La notizia dell’arresto di Maria Rocco e Fabio Vettore tristemente, e prevedibilmente, non ha avuto grande risonanza sui media mainstream. Siamo riusciti a trovare un articolo solo sul Corriere del Veneto, regione da cui la ragazza e il ragazzo provengono. I due giovani, rispettivamente 23 e 18 anni, hanno partecipato alle manifestazioni contro il G20 ad Amburgo e sono ancora trattenuti in carcere , senza alcun processo, e senza che nessuna istituzione muova un dito per liberarli. Per quanto ci riguarda non vi è nulla di anomalo in tutto ciò, ma solo la normalità di una repressione sempre più pressante da parte dii un Capitale che nella difesa dei suoi interessi, dall’Italia al Brasile passando per la Germania, non ammette dissenso (in barba alla sua millantata veste “democratica”). Per questa ragione per Maria, per Fabio così come per tutti gli altri manifestanti arrestati o inquisiti durante le proteste ad Amburgo, di qualsiasi età, etnia o provenienza, esprimiamo la nostra più sentita solidarietà e complicità!

BELLUNO Maria scrive con una «montagna di umiliazione addosso, che non ti levi più». Scrive dal carcere dove vive e dorme ogni giorno dal 7 luglio scorso, da quando era stata fermata e arrestata durante gli scontri tra manifestanti e polizia lungo le strade di Amburgo. Mentre nei palazzi, la diplomazia mondiale discuteva le sorti del mondo attorno ad un tavolo, nel rito laico del G20. È con una lettera dal carcere Billwerder di Amburgo, in Germania, che Maria Rocco, 23 anni di Cesiomaggiore, racconta la sua sopravvivenza, dopo che la vita le si era rovesciata nel tempo di un «amen», quel pomeriggio di inizio luglio. Arrestata – assieme al diciottenne feltrino Fabio Vettorel, in cella in un carcere minorile – con l’accusa di aver disturbato l’ordine pubblico durante lo scorso G20.
Affidando le sue parole ad una lettera
fatta arrivare agli amici qui nell’entroterra di Belluno, Maria li ringrazia. Poi descrive le sue condizioni: «Sono qui in dieci metri quadrati chiusi da sbarre. Non so come fare ad avere tutta questa fiducia nella giustizia, qui la parola giustizia c’è solo nelle uniformi delle persone che hanno scelto, come scopo di vita, di chiudere a chiave queste porte dove sono rinchiusa». Una sua amica ha pagato 10 mila euro per tornare libera perché cittadina tedesca, «ma le mie settimane di vita, chi me le ridà indietro? – si chiede la ragazza -. Scusate lo sfogo. Solo il pensiero che state cercando di tirarmi fuori mi tiene un po’ su. Non avrei mai dovuto cacciarmi in questa situazione, tanto meno con Fabio ». Maria Rocco a Feltre stava facendo un periodo di formazione nello studio dell’avvocato Paolo Serrangeli. Ed è (anche) a lui che si è rivolta. «Sono deluso dai rappresentati delle amministrazioni che ho contattato in questi giorni, da molti non ho avuto alcun riscontro. I sindaci di Belluno e Feltre, Jacopo Massaro e Paolo Perenzin mi hanno almeno ascoltato – ha continuato il legale – ma non è sufficiente». Nel frattempo il legale di Maria, Domenico Carponi Schittar, dopo l’udienza che ha convalidato l’arresto della giovane, ha già depositato il ricorso per tentare, in tempi brevi, la scarcerazione.
I particolari della linea difensiva li anticipa la petizione nata quasi spontaneamente sulla pagina Facebook «Maria e Fabio liberi subito ». Nel documento si legge che «il 7 luglio scorso i due ragazzi sono stati arrestati con l’accusa di non essersi allontanati da una frangia di manifestanti violenti distaccatasi da una manifestazione autorizzata di contestazione del G20». I due però non si sarebbero allontanati dai manifestanti più facinorosi «per prestare soccorso ad una ragazza che, nella fuga, si era procurata una frattura esposta ad una gamba ». Per «proteggerla dal rischio di essere travolta, si sono fermati. Sono stati così arrestati ». Insomma, combattuti tra il fuggire e proteggere la ragazza, Maria e Fabio hanno scelto di soccorrere la compagna. Una battaglia legale che ha visto il coinvolgimento delle più alte autorità venete, su tutte il governatore Luca Zaia, che si è riservato di valutare il contenuto della petizione.”

Fonte: http://corrieredelveneto.corriere.it/belluno/notizie/cronaca/2017/24-luglio-2017/maria-scrive-carcere-amburgo-umiliata-chi-mi-rida-vita-persa-2401832736590.shtml

Di seguito la lettera integrale che Maria ha scritto dal carcere: http://www.bellunopiu.it/lettera-dal-carcere-di-amburgo/

di Matteo Iammarrone

Redattore della Voce delle Lotte, nato a Napoli nel 1996. Laureato in Infermieristica presso l'Università "La Sapienza" di Roma, lavora come infermiere.