Pubblichiamo il comunicato del Coordinamento Studentesco Rivoluzionario sul caso dello studente di Carpi (militante del CSR) punito per aver espresso critiche contro l’alternanza scuola-lavoro.

SEI IN CONDOTTA A CHI CRITICA L’ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO!

Denunciamo un grave episodio di censura avvenuto la scorsa settimana. Un nostro compagno, studente dell’ITIS da Vinci di Carpi (in provincia di Modena), è stato proposto dal consiglio di classe per il 6 in condotta. Il motivo? Ha osato criticare l’attività di alternanza scuola-lavoro che stava svolgendo in un’azienda metalmeccanica.

Lo studente ha scritto un post su Facebook dove descriveva la lunga giornata di lavoro (a causa della distanza tra casa e azienda) e il lavoro ripetitivo e inutile ai fini della formazione. Problemi comuni a migliaia e migliaia di altri studenti che ogni anno vengono mandati nei posti più disparati per svolgere un lavoro poco qualificato e per nulla istruttivo, utile soltanto per le aziende che li “accolgono”. Problemi che vengono denunciati spesso.

Ha esercitato la sua libertà di espressione, ha criticato senza diffamare o insultare, senza anzi fare alcun nome. Una pratica che le istituzioni, che si dicono democratiche, dovrebbero rispettare e anzi incoraggiare. Non è stato così, come non lo è stato con gli studenti del Vittorio Emanuele II di Napoli, puniti colpendo sempre sul voto di condotta.

Questo perché lo studente in questione non ha avuto problemi nell’identificare la fonte del problema: il capitalismo, che reintroduce lo sfruttamento del lavoro minorile, e quindi l’azienda, che impiega gratuitamente il suo lavoro. Il problema è anche una scuola piegata agli interessi dei privati, dove l’educazione di un individuo passa in secondo piano rispetto alle esigenze della produzione.

In un’intervista rilasciata a quotidiani locali, il preside dell’ITIS Da Vinci ha ammesso che all’origine del provvedimento disciplinare c’è solamente il post, mentre il compagno è anzi un ottimo studente. A cosa servirebbe dunque il sei in condotta? A far capire che è sbagliato considerare l’AS-L come sfruttamento, e così come lo è il rivendicare un compenso per il proprio lavoro. Il preside poi ci informa che fare valutazioni politiche su un’esperienza vissuta in prima persona è indice di “convinzioni ideologiche”.

In sostanza: lo spirito critico è indice di cattiva educazione, mentre lo studente deve dimostrare “buona educazione” di fronte alle aziende, senza permettersi di criticare. E la “buona educazione” è ben più importante delle capacità tecniche. Così dicendo, il preside ci conferma che alle aziende serve una classe lavoratrice servile e obbediente.

Ci schieriamo attorno al compagno colpito dalla repressione e invitiamo studenti, lavoratori e le organizzazioni della sinistra ad inviare attestati di sostegno al giovane vittima dell’autoritarismo. Ribadiamo, inoltre, la nostra più strenua opposizione alla buona scuola, quindi la necessità di abolire la legge in questione e in particolare l’alternanza scuola lavoro: ogni tentativo di riforma – come la carta dei diritti dello studente approvata il dicembre scorso – è infatti vano fino a quando, a causa dell’obbligatorietà dell’ “Alternanza” (che costituisce il succo della misura) gli studenti saranno costretti a subire il ricatto di presidi e padroni.

Ribadiamo, ancora, la nostra opposizione ai processi di privatizzazione della scuola pubblica dei quali la Buona Scuola rappresenta solo l’ultimo tassello.

Per l’immediata abolizione della Buona scuola e dell’alternanza scuola-lavoro!

Mobilitarsi per fronteggiare gli attacchi autoritari del preside: se toccano uno toccano tutti!

 

Coordinamento Studentesco Rivoluzionario

 

Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.