Questo è il secondo dei tre articoli a cura di Anna Malyukova sui suoi ricordi dell’Unione Sovietica, dove è cresciuta e vissuta prima del collasso. Non è un’analisi politica distaccata sulla situazione nell’ex Unione Sovietica, piuttosto è la storia delle sue esperienze personali, che illustra le profonde contraddizioni che segnarono la società e la vita quotidiana del popolo sovietico.


Ero una bambina sana, e ciò fu un sollievo per i miei genitori. Le madri usufruivano di 18 mesi di congedo di maternità, ricevendo metà dello stipendio, e altri 18 mesi a scelta con un quarto dello stipendio, se avessero deciso di rimanere a casa più a lungo. La maggior parte delle donne ritornava al lavoro dopo 18 mesi, perché lo stato forniva i mezzi di assistenza ai genitori che guadagnavano poco. Era una rarità per le giovani madri rimanere a casa a lungo. Gli asili erano una rarità ancora più grande. La maggior parte degli adulti lavorava e la disoccupazione era praticamente inesistente. Non avere un lavoro significava non essere funzionale allo stato e tutti volevano essere partecipi del motore economico. La corruzione esisteva, ma in maniera decisamente inferiore rispetto a quanto appare oggi.

L’educazione era molto strutturata e tradizionale fin dalla prima infanzia. Fummo educati a seguire le orme del giovane Vladimir Ulyanov, popolarmente conosciuto come Lenin, imparando i racconti su di lui sin dai primi anni di età. I bambini si preparavano a diventare adulti, offrendo prestazioni perfettamente memorizzate e riuscivano a cantare in coro in perfetta sincronia. La creatività non fu allevata in noi, anzi spesso era vista come un qualcosa di ambiguo, almeno per quanto mi riguarda. Ma ci diedero una grande preparazione scolastica e ciò permise ai nostri genitori di poter lavorare a tempo pieno e di non preoccuparsi della nostra assistenza. Ho sempre odiato gli asili nido, così parlai con alcuni bambini per scavare una fossa sotto il recinto, così da poter scappare dal centro, ma l’edificio si trovava proprio di fronte al nido. Purtroppo non lo facemmo mai veramente. Mi piaceva stare a casa con mia mamma e giocare come volevo, per lo più da sola. Così la mia creatività potè prendere la sua strada.

Ciascun edificio aveva al suo interno un piccolo parco giochi per bambini con altalene e scivoli. Nel pomeriggio la maggior parte dei bambini passava lì il tempo, giocando con gli adulti, che li osservavano seduti sulle panchine di fronte agli edifici. Il nostro quartiere era molto pulito perché il sabato tutti si riunivano per raccogliere la spazzatura e ripulire il quartiere. Era un evento divertente con un grande falò alla fine, con la spazzatura raccolta che veniva bruciata al buio. Gli adulti erano soliti filmare il tutto, bevendo appassionatamente, coi bambini che correvano attorno, giocando.

C’erano un sacco di negozi nella mia città natale, ma gli scaffali non erano mai pieni di oggetti. I miei genitori spesso dovevano andare fino a Mosca, facendo 5 ore di treno per comprare alcuni generi alimentari e specialità gastronomiche come salumi, banane, arance, ecc. Ora, quando vado a fare la spesa a Costco o anche in un negozio di alimentari locale, spesso torno con borse e sacchetti di cibo, solo per poter ritornare in un supermercato entro un giorno o due, quando i miei genitori tornavano invece con meno roba dalla capitale russa nel 1980. C’erano un negozio di pulizia a secco e un parrucchiere nell’ edificio accanto al nostro. I miei genitori andavano dal parrucchiere regolarmente, mentre la pulizia a secco era un lusso per noi. La maggior parte delle persone avevano la lavatrice di proprietà, come noi, mentre gli abiti venivano messi ad asciugare in speciali aree recintate accanto agli edifici. Nelle giornate di sole, le donne stendevano la biancheria da letto e gli asciugamani ad asciugare. Le piccole cose si asciugano in appartamento o in balcone. Oggi questi spazi sono stati destinati ai parcheggi, ma fino a poco tempo fa era possibile trovare donne che stendevano i vestiti al sole, bambini che giocavano nella sabbia, che andavano in bicicletta intorno all’edificio, alberi, fiori e cespugli che circondavano il quartiere, gatti passeggiare, cani riscaldarsi al sole, uomini giocare a Domino e fumare.

Mi rendo conto che questa immagine è resa romantica dai ricordi della mia infanzia, ma è quello che ricordo della mia vita in una piccola città di provincia in un’Unione Sovietica senza classi. C’era allora più comunità rispetto alla Russia attuale, nella quale il capitalismo ha sostituito la coscienza di massa con l’individualismo e la concorrenza per le risorse ed il lavoro. La gente non aveva molto, ma abbastanza per poter condurre una vita dignitosa. E tutti erano più o meno nella stessa barca. Credo che tutti questi benefici fossero dovuti al fatto che i lavoratori e il popolo russo abbiano fatto una grande rivoluzione e di conseguenza, raggiunsero grandi conquiste che oggi non esistono nei paesi capitalisti. Per esempio, negli Stati Uniti, l’istruzione e l’assistenza sanitaria sono garantiti solo ad una parte della popolazione.

Allo stesso tempo e come ho detto all’inizio, c’erano comunque disuguaglianze sociali. Ciò aveva molto a che fare con le conoscenze e spesso con l’appartenenza al partito comunista, che quando sono nata io, era altresì corrotto. Una volta ben inseriti al suo interno, esso forniva un reddito aggiuntivo, spesso anche sotto forma di tangenti, così come l’ opportunità di accedere a beni di lusso che rappresentava un’ altra opzione per fare soldi o da usare come tangenti.

Una cosa che trovavo sorprendente da bambina allora e da genitore oggi, è che nell’Unione Sovietica ci fossero strutture adibite ad aiutare le famiglie e i bambini in programmi e attività extrascolastiche e di doposcuola. Ogni agenzia statale e ogni fabbrica avevano al loro interno un centro culturale, dove avevano luogo concerti, eventi politici e sociali, oltre a programmi gratuiti per i bambini. In quei centri si svolgevano danza, arte, dramma, circo, e qualsiasi tipo di sport. Alcuni erano migliori degli altri, ma ogni bambino aveva accesso. I miei genitori mi iscrissero in una scuola di musica esterna a quei centri, che frequentai per sette anni e fu un’esperienza intensa dove si frequentavano le lezioni quattro giorni a settimana, ma questa era a pagamento. Era senz’altro vero che per ottenere realmente buoni risultati in materia musicale, ginnica e in qualsiasi altro ambito, si doveva andare nelle scuole private, con insegnanti riservati. Tuttavia era abbastanza facile trovare attività doposcolastiche gratuite per bambini, che si dimostrassero interessanti.

I miei genitori vissero metà della loro vita sotto il regime comunista e beneficiarono di molte strutture sociali e dei sistemi istituiti dallo stato. Era un’epoca di stabilità, in cui si sapeva cosa aspettarsi dal giorno successivo. Quando crollò l’Unione Sovietica, la stabilità finì, come sapevamo. Con la stabilità scomparvero un sacco di vantaggi che aveva il paese socialista. Negli Stati Uniti, la gente sentì parlare soltanto delle cose cattive sull’Unione Sovietica. Alcune erano reali, mentre altre avevano a che fare con la “guerra contro il comunismo” che tanto preoccupava il capitalismo degli Stati Uniti. Penso che una delle cose cattive fosse l’ esistenza di un settore privilegiato, una casta. Ma ciò che c’era di grande, fu spesso trascurato. Tutto ciò, unito agli enormi progressi sociali, è quanto deve realmente essere appreso sull’Unione Sovietica.

 

Anna Malyukova

Traduzione da Left Voice

Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.