Nello Musumeci è il nuovo governatore della Sicilia. Ha ottenuto poco più del 40% dei voti (tra chi ha votato) e avrà la maggioranza assoluta seppur di un solo consigliere. Si ferma a circa il 35,5% il candidato del Movimento 5 stelle Giancarlo Cancelleri. Risultati disastrosi per tutti gli altri, a cominciare dalla coalizione a sostegno di Micari, formata da Pd, Alleanza popolare di Alfano e Psi, che non arriva al 19% e per quella a sostegno di Fava, di poco oltre il 6%. Un ottimo risultato per Musumeci e Cancelleri, che hanno entrambi  quasi raddoppiato i voti ottenuti alle scorse regionali. Il perchè è dovuto all’assenza di altri candidati di centro-destra nel caso di Musumeci che ha avuto il sostegno della coalizione al gran completo, e della perdita di oltre 11 punti percentuali della coalizione di Micari rispetto a quanto ottenuto da Crocetta 5 anni fa. Ma è proprio a causa della pessima amministrazione di quest’ultimo, oltre che dei governi targati Letta e Renzi prima, e Gentiloni poi, che la candidatura del rettore dell’Università di Palermo si è conclusa con un fallimento annunciato.

Non sono mancate le accuse a Grasso da parte di vari esponenti Pd, in particolare del plenipotenziario renziano nell’isola, Davide Faraone, secondo il quale il fallimento elettorale del pd sarebbe da attribuire alla mancata candidatura del presidente del Senato, che avrebbe dovuto unire la coalizione renziana con quella di Fava. Non si capisce che fine avrebbe fatto l’alleanza con Alfano e in che modo si sarebbe potuto attenuare il fallimento, visto che la lista di Fava ha preso pochi voti in più di quella di Alfano. E non si capisce perchè soggetti politici distanti dal Pd, se non in qualche sporadica esperienza locale, avrebbero dovuto apparentarsi, Dichiarazioni che sottolineano l’inadeguatezza della candidatura di Micari. Sempre dai vertici del Pd siciliano, sono arrivate stoccate a Fava, reo di non aver appoggiato la candidatura del rettore.

Proprio la coalizione a sostegno di Fava, mantiene gli stessi voti, però questa volta a differenza di 5 anni fa, riesce ad entrare in Consiglio regionale.

Ad ogni modo, che abbia vinto l’uno anziché l’altro cambia poco (visto come dice Draghi si è innestato il pilota automatico). Ciò che rappresenta un segnale politico è che il 54% dei siciliani non sia andato a votare (percentuali pressochè identiche alle precedenti regionali). Una sempre crescente massa di persone ritiene l’astensione l’unica alternativa ai partiti odierni. Motivazione che fonda sui dati tragici sull’occupazione (42,4% al 2014, il più basso tra tutte le regione europee, 544 inattivi, 1,6 milioni di scoraggiati). A ciò si aggiunge lo stato ormai preistorico e di totale abbandono in cui versano le strutture e le infrastrutture dell’isola, con gli inevitabili contraccolpi su giovani, lavoratori e pensionati, che devono spendere molti soldi e sprecare parecchio tempo ed energie per potersi spostare da un paese e da una provincia all’altra. E Musumeci, come i due predecessori, non potrà far altro che continuare con le politiche di austerità visto il debito di circa 7,5 miliardi (pari a quello greco, per il quale il paese è stato a dir poco massacrato socialmente e privato di quasi tutti i beni e asset pubblici e persino di alcune porzioni di territorio), quindi da continui tagli alle spese riguardanti sociale e investimenti pubblici e sempre più risorse destinata a pagare il debito contratto con le banche private italiane e europee. E’ altresì molto probabile che la tassazione continuerà a salire, andando a gravare come sempre sui lavoratori dipendente, sui precari e sui pensionati.

A macchiare queste elezioni inoltre, è arrivata martedì da Sant’Agata Li Battiati (Ct) la denuncia da parte del figlio di una signora di 88 anni interdetta persino alla firma, secondo il quale, alla suddetta signora è stato attribuito il voto al candidato del Pd più votato nel paese, quando invece non poteva alzarsi dal letto della casa di riposo dove vive. Il fratello del tutore della madre ha dichiarato di non aver votato al posto della madre. Sempre nello stesso ospizio, una signora ha dichiarato che le è stato intimato di votare, altrimenti non le sarebbero stati dati i medicinali. Una vicenda davvero eclatante di cui si ha pochissima notizia sui media ufficiali e che non è certo un caso isolato. La dimostrazione lampante di cosa sono disposti a fare durante le elezioni i politici della borghesia.

Ma domenica 5 novembre è stato anche il giorno delle elezioni ad Ostia, dove si è tornati ai seggi dopo due anni di commissariamento a seguito del coinvolgimento dell’ex presidente Andrea Tassone in Mafia Capitale. Nessuno ha ottenuto il 50% dei suffragi, così andranno al ballottaggio Monica Picca del centrodestra e Giuliana Di Pillo dei cinque stelle, con quest’ultima che parte da un vantaggio di 5 punti percentuali. Queste elezioni sono passate alla ribalta della cronaca, per la presenza del candidato di Casa Pound Luca Marsella, che ha ottenuto un lusinghiero 9% a poca distanza dal Pd, riuscendo ad eleggere dei consiglieri. Ciò dimostra come nel vuoto creato dalla politica ufficiale, si sappiano inserire in talune realtà, le peggiori formazioni neofasciste e razziste.

Ma anche qui il dato più importante è quello relativo all’astensione, che raggiunge niente poco di meno che il 64%.

 

Angelo Fontanella

Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.