Domenica 3 Settembre, Luigi Di Maio candidato pres. del consiglio in pectore del Movimento 5 Stelle, si è recato a Cernobbio all’incontro annuale da parte del gotha dell’alta finanza, dell’industria e delle multinazionali, che si svolge presso la cittadina lombarda. Una presenza, quella del deputato 5 stelle, che ha creato non pochi imbarazzi nella base del movimento. Quando questa base comincerà ad interrogarsi su quale sia la reale natura di quello che si è palesato oltre ogni ragionevole dubbio – e a tutti gli effetti – un partito seduto al tavolo della grande borghesia.

Un Movimento che da quando è passato alle luci della ribalta ha dato sfoggio di varie contorsioni politiche e smentito gran parte delle urla nei VaffaDay e delle promesse elettorali.

Partito con la prospettiva populista di “uscire dall’euro” è poi passato ad essere fautore del referendum consultivo sulla moneta unica (la costituzione italiana non prevede referendum in materia di trattati internazionali). Infine è giunto alla più realista volontà di mantenere la moneta unica. Il referendum Italexit è diventato solo un’extrema ratio. Una manovra populista che spostava il problema dalla lotta di classe a quella fra le nazioni, fondando la sua critica sulla questione sovranista. Non viene più messa in discussione neppure l’appartenenza italiana all’Unione europea. Una metamorfosi che ha smascherato ampiamente le bugie di questo raggruppamento reazionario.

Prima contro l’Euro quindi, ora accettazione (pur senza entusiasmo) della moneta unica. Per Luigi Di Maio questa è l’immagine “alterata” che i media vogliono dare del Movimento 5 stelle. Subito dopo la sua partecipazione al Forum sul lago di Como, il vicepresidente M5s della Camera ha deciso di dare spiegazioni ai militanti sulla sua pagina Facebook:

“Per anni i media hanno disegnato un’immagine di noi totalmente alterata: eravamo i barbari, che volevano distruggere tutto e che tutti dovevano temere. Oggi stanno riapplicando lo stesso schema, facendoci passare per ciò che non siamo, ma questa volta abbiamo un’esperienza in più e non ci faremo fregare”.

Di Maio si riferisce in particolare alle critiche e alle perplessità dentro e fuori al Movimento, suscitate dalla sua presenza a Cernobbio. Molte delle sue dichiarazioni rilasciate all’uscita dal consesso hanno il sapore di una vera e propria istituzionalizzazione del M5s, dopo che solo un anno prima, lo stesso Di Maio aveva deciso di non parteciparvi per apparire alle basi come lontano dai tavoli del potere.

Secondo alcuni organi di stampa, il vicepresidente della Camera a Cernobbio, avrebbe detto che il suo modello è “il governo spagnolo di Rajoy” (sic!) e sarebbe rimasto molto cauto sul tema Euro nonostante in passato i grillini si fossero proclamati euroscettici. Di Maio ha invece affermato di aver accettato l’invito all’incontro coi “potenti della terra”, perchè

“Un Movimento che si candida a governare il Paese deve farsi conoscere, deve raccontare all’esterno l’idea di Italia che intende realizzare, non può commettere l’errore di rimanere chiuso nel proprio guscio per paura di contaminarsi, invece di far circolare e di affermare, con autorevolezza e indipendenza, le proprie idee e i propri valori anche tra chi non la pensa allo stesso modo”.

Ha infine aggiunto: «Noi vogliamo una Italia smart nation, che investa nelle nuove tecnologie sia nel pubblico sia nel privato.

Presenti a Cernobbio anche il segretario della Lega Matteo Salvini, Gentiloni, oltre al governatore azzurro della Liguria Giovanni Toti (l’attuale ed i probabili nuovi presidenti del consiglio) e tra gli altri il Ceo francese di UniCredit, Jean Pierre Mustier e il neo-presidente francese di Tim, Arnaud de Puyfontaine.

The European House seleziona una folla cosmopolita di eminenze degli affari e del potere politico per catechizzarli bene, rigorosamente lontano da occhi indiscreti per due giorni.

I temi delle conversazioni rimangono quindi strettamente riservati – con buona pace dell’apologia dello streaming -. Tutto ciò che si sa è frutto delle interviste da parte dei giornalisti che erano accalcati fuori Villa d’Este, nonchè delle ricostruzioni a posteriori. Il finto politico “anti-sistema” non ha voluto quindi rinunciare al battesimo da parte dell’establishment. E’ facilmente intuibile che il gotha europeo voglia capire bene (ammesso che non l’abbia già fatto) chi siano i grillini, cosa faranno e che programma essi intendano presentare ai capitalisti. Le elezioni politiche sono ormai alle porte ed il grande capitale non vuole correre il rischio di rimanere spiazzato mettendo sotto la sua ala protettrice anche quei settori della politica italiana definiti euroscettici e antisistema.

Cade quindi definitivamente la maschera dal volto di un movimento troppe volte definito antisistema, ma che si appresta a diventare il nuovo cavallo di Troia del grande capitale, con cui smontare definitivamente ciò che resta delle conquiste dei lavoratori, rendere sempre più i lavoratori schiavi del debito pubblico, impedendo di liberare risorse pubbliche da investire per il lavoro. Insomma.

Il M5s dopo aver dato l’illusione a molti anche a sinistra – non a noi che abbiamo sin da subito evidenziato la vera natura di questo movimento reazionario –  di incarnare il “cambiamento”, potrebbe avere ora il compito di completare il lavoro sporco iniziato coi passati governi di centro-destra e centro-sinistra, nel caso in cui avesse la maggioranza per governare dopo le prossime elezioni nazionali.

Tempi sempre più cupi si annunciano quindi per il proletariato in Italia ed Europa (ora che tutte le illusioni date dalla borghesia sono svanite) a cui ormai non resta che la rivolta sociale nonchè un ampio fronte di autorganizzazione tra lavoratori , per venire fuori da un tunnel che le politiche ultraliberiste del capitalismo hanno reso senza via d’uscita.

 

Angelo Fontanella

Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.