La classe lavoratrice femminile, sempre più precaria si afferma, per il governo Macron, come il bersaglio più sensibile della Legge Lavoro 2.0, la quale costituisce la causa nodale dell’incremento di disuguaglianze professionali già rilevanti a causa della differenza salariale, che in territorio d’oltralpe raggiunge la percentuale del 26 %. Con un attacco frontale da questa sganciato nei confronti di lavoratrici e lavoratori impiegati al seno di piccole imprese e/o che usufruiscono di un contratto a tempo determinato, la Legge Lavoro XXL colpisce in primo luogo un settore lavorativo fortemente rappresentato dalle donne.

I contratti di cantiere” facilitano i licenziamenti e mettono a rischio le donne a capo di famiglie monoparentali

Una delle misure che aggravano considerevolmente la condizione della classe proletaria femminile la si identifica infatti nell’introduzione crescente dei “contratti di cantiere” che, a differenza di un contratto a tempo determinato, terminano al completamento della missione per la quale i salariati sono impiegati. Il datore di lavoro può dunque applicare delle modifiche sulla durata effettiva del contratto e le sue modalità di impiego a suo piacimento, secondo le esigenze del cantiere, e licenziare con maggiore facilità e senza rischio al completamento di quest’ultimo, riducendo il costo delle indennità da versare a lavoratrici e lavoratori.
Le donne a capo di famiglie monoparentali sono in questo caso particolarmente colpite da tale misura, vittime di una flessibilità sempre più marcante incrementata, per di più, dall’”inversione della gerarchie delle norme”. Questa, infatti, concede ai padroni la libertà di modificare le ore lavorative, i congedi pagati e le giornate di riposo sulla base di un’esigenza imprenditoriale a servizio del profitto.

Abolite le convenzioni collettive, nessun dialogo sulle disuguaglianze salariali
Le aziende potranno così agire nella più totale libertà, non più obbligate dall’adozione di convenzioni collettive e negoziazioni annuali che prevedevano, inoltre, un dibattito informativo sulle disuguaglianze salariali tra donne e uomini.
La durata dei congedi maternità o malattia saranno, dunque, al soldo della cinica e bestiale esigenza capitalista, e possibilità di mobilità, che non rispetteranno in alcun modo le situazioni familiari dei lavoratori, potranno essere prese in considerazione.
Oltre a ciò, la Legge Lavoro XXL semplifica in maniera significativa le pratiche di licenziamento, le quali non dovranno più obbligatoriamente essere giustificate dal datore di lavoro.
Una donna incinta o vittima di atteggiamenti sessisti da parte del datore di lavoro risulterà più facilmente vittimizzata da questo genere di misura.

La riduzione della rappresentanza sindacale si fa nemica delle donne vittime di atti di sessismo

Il dissolvimento del CHSCT (Comitato di Igiene, di Sicurezza e delle Condizioni di Lavoro) mette in difficoltà le donne che subiscono atti di sessismo sul luogo di lavoro: se prima questo poteva garantire un sostegno morale per la persecuzione giuridica del datore di lavoro implicato nell’atto, la sua eliminazione complica l’organizzazione per la difesa dei diritti della donne e riduce l’intervento di una rappresentanza sindacale, come già previsto dalla possibilità, per l’impresa, di proporre un referendum senza che questo sia sottoposto ai sindacati.
La necessità di un fronte sociale comune in vista delle mobilitazioni del 12 e del 21 settembre

L’escalation anti-sociale e anti-operaia delle politiche macroniste, al servizio delle logiche padronali del Medef (Confindustria francese), rende dunque progressivamente più precarie le condizioni della classe lavoratrice, in particolare quella femminile. Questa, tuttavia, non costituisce il solo ed unico bersaglio della classe borghese: la riduzione degli APL (sussidi di sostegno al pagamento degli alloggi), che inserisce una lama ostile nelle profondità viscerali della classe studentesca, e la riduzione delle tasse sulla fortuna a favore dei più ricchi, creano le condizioni attraverso le quali una collera di classe avrà la possibilità di esprimersi in occasione delle mobilitazioni, coordinate dalla CGT (sindacato francese maggioritario), previste per il 12 e 21 settembre.
Le frange sociali più precarie della nostra Classe (donne, LGBTI+, migranti e vittime della repressione razzista impiegata in seguito all’adozione dello Stato d’Eccezione) avranno dunque modo di scendere in piazza in vista della creazione di un fronte comune che possa contrapporsi alle logiche del mercato capitalistico adottate dal governo Macron e allo Stato borghese, nella speranza che le organizzazioni sindacali possano garantire la continuità del movimento, spingendosi al di là di appuntamenti isolati e di ogni forma di frammentazione sociale.
Donne, lavoratrici e lavoratori, migranti, LGBTI+: stessa classe, stessa lotta!

Ilaria Fortunato

Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.