Dopo l’omicidio di Heather Heyer a Charlottesville, Donald Trump ha puntato il dito ancora una volta contro la metà della popolazione statunitense, accusando entrambe le parti (nazisti e antinazisti) per l’iniquo e deliberato assassinio di un manifestante pacifico. Pochi giorni dopo aver condannato la violenza e il fanatismo da diverse parti, ha anche affermato che “c’era un gruppo su questo lato, puoi chiamarli di sinistra […], che ha attaccato violentemente l’altro gruppo”.

Per quanto disgusto possa suscitare, questa risposta non ci sorprende. Ciò che invece colpisce è che personaggi rinomati della sinistra condannino azioni antifasciste con la stessa energia.

Famoso linguista e personaggio ben noto alla sinistra statunitense, Noam Chomsky ha riferito al medico legale di Washington che “gli antifascisti sono un regalo considerevole per la destra, inclusi i militanti di destra,  che sono esuberanti”.  L’argomento è impostato più o meno così: le mobilitazioni antifasciste, invece di essere uno scacco contro il razzismo, l’intolleranza ed il fanatismo, servono solo a dare ossigeno alla fiamma del fascismo. Questo assunto è stato un marchio di fabbrica del liberalismo statunitense.

Le sfortunate osservazioni di Noam Chomsky, però, impallidiscono al confronto di quelle di Chris Hedges.

In un recente articolo su Truthdig intitolato Come gli antifascisti rispecchiano la destra alternativa (1), Hedges condanna la violenza da entrambe le parti non diversamente da come ha fatto Donald Trump. A suo avviso, antifascisti e nazisti sono due facce della stessa medaglia. Prosegue poi affermando che “in entrambi i casi si considerano l’avanguardia degli oppressi. Essi si arrogano il diritto di usare la forza per far tacere quelli che definiscono come il nemico. Santificano la rabbia. Sono infettati da quel cupo desiderio di conflitto guidato dall’adrenalina che sorge tra chi è privato dei diritti diritti quando una democrazia cessa di funzionare”.

Hedges equipara questa violenza alla violenza contro i neri, gli ebrei, i musulmani e gli immigrati alla legittima autodifesa dalle comunità oppresse o da chi li organizza e li difende dai fascisti. Egli giunge a questa assurda affermazione perché enfatizza eccessivamente quella che è essenzialmente una questione, al punto da escludere ogni altra discussione. In effetti, l’unica variabile di Hedges è la violenza: sì o no. Ma è disonesto porre un’equivalenza morale tra l’uso della forza da parte di potenziali vittime nella loro difesa contro un violento attacco reazionario.

Sembra che Hedges non sappia riconoscere la differenza tra un gruppo del KKK (Ku Klux Klan) e un gruppo di manifestanti che si organizzano contro i nazisti ed i klansmen (2). Chris, c’è una differenza qualitativa! Hedges sta cercando di discutere da un punto di vista politico “neutrale”, ma tale punto di vista non esiste in in politica. La vera caratteristica dei fascisti è l’affermazione della superiorità e la conseguente oppressione violenta di comunità etnicizzate (3).  Oltre a ciò, gli estremisti di destra hanno assassinato 275 persone negli ultimi 10 anni, mentre gli antifascisti non hanno ucciso nessuno.

E liberiamoci definitivamente di una cosa: un uso non necessario o illegittimo della forza (per illegittimo intendo la violenza perpetrata da un piccolo gruppo su un gruppo più ampio, o da singoli individui isolati dalla popolazionie lavoratrice) può ritorcersi contro in modi diversi. Atti eroici di attacchi individuali su politici odiati, conflitti da avventurieri con le forze di stato e incidenti in cui un piccolo gruppo blocca una mobilitazione molto più grande possono sfociare in un ritorno di repressione poliziesca, opinione pubblica ostile o, infine, nella neutralizzazione di un largo numero di attivisti intrappolati in costose e demoralizzanti battaglie legali contro lo stato. Ma questo non è un giudizio morale; è una questione di strategia e tattica.

Comunque non è questo il caso di Berkeley e nemmeno della chiusura della conferenza filofascista di Milo Yannopoulos dello scorso febbraio. La mobilitazione di massa che ha ostacolato entrambi gli eventi è stata una vittoria politica per il fronte socialista e democratico contro il razzismo e l’intolleranza. Chris Hedges invece pensa che la chiusura di Milo sia stata un «teatro politico per dare ai sedicenti radicali un palcoscenico per elevare la propria immagine di sé»; un’affermazione superficiale e imprecisa.

 

Il pacifismo reazionario

Sostenere la pace non è sempre giusto. Quando si tratta di guerra di classe, in particolare, la neutralità semplicemente maschera la politica borghese o piccolo borghese. Quando Chris Hedges equipara la violenza proveniente dagli oppressi, dalla sinistra, dagli antifascisti, con quella proveniente dai nazisti incoraggiati dal presidente Trump, egli sta avanzando una volgare teoria del ferro di cavallo dove i due estremi dello spettro politico si somigliano a vicenda.

Inoltre egli estende questa valutazione a vari altri conflitti, così diversi tra loro come lo sono la lotta tra le truppe d’assalto naziste ed i combattenti del Fronte Rosso negli anni ’20 e ’30 in Germania, o lo scontro tra i gruppi guerriglieri argentini e truppe d’assalto paramilitari (Triple A) agli ordini di Juan Peròn negli anni ’70, un preludio alla più sanguinosa dittatura militare della storia del paese.

Questa narrazione è stata usata alla fine della dittatura peronista per giustificare il terrorismo di stato che ha preso la vita di 30000 lavoratori e attivisti politici. In Argentina è conosciuta come la “teoria dei due demoni”, e solo l’estrema destra riproduce questo argomento oggi.  L’uso delle forze repressive dello Stato per eliminare fisicamente l’opposizione non può essere equiparato all’utilizzo della forza da parte di un gruppo politico – per quanto senza successo – al fine di promuovere il proprio programma e combattere la repressione dello stato. Ancora una volta, la differenza è qualitativa e ha implicazioni politiche significative.

La violenza aperta da parte di un individuo isolato o di un piccolo gruppo di persone affronterà probabilmente non solo la repressione dello stato, ma anche la condanna pubblica. È proprio per questo che il discorso di Chris Hedges è così pericoloso: aggiunge carburante al fuoco. I mezzi di comunicazione della corrente dominante hanno preso al volo avidamente il momento “batti l’antifascista”. Nei giorni scorsi il Washington Post ha pubblicato diversi articoli taglienti, dando dei banditi agli antifascisti, brandendo affermazioni false dal dubbio Libro nero del comunismo. Nancy Pelosi è saltato sul carro e si è scagliato sugli attivisti antifascisti a Berkeley. In modo prevedibile, anche i media liberali hanno difeso la santità della libertà di parola sopra tutti i diritti.

 

I limiti alla libertà di parola

Libertà di parola, proprio come libertà, democraziagiustizia, è un significante fluttuante. Cioè il significato effettivo del termine può variare drammaticamente a seconda del contesto, dell’attore che lo chiama in causa, del momento storico o della persona che riceve il messaggio. Il Movimento per la Libertà di Parola negli anni ’60 è stato molto progressista e naturalmente convergente con i diritti civili e l’attivismo pacifista. Gli obiettivi delle sue critiche e delle sue richieste sono stati il governo e le università come istituzioni del potere esistente. Oggi, tuttavia, i sostenitori liberi del discorso sono o conservatori devoti o liberali confusi.

Ma la loro posizione rispetto allo stato non è l’unico segno del loro carattere borghese. Ogni discussione intorno alla libertà e alla democrazia deve essere inquadrata e modellata dalle condizioni materiali e storiche. Per difendere la “libertà di parola” in un vuoto, senza una reale analisi di chi si accaparra un microfono per parlare, è una copertura per ridurre al silenzio i poveri, i gruppi etnicizzati (4) e gli oppressi. O forse questi sostenitori della libertà di espressione intendono difendere il diritto dei lavoratori precari di parlare con i loro colleghi riguardo alle condizioni di lavoro e alla sindacalizzazione? La verità è che i difensori della libertà di parola oggi non parlano di coloro che non hanno voce: i lavoratori agricoli senza documenti che raccolgono frutta in California o persone che vivono all’estero che sono regolarmente colpite da attacchi di dreni.

Allo stesso modo, il parlare superficiale della democrazia serve solo a mantenere un sistema che marginalizza sistematicamente ed esclude parte della sua popolazione. Democrazia reale significa anche e soprattutto democrazia economica: l’eliminazione della tirannia del capitale, l’equa ripartizione della ricchezza e del reddito, e l’amministrazione democratica dei processi produttivi. Ma anche senza considerare la giustizia economica , la democrazia e la libertà comportano il rispetto del diritto di parola e altri dei gruppi minoritari, delle etnie razzializzate (5) e delle comunità oppresse. Le manifestazioni naziste sono una flagrante violazione di quella libertà, e l’ala destra rappresenta una offesa diretta e una vera minaccia alla sicurezza fisica dei lavoratori e degli oppressi.

Sottovalutare questo aspetto connaturato di fascisti nazisti porta alla naturalizzazione del razzismo e permette al movimento stesso di crescere. Dobbiamo invece combattere questa naturalizzazione. Dobbiamo combattere i fascisti, superarli lungo la strada, sopprimerli, schiacciarli.

 

Strategie e tattiche

I fascisti devono essere combattuti, ma non in modo isolato, o da avventurieri. Le organizzazioni della classe operaia sono nella posizione migliore per poter combattere con successo i fascisti. I portuali di ILWU Local 10 offrono una lezione su come affrontare i fascisti: quando hanno appreso che un progetto nazista avrebbe avuto luogo nella zona della baia, hanno creato un Movimento per fermare i fascisti a S.Francisco e ,quando un numero significativo di persone si è impegnato a partecipare alla controprotesta, i nazisti si sono visti costretti ad annullare la loro dimostrazione. Non è la prima volta che ILWU Local 10 ha dimostrato il vero potenziale dei sindacati nel far avanzare la forza politica della classe operaia.

Mettere a tacere i fascisti è esattamente quello che dobbiamo fare in questo momento. La minima esitazione a questo punto, quando i nazisti sono ancora un gruppetto minoritario, verrà pagata in futuro.

Avventurieri, ultra sinistri e azioni isolate possono far allontanare gli elementi più radicalizzati dalla maggior parte dell’attivismo e possono avere conseguenze dannose per il movimento antifascista qualora lo Stato approfitti di questa divisione. Una strategia per sconfiggere i fascisti deve basarsi su mobilitazioni di massa. Ma la discussione sulle tattiche non dovrebbe mai essere portata all’assurdità di mettere gli attivisti nazisti e quelli antifascisti sullo stesso livello. È questo è il miglior regalo per la destra!

Isaac Russo

Note
(1) “Alt-right (abbreviazione inglese che sta per alternative right: “destra alternativa”) è il nome di un movimento politico, nato negli Stati Uniti, che promuove ideologie di destra alternative a quelle tradizionali del conservatorismo. L’Alt-Right è un gruppo non strutturato e non coeso, che non dispone di un’organizzazione centrale o di un’ideologia precisa, caratterizzandosi per lo più come movimento subculturale che si alimenta on line intorno a gruppi di discussione che gravitano sui siti web 4chan, 8chan, Reddit e Twitter (Wikipedia)” .

(2) Così vengono chiamati, in gergo, i membri del Ku Klux Klan.

(3) I«n sociologia, razzializzazione o etnicizzazione è il processo di ascrivere identità etniche o razziali a rapporti, pratiche sociali o gruppi che non si identificavano come tali” (Wikipedia).

(4) Cfr. n.3.

(5) Cfr. n. 3.

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