Il MIUR ha deciso di sospendere per 6 mesi (massimo provvedimento disciplinare prima del licenziamento) la docente Lavinia Flavia Cassaro, maestra che il 22 febbraio era in piazza a Torino per contrastare la presenza dell’organizzazione terroristica Casapound.

Lavinia è accusata di oltraggio a pubblico ufficiale e istigazione alla violenza. Insulti verso gli appartenenti alle forze dell’ordine, che hanno scatenato l’indignazione ipocrita di politici del PD, dei leghisti e della sinistra benpensante.
Nelle manifestazioni vi sono momenti concitati, soprattutto quando due forze si contrappongono. Questo anche un bambino può capirlo. Ma sembra non essere percepito dalla stampa e dai partiti dell’arco parlamentare.

Oggi tutti vedono gli insulti – sbattutici ad hoc in prima pagina dalla stampa mainstream – della maestra Lavinia, ma nessuno vede il contesto sociale che ha formato la contingenza: sparatorie e tentate stragi, accoltellamenti, aggressioni quotidiane (i servizi segreti in un recente comunicato hanno denunciato oltre 70 episodi di squadrismo fascista negli ultimi 3 mesi) da parte dei gruppi dell’estrema destra.

Fermo restando che insultare le forze di polizia non ha nessuna correlazione con una buona pratica d’insegnamento – a meno che non si voglia implicitamente far passare l’idea che per essere docenti bisogna conformarsi ai valori della società capitalistica e della morale dei preti e degli imprenditori – il provvedimento è del tutto illegittimo, perchè avviene non solo al di fuori di un contesto scolastico, ma in un corteo dove i momenti di tensione sono all’ordine del giorno. In più si parla di insulti verbali. L’accanimento è palese ed ha un’eziologia del tutto politica. È evidente.

Di fronte all’istigazione alla violenza e all’odio razzista – e quelli sì che sono reati previsti anche da Costituzione e Codice Penale – operata quotidianamente da politici come Matteo Salvini attraverso i social newtork, gli insulti di Lavinia sono un fisiologico e giusto sfogo di chi prova a opporsi alla barbarie della prepotenza fascista e xenofoba.
Ma si sa, lo Stato non processa sé stesso. Salvini va al Parlamento e guida una campagna elettorale costruita sulla pelle degli immigrati, mentre Lavinia per una cosa banale come uno sfogo in una manifestazione viene sospesa dal lavoro col chiaro obiettivo di licenziarla.

È bene ricordare che pochi giorni fa un carabiniere ha ucciso la sua intera famiglia prima di suicidarsi. Nei mesi passati nella Caserma di Firenze si esponevano bandiere della Germania imperiale – chiaramente in riferimento a una vicinanza ideologica al nazismo. Nella stessa città due carabinieri hanno stuprato due ragazze americane (difesi da avvocati di estrema destra i cui comportamenti in sede di processo stanno indignando persino la stampa benpensante). Alcune settimane fa un ex candidato della Lega vicino a Forza Nuova, Luca Traini, ha provato ad ammazzare con una pistola 7 immigrati a Macerata, così come invece riuscì a Gianluca Casseri, quadro dirigente di Casapound, che entrò nel 2011 in un mercato per ammazzare due senegalesi, sempre a Firenze.

Che in Italia le stragi, gli attentati, gli stupri e le aggressioni le facciano polizia e fascisti è un fatto acclarato, lo dicono i fatti passati e recentissimi; che a tutelare chi si macchia di barbari atti di violenza gratuita siano le forze armate dello Stato e i gruppi di estrema destra è anch’esso un fatto; che molti appartenenti alle forze dell’ordine siano simpatizzanti o addirittura militanti delle frange di estrema destra è acclarato persino da inchieste della magistratura.

Forse gli organi dello Stato, come il MIUR, farebbero bene a spendere il proprio tempo nel preoccuparsi di docenti che su Facebook espongono i simboli della Repubblica Sociale Italiana e rivendicano apertamente il Fascismo e lo sterminio delle “razze inferiori”, come Manfredo Bianchi. Il suo profilo è la conferma di quanto affermato sopra: militante delle organizzazioni di estrema destra, ex militare della Folgore e oggi docente. È solo uno fra i tanti, ma nessuno si scandalizza e nemmeno ne parlano tutti i giornali.

Sosteniamo la docente Lavinia Flavia Cassaro. Il suo diritto a manifestare e a dire liberamente ciò che pensa di polizia e fascisti, soprattutto in contesti dove i sostenitori dei campi di sterminio cercano agibilità politica, è legittimo sotto il punto di vista morale e persino giuridico. Sono i Salvini e i fascisti a non avere “licenza” di esprimere le proprie idee retrograde e medioevali.

Licenziare lavoratori, picchiare o sparare a immigrati, violentare donne, manganellare chi reclama una società diversa: questi sono i “cattivi esempi”. Il Parlamento della borghesia è pieno.
Una maestra antifascista, al contrario di quanto dice Renzi, è un buon esempio non soltanto per i suoi studenti ma per tutta la società e per i suoi stessi colleghi, che in questi mesi si stanno mobilitando contro i licenziamenti di massa.

No al licenziamento politico di Lavinia Flavia Cassaro!
#siamotuttecattivemaestre #iostoconlavinia

Tutti coloro che dimenticano il proprio passato sono condannati a riviverlo

Primo Levi

Douglas Mortimer

Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.