Proseguiamo la pubblicazione sulla Voce delle Lotte di diversi brani, introvabili su internet, provenienti dalla raccolta di scritti di Vladimir Lenin “L’emancipazione della donna” (Editori Riuniti 1970).

Il terzo brano, dopo “Il lavoro della donna nella fabbrica” e “La classe operaia e il neomalthusianismo” è  “Il V Congresso internazionale per la lotta contro la Prostituzione” pubblicato nella Rabociaia Pravda, n.1, 13 Luglio del 1913 (Opere, cit.,v.19,1967,pp.236-237), p.27.
Recentemente, a Londra, sono terminati i lavori del “quinto congresso internazionale per la lotta contro la tratta delle bianche”.
E’ stato un accorrere di duchesse, contesse, vescovi, pastori, rabbini, funzionari di polizia e filantropi borghesi d’ogni sorta! E quanti banchetti e fastosi ricevimenti ufficiali per l’occasione! Quanti discorsi solenni sul danno e l’infamia della prostituzione!
Quali sono stati i mezzi di lotta invocati dai delegati borghesi al congresso, da queste delicate persone?
Due mezzi innanzi tutto: la religione e la polizia.  Sembrano questi i mezzi migliori, i più sicuri.
Sembrano il corrispondente londinese della Leipziger Volkszeitung [Gazzetta popolare di Lipsia, giornale di sinistra, ndr], un delegato inglese si è vantato per aver proposto al parlamento inglese di infliggere pene corporali ai lenoni.  Eccolo dunque il campione “civile” della lotta contro la prostituzione dell’epoca nostra!
Una donna canadese portava al cielo la polizia e la sorveglianza esercitata dalla polizia femminile sulle donne “cadute”, ma, quando all’aumento dei salari, sosteneva che le operaie non lo meritavano.
Un pastore tedesco ha lanciato fulmini contro il materialismo contemporaneo che guarda sempre il più terreno fra il popolo e contribuisce alla diffusione del libero amore.
E quando il delegato austriaco Hertner ha cercato di sollevare la questione delle cause sociali a cui risale la prostituzione, della miseria estrema delle famiglie operaie, dello sfruttamento del lavoro dei fanciulli, delle condizioni di alloggio insopportabili, ecc., un coro di grida ostili da obbligato l’oratore a tacere!
In compenso, i delegati si raccontavano cose istruttive ed edificanti sulle alte personalità. Si raccontavano, per esempio, che quando l’imperatrice tedesca visita una clinica ostetrica a Berlino, si distribuiscono fedi alle madri di figli “illegittimi”, per non offendere gli sguardi della augusta signora con la vista di una ragazza madre!
Tutto ciò può dare un’idea della disgustosa ipocrisia dominante in questi congressi aristocratici e borghesi. Gli acrobati della filantropia e i poliziotti per cui la povertà e la miseria sono oggetti di scherno si riuniscono per “lottare contro la prostituzione” che è alimentata proprio dall’aristocrazia e dalla borghesia.

 

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