Riceviamo da un lavoratore impiegato nella grande distribuzione e pubblichiamo volentieri una sua riflessione sullo sfruttamento, in particolare nel suo settore, e sulla necessità di ribellarsi a tale situazione.

La giornata lavorativa, nel supermercato dove lavoro, ha dei ritmi e delle tempistiche molto rigide da rispettare. Il negozio apre al pubblico alle 7:45 ma, all’interno del punto vendita, i responsabili dei reparti sono operativi dalle sei e un quarto del mattino, per controllare la merce che viene consegnata dai drivers, “quasi sempre” precedentemente l’apertura del punto vendita. Alle sette continua ad aggiungersi personale e quando la merce è stata consegnata, ciascun reparto inizia il lavoro.

Mi occupo delle operazioni di cassa, sistemazione pedane in magazzino, scaffalista, banco pane, pescheria, addetto ortofrutta etc ed oltre a me altri lavoratori compiono più mansioni per evitare assunzioni che significherebbero costi ai padroni. Nella logica affarista-aziendale, aumentando la produzione, non pagando altri salari, si aumentano i profitti per la proprietà e la soglia di sfruttamento avanza, ci insegna Marx.

Parlando della sistemazione dello scatolame, i ritmi sono serrati. Ciò che viene scaricato al mattino,deve essere sistemato entro l’orario di uscita del lavoratore dal supermercato. Le ripercussioni al momento del ritorno di un preposto o del padrone, se il lavoro non dovesse essere portato a termine, possono essere un rimprovero, per quello che ho vissuto,ma in altri casi scene isteriche con salivazione accentuata della bocca o strattonamenti ai danni del lavoratore. Perché come ci è stato detto, noi operai ci dobbiamo sbrigare. Più prepariamo pacchetti di carne, prima sfilettiamo il pesce più veloci siamo in cassa o a servire il pane, più gli scaffali vengono riempiti di merce, più il padrone è felice, si calma e sorridente se ne va con la sua jaguar.

Dall’attuazione del decreto “Salva-Italia”, del governo Monti, il nostro paese è diventato la patria della deregolamentazione nell’apertura dei negozi. In italia le attività commerciali hanno la possibilità di rimanere con le serrande alzate, 24 su 24, 365 giorni l’anno. Incredibile, ma è la verità. Molto spesso la domenica e le festività non vengono pagate come ci spetterebbe per legge, sotto le feste il lavoro si intensifica così tanto che, nel mese di dicembre, sono solo due i giorni di riposo in tutto il mese. Di noi operai non parla più nessuno. Ci domandiamo quanti soldi avrà il padrone nel conto corrente, ma ci DIMENTICHIAMO di chi ce li va a mettere quei soldi in quel conto: i Lavoratori!

Sono pochi i giornali che si occupano di scrivere,del disagio che si prova nell’essere sfruttati per 1,50€, 2€ o 5€ l’ora, questi sono nostri fratelli braccianti, gli schiavi delle fabbriche di pelle e accessori, che un giorno marceranno con noi verso la rivoluzione, per una società diversa, dove ognuno darà cio che potrà dare e prenderà ciò che realmente gli serve. Dobbiamo lottare per eliminare queste ingiustizie e per dare un valore alla vita. Come lavoratori useremo la nostra forza, la nostra tenacia ed intelligenza, per ottenere cio che alla collettività serve. Lottiamo per migliorare le nostre condizioni economiche e per avere più tempo libero, per dedicarsi ai propri cari e alle proprie passioni. Fino alla vittoria.

Un lavoratore