Non sembra conoscere fine la lista di operai deceduti sul lavoro dall’inizio dell’anno. Nelle scorse settimane ben 6 operai sono morti sul lavoro e uno studente ha subito un grave infortunio mentre era in Alternanza Scuola-Lavoro, riportando il taglio dei tendini della mano. 


Angelo Fuggiano, operaio di 28 anni è deceduto stamattina a seguito di un incidente nel reparto IMA dell’Ilva di Taranto.
Durante il cambio funi per una macchina scaricatrice DM6, uno dei cavi si è staccato durante la fase di ancoraggio e lo ha travolto. Stava provando a sostituire una delle funi addette allo scarico dei minerali necessari per la produzione dell’acciaio.
A nulla sono serviti i tentativi di rianimazione degli operatori sanitari del 118.

Nella stessa area nel 2012 rimase ucciso Francesco Zaccaria, operaio di 25 anni che finì in mare assieme alla gru sulla quale stava lavorando. 

La notizia ha fatto subito il giro degli stabilimenti mentre si teneva un’assemblea dei lavoratori sul futuro dell’impianto, dopo la rottura delle trattative con Arcelor Mittal, che ha presentato un piano di precarizzazione per oltre 10 mila lavoratori e di oltre 5 mila licenziamenti. Un piano irricevibile che i sindacati hanno rispedito al mittente. FIOM, USB, FIM e UILM hanno subito proclamato lo sciopero di tutti i dipendenti fino a venerdì mattina, per tutto il primo turno. 

Nell’ultima bozza di “Contratto di Governo” tra Lega e M5S si preannuncia la chiusura di tutti gli impianti inquinanti senza specificare nulla sulla salvaguardia dei posti di lavoro. Per questo, i lavoratori sono ancor più preoccupati del proprio futuro e hanno annunciato mobilitazioni.

Negli impianti Ilva, oltre a Angelo Fuggiano e Francesco Zaccaria, soltanto negli ultimi 10 anni hanno perso la vita Paolo Franco, Pasquale D’Ettore, Silvio Murri e Giacomo Campo, tutti operai molto giovani morti per le scarse condizioni di sicurezza, in particolar modo delle gru utilizzate.

Sempre nella mattinata, tre operai di Arquata del Tronto, sono rimasti gravemente feriti mentre riparavano i piloni di una strada distrutta dal terremoto. Le loro condizioni sono gravi.

Il necrologio degli operai assassinati sul lavoro pongono come non più rimandabile e assolutamente necessaria una mobilitazione che non sia soltanto sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, ma che ponga anche in essere la questione sulla gestione dei ritmi, dei tempi e delle finalità dello stesso da parte degli operai. L’unico modo per fermare lo spargimento di sangue di operai sacrificati sull’altare del profitto è che a garantire la propria sicurezza siano essi stessi.

 

Douglas Mortimer

 

 

 

 

 

Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.