, e l’impianto poi non è minimamente definibile dai liberal-democratici come “antiquato”, un’espediente propagandistico che spesso viene utilizzato per giustificare la chiusura fabbriche in cui da anni manca qualsivoglia rinnovamento per volontà stessa dei vertici. Anzi, come abbiamo già detto in precedenza, lo sciopero va a colpire quello che è il fiore all’occhiello dei governi serbi dal 2008 ad oggi. La posizione degli operai che intraprendono la lotta è del tutto diversa dagli operai delle altre fabbriche ed è capace, al termine di tutto, a far intervenire il Governo perché siano avviate trattative tra azienda e lavoratori.

È evidente che il comportamento del SSSK sia tutto meno che inattaccabile. Anzitutto, è da considerare come i soli membri del SSSK partecipino al comitato di sciopero, mentre in realtà lo sciopero è stato indetto dal Nezavisnost e lo SSSK è stato costretto a “prendere in mano il testimone” (nella pratica cacciando il Nezavisnost dal comitato di sciopero) quando si è dovuto confrontare con l’esodo di propri membri verso il Nezavisnost. C’è da dire anche che l’interruzione definitiva dello sciopero, che ha portato all’inizio dei negoziati, è stata decisa dall’assemblea del SSSK e dal comitato di sciopero senza consultare la base operaia. Un comportamento che è descrivibile, senza mezzi termini, come burocratico. È utile riportare quindi la dichiarazione scritta tramite la quale il presidente del comitato di sciopero ha annunciato la fine dello stesso, questo perché illustra bene i modi autoritari e burocratici con cui si vuole ricondurre i lavoratori alla ragion di Stato:

« Care colleghe e rispettati colleghi,

dopo sedici giorni di sciopero questa sera nel parlamento cittadino di Kragujevac è stato raggiunto un accordo con il presidente del Governo della Repubblica di Serbia per l’inizio delle trattative con la più alta dirigenza dell’azienda FCA e la partecipazione attiva ad essi della premier domani a mezzogiorno al palazzo del Governo. Il comitato di sciopero e il parlamento del SSSK ha deciso la fine dello sciopero nell’azienda FCA e il ritorno al lavoro dal 19/07/2017.

Ringrazio tutti gli sciopeanti per l’unità dimostrata e voglio ricordare che questa unità tra i colleghi dovrà essere mantenuta oltre. Vorrei ricordare anche che non vi è spazio per contrasti tra voi perché durante questi sedici giorni avete dimostrato la vostra forza e la convinzione che si possa e debba lottare per i diritti dei lavoratori. Mi aspetto che domani, quando incomincerete a lavorare, lo farete d’accordo con le norme e le regole che valgono nell’azienda senza far mancare il più alto livello di professionalità e dignità operaia.

Zoran Marković »

Il comportamento del SSSK durante i negoziati e l’esito degli stessi sono poco giustificabili con le pressioni ricevute da dirigenza e Stato. Gli operai di Kragujevac si sono comportati in modo esemplare, dimostrando notevole unità e solidarietà, e di per se si trovano in una posizione che gli permette di essere molto più forti. L’adesione, l’abbiamo già detta, è stata quasi totale. Agli operai era chiaro come e per cosa si lottava, e per questo erano pronti a proseguire la lotta anche quando la premier prometteva l’inizio immediato dei negoziati in cambio della fine dello sciopero. Lo SSSK ha agito allora in senso contrario alla volontà degli operai, salvo poi ricredersi a causa di un fallimento iniziale nelle trattative.

Particolare oggetto di critiche è stato il contenuto del nuovo contratto collettivo. Riguardo a ciò l’assemblea del SSSK ha dichiarato quanto segue:

« La posizione dell’assemblea del SSSK è di accettare l’offerta in quanto in questo momento non vi è alternativa. Continueremo a cercare nuove forme di dialogo sociale in modo che le condizioni di lavoro e i salari siano migliorati in un futuro prossimo stando seduti al tavolo delle trattative con la direzione dell’azienda e la mediazione attiva del Governo e della stessa premier Ana Brnabić. »

Insomma, si fa di tutto per indorare la pillola di una lotta mutilita, di tre anni senza possibilità di sciopero come di un fatto compiuto senza alternativa. Ma c’è sempre un’alternativa agli accordi al ribasso.

Il Nezavisnost ha definito l’esito delle trattative come ridicolo, e che l’offerta è addirittura più bassa di quanto non sia stato offerto dall’azienda prima ancora dell’inizio dello sciopero. Zoran Stanić (presidente del Nezavisnost nella FCA di Kragujevac) ha dichiarato che: « I lavoratori sono più che insoddisfatti, visto che il signor Zoran Marković ha parlato delle condizioni avanzate dagli operai, cioè aumenti di salario e bonus per la produttività per gli anni 2017 e 2018, come imprescindibili. Adesso viene fuori che si discuterà solamente del bonus. Nessuno ci garantisce che lo otterremo. Stiamo prendendo in considerazione un’azione legale collettiva contro Marković perché qui si sta parlando della classica truffa ai danni dei lavoratori. »

In breve, gli operai hanno chiesto 50 mila dinari ma gliene sono stati offerti 41,5 mila, e non tutti in una volta ma una parte il primo di agosto e l’altra l’anno prossimo. Hanno chiesto il riconoscimento dei bonus per la produttività ma hanno ottenuto la promessa che di ciò si discuterà. Hanno chiesto che il lavoro in fabbrica sia organizzato meglio ma hanno ottenuto la promessa che la questione verrà analizzata. Secondo Stanić, i lavoratori non hanno ricevuto “praticamente nulla”. Quanti hanno scioperato otterrano dal SSSK mille dinari (circa 8 euro) per ogni giorno di sciopero.

Di Gabriele Bertoncelli

Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.