Le elezioni comunali di Brescia confermano al primo turno Emilio Del Bono, sindaco uscente del Partito Democratico, un risultato in netta controtendenza rispetto a quanto accaduto nelle altre città in cui si sono svolte due settimane fa le elezioni amministrative. Anche qui, infatti, la Lega svolge un ruolo determinante nella coalizione del centrodestra ottenendo quasi 20.000 voti, ma il PD risulta il primo partito con 27.000 preferenze, le stesse delle Politiche di marzo, sintomo di una fiducia elettorale rinnovata nonostante il recente cambio di governo. Male il Movimento 5 Stelle che non va oltre i 4.300 voti. Altro dato rilevante quello dell’astensione al 43%, oltre 60.000 voti mancanti, una disaffezione significativa a fronte delle ben 18 liste che si sono presentate. Non era mai accaduto prima d’ora.

La tenuta del Partito Democratico, tra appoggi influenti e ipocrisie
A Brescia il PD ha saputo rafforzare l’alleanza tra le “forze produttive” e la cultura cattolica-solidarista che ha il suo perno nella Diocesi e nei suoi influenti riferimenti in città (giornali, case editrici come La Scuola, associazioni di volontariato). Del Bono rappresenta, insomma, quella “faccia pulita” in grado di mettere d’accordo tutti, sindacati confederali compresi, mentre deve aver pagato il tentativo di coprirsi le spalle “a sinistra” (in controtendenza con il Partito Democratico nazionale) segnalato dalla delibera che vieta l’utilizzo di spazi e aree pubbliche a movimenti e partiti che si richiamano a ideologie neofasciste, razziste e xenofobe e ad aver celebrato la prima unione civile.

Smarcandosi dalla più plateale indifferenza con la quale la precedente amministrazione di centro-destra aveva trattato la questione ambientale, Del Bono è inoltre riuscito a presentarsi come un sindaco attento a un tema che è di importanza cruciale nella terza città più inquinata d’Europa e dove – come emerge dal rapporto “Sentieri” dell’Istituto Superiore di Sanità (aprile 2014) – l’incidenza di malattie tumorali è la più alta d’Italia. A ben guardare tuttavia, non è stato fatto un gran che… Per quanto riguarda ad esempio la vicenda della Caffaro, ormai nota anche a livello nazionale, un’ordinanza comunale di tre anni fa ha reso agibili alcune aree prima off-limits per via dell’elevata densità di sostanza cancerogene nel suolo; non però perché ripulite, ma solo grazie al fatto che è stata cambiata la definizione di inquinamento!

La legge stabilisce soglie di contaminazione diverse per i terreni destinati a uso residenziale e verde pubblico, oppure a usi commerciali e industriali: nel primo caso sono tollerabili fino a 60 microgrammi di Pcb per chilo di terreno, mentre il limite è di ben 5.000 microgrammi per chilo nel caso di siti commerciali; identiche soglie sono definite per le diossine. Il Comune ha riaperto alcuni parchi e giardini dove la contaminazione effettiva supera quella accettata per il verde pubblico, ma rientra nel limite per i siti industriali: purché “inerbiti” – curioso neologismo burocratico – dice l’ordinanza. Mentre non vengono spese le risorse necessarie per una seria opera di bonifica, il Comune di Brescia si premura di mantenere una stretta disciplina di bilancio, incassando gli elogi del Ministero dell’Economia. Encomi del genere stridono anche con una povertà sempre più diffusa in un territorio dove più di una famiglia su quattro è povera o a rischio esclusione. Peraltro la città non è nemmeno tra le prime dieci con il reddito più elevato della Lombardia, nonostante sia tra i principali poli industriali del Paese.

Il rafforzamento della Lega, l’impasse del M5S, i fascisti e il ruolo testimoniale della sinistra radicale
Il Movimento 5 Stelle ancora non riesce a trovare una sua precisa collocazione, dimostrando così una difficoltà endemica nelle tornate amministrative (il risultato è un ridicolo 5%). La Lega ha puntato sulla solita becera strumentalizzazione a sfondo xenofobo, forte della nomina di Matteo Salvini a Ministro dell’Interno, riuscendo a triplicare i suoi voti rispetto alle precedenti Comunali. Interessante, comunque, che in una città dove circa un terzo degli abitanti sono di origine straniera la crescita del Carroccio sia ascrivibile soprattutto al tracollo del centro-destra, più che alla crescita della sua influenza tra strati decisivi di lavoratori. Ciò non toglie che la crescente polarizzazione a destra della piccola borghesia sia un dato con cui è sempre più necessario far i conti, anche solo dal punto di vista del pericolo di aumento degli episodi di violenza nei confronti della consistente comunità di immigrati, un elemento che non può essere messo in sordina nonostante i tutto sommato modesti risultati delle liste di stampo fascista. Brescia Italiana (guidata da Forza Nuova) e Casapound, hanno preso rispettivamente 550 e 303 voti. Singolari le 98 preferenze guadagnate da un candidato di Brescia Italiana, Massimiliano Baldassarri, uno dei capi del principale gruppo ultras Curva Nord Brescia ed elemento di spicco del sedicente comitato cittadino “Brescia ai Bresciani”, ombrello delle frange fasciste di tutta la provincia. Il collegamento fra stadio e politica favorisce le provocazioni, e talvolta pure gli agguati, ai danni degli elementi antifascisti più attivi e riconoscibili.

La “sinistra radicale” s’è presentata divisa come cinque anni fa, cambiano solo le sigle. Potere al Popolo ottiene 673 voti, appena un centinaio di voti in più rispetto alla sola Rifondazione Comunista (2013) mentre il PCI guadagna 359 voti, fece meglio la Lista Civica – Brescia Solidale e Libertaria ottenendone 447.  Al di là del risultato elettorale ci sarebbe da discutere in maniera seria e approfondita sulle condizioni di sigle che annoverano tra le proprie fila persone senz’altro preparate, capaci, ma essenzialmente prive di legami significativi tanto con il movimento operaio che con i giovani. Preservare la mera testimonianza non serve a nessuno e forse sarebbe il caso di ragionare collettivamente sul da farsi perché la realtà sta facendo piazza pulita di ogni possibile suggestione.

 

Roger Savadogo 

Nato a Venezia nel 1988, vive a Brescia. Operaio, è studioso e appassionato di sottoculture giovanili, ultras e skinhead in particolare.