Oggi, presso il complesso del CAAB (Centro AgroAlimentare Bologna) si è tenuta l’inaugurazione di FICO, “il più grande parco alimentare del mondo”, voluto e gestito da Oscar Farinetti, patron della catena agroalimentare Eataly, noto per le sue pose mediatiche arroganti e sgraziate, quanto per le brutte condizioni di lavoro diffuse nei punti della sua catena.

 

 

Preparata da anni di interventi urbanistici a misura di capitale (in una città che in generale sta soffrendo particolarmente la ferrea dittatura di industriali, Legacoop, grandi proprietari immobiliari e burocrazia statale), la nuova realtà turistica vorrebbe essere la vetrina e il baricentro del nuovo corso bolognese (ad esempio per tante altre città e parti d’Italia) incentrato sull’economia del turismo schiacciato su quello “d’eccellenza”, plasmato sul profilo del danaroso turista dei ceti medio-alti; il tutto a danno delle masse lavoratrici, degli immigrati (che vivono non di rado situazioni di degradante detenzione [“accoglienza”!] nelle periferie delle metropoli), del gran numero di studenti e di universitari che ogni giorno vivono la città.

Una realtà dove il patrimonio agroalimentare e culinario italiano viene convertito nella maniera più totale possibile in un potente mezzo di espansione del mercato, di attrazione di profitto, di rilancio di diversi settori di capitali. Una realtà contestata oggi, tramite un presidio che ha semi-bloccato il traffico in entrata verso FICO, dai lavoratori del sindacato SI COBAS e dagli studenti del CAS e del CUA.

 

 

Non molto inaspettatamente, la risposta alla volontà di esprimere la propria posizione e contrarietà a FICO da parte di studenti e lavoratori è stata quella del blocco dell’accesso per i manifestanti, così come quella dello schieramento di un ingente schieramento di polizia, carabinieri e guardia di finanza.

La protesta era diretta non solo contro l’ennesima manifestazione dell’unica priorità dell’agenda politica generale, cioè quella di generare sempre nuove e maggiori occasioni di profitto per i capitalisti, ma anche per sottolineare gli aspetti di sfruttamento brutale che vivono i lavoratori impiegati dalle aziende e cooperative collegate a FICO, così come la tragedia del lavoro gratuito dell’alternanza scuola-lavoro prevista dalla legge della Buona Scuola del PD di Matteo Renzi. Solo nell’arco di un anno, FICO utilizzerà oltre trecentomila ore di scuola-lavoro fornite da circa ventimila studenti provenienti da duecento scuole da varie parti d’Italia. Una situazione che peggiorerà ancora di più la situazione di tanti lavoratori impiegati in questo complesso o nel tessuto economico che attorno ad essere girerà. A maggior ragione, l’unità nell’opposizione a Farinetti, Legacoop e compagnia cantante tra operai e studenti diventa ancora più urgente e cruciale nell’epoca del lavoro gratuito renziano e del tentativo di mettere in competizione diretta gli uni con gli altri, a tutto vantaggio dei padroni che potranno così riprendersi sempre maggiori fette di salario senza muovere un dito.

 

 

A FICO e dintorni tira già aria di sciopero, ed è in quella direzione che auspichiamo tiri sempre più forte il vento della lotta di classe, specie in questi mesi di narcotizzante campagna elettorale che aspettano, dove tutti parleranno di tutto, meno che gli sfruttati di se stessi e dell’unico programma a loro vantaggio: la fine della dittatura dei ricchi capitalisti, l’inizio del proprio governo sull’economia e sulla società.

 

Giacomo Turci

Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.